Flavio Cipriani e Oscar Rota: leoni indomabili

Il fiorentino campione italiano dei Veterani e il romano leader stagionale dei Master hanno sbaragliato tutti gli avversari al recente confronto tricolore di Cascata delle Marmore

(di Massimiliano Naldoni)

Due storie molto diverse, ma con un denominatore comune: la capacità di applicare la volontà e la determinazione per raggiungere un risultato che nel corso della gara non è apparso mai scontato. È questa la storia a doppio binario di Flavio Cipriani e Oscar Rota (quest’ultimo nella foto di copertina con lo scudetto dei Master) che nello scorso weekend al Tav Cascata delle Marmore hanno conquistato i titoli italiani rispettivamente dei Veterani e dei Master. Per il fiorentino Cipriani una gara partita su buoni livelli, ma non ancora smagliante, si è trasformata nella seconda giornata in una vera prestazione prodigiosa. Ai due 23 e al 22 del primo giorno il neo-campione dei Veterani ha risposto infatti con due 25 nelle ultime due frazioni di qualificazione e con un altro en-plein in finale: quel 75775 di giornata ha proiettato il punteggio del toscano alla quota irraggiungibile di 143/150. Anche Rota ha alternato momenti luminosi a qualche cono d’ombra nella prima giornata (21 – 25 – 22), ma nella ripresa ha affidato alla solidità di tre 23 (due in qualificazione e uno in finale) il conseguimento del punteggio di 137/150 che il capitolino ha poi tradotto in scudetto tricolore dei Master con la vittoria per 1 a 0 ai rigori nei confronti di Giovanni Caputo.

Flavio, questa vittoria definisce perfettamente i contorni del tuo ritorno ai massimi livelli dell’agonismo. C’erano segnali recenti che lasciavano presagire questo esito?

Sono tornato a fare attività nel 2022 per seguire mio figlio Jacopo: lui mi rimproverava infatti che non andavo mai a vederlo sparare. Ho ripreso a seguirlo ma a quel punto mi sono detto: se devo stare a vedere Jacopo, tanto vale che riprenda a sparare anche io. Sono tornato in pedana con un tale entusiasmo che in questi mesi in allenamento in termini di quantità ho sparato forse anche più di Jacopo. A dire il vero stavo sparando bene fino dall’inizio dell’anno perché cinque o sei 50/50 nelle varie gare a livello societario erano già maturati negli scorsi mesi, ma il merito di questo risultato va anche all’impianto di Cascata delle Marmore che è una struttura eccezionale che ci ha permesso di fare una gara con sganci belli, regolari, lineari. Il primo giorno ho un po’ sofferto non tanto la tensione, ma proprio l’approccio alla gara: poi nel secondo ho ritrovato fiducia e mi sono sentito in grado di far meglio. Anzi, ho fatto anche troppo meglio… Forse a condizionare la partenza è stato il primo impatto con una gara importante perché in questi mesi non avevo mai sparato in una gara di questo livello: avevo partecipato al Campionato italiano dei Veterani dell’anno scorso ma in quella gara del 2023 a Crevalcore non ero proprio riuscito a esprimermi al meglio e quindi forse quest’anno sentivo di dover riscattare anche quella prova.

Jacopo e Flavio Cipriani

Sulla scorta del risultato dell’anno scorso come hai gestito allora questo Campionato italiano del 2024?

Io la classifica non la guardo mai. Me l’ha insegnato Jacopo che giustamente dice di non andare mai a consultare i risultati perché quello ti condiziona. Alla fine della prima giornata sapevo di non aver tirato benissimo, ma neppure male. Che poi, lo sa bene chi frequenta i campi, comunque in realtà capita sempre che incontri qualcuno che un riferimento al punteggio e al piazzamento involontariamente lo faccia. Infatti mentre lasciavo il campo alla fine della prima giornata qualcuno qua e là mi ha fatto intendere che avevo un piazzamento discreto. Naturalmente mi rendevo conto che il giorno successivo avrei dovuto fare un punteggio un po’ più alto del primo giorno per avere la probabilità di entrare in finale. Ho fatto un 25 nella prima serie del secondo giorno e quello mi ha dato davvero fiducia. E nelle due serie successive, l’ultima della qualificazione e poi la finale, ho fatto addirittura solo due seconde canne su 50 piattelli: una per serie. In finale una seconda canna al quarto piattello e poi tutte prime.  

Flavio Cipriani al vertice del podio dei Veterani nel Campionato italiano 2024

Alla vigilia del Campionato non ti attendevi però un punteggio di questa portata?

Non mi aspettavo un 50 nella seconda giornata. Avevo immaginato ad esempio un 47 o un 48 che avrebbero potuto darmi l’accesso ai primi sei. Non c’era l’ambizione di andare a vincere un titolo italiano: l’idea era di fare una buona gara provando ad entrare nella finale a sei. Naturalmente quando ho fatto il 50 sono andato a vedere la classifica. A quel punto ho visto che ero primo con 118/125 però con altri contendenti di qualità ad uno o due piattelli e si sa che nel nostro sport gli zeri sono sempre in agguato: un piattello o due di vantaggio non sono mai una garanzia definitiva. Però sono rimasto tranquillo con una grande concentrazione e quello ha rappresentato il grande vantaggio nel corso della finale. L’esperienza degli anni vissuti in Eccellenza ha avuto il suo peso positivo: è un bagaglio di esperienza che in alcune situazioni come la finale ti permette di essere un passo avanti agli altri. La capacità di gestire la concentrazione e di saper utilizzare gli intervalli della gara per recuperare energie e per dedicarsi al riposo sono elementi che aiutano nei momenti che contano. Un grande aiuto me lo sta fornendo proprio Jacopo perché in realtà il mondo del tiro è cambiato tantissimo da quando sono stato in Eccellenza: c’è ormai un atteggiamento da professionisti a qualunque livello. E Jacopo, per telefono durante la gara, mi ha suggerito accuratamente una volta di recuperare energie e un’altra volta di alimentarmi correttamente per affrontare la serie successiva: è stato il mio allenatore a distanza e mi ha dato dei consigli molto utili.

La premiata ditta Cipriani esultante sul podio del Tav Pisa

Che cosa c’è dietro l’angolo per Flavio Cipriani dopo questa vittoria?

Nel 2025 voglio impegnarmi un po’ di più nell’Universale. Sono stato in corsa per le selezioni per la Nazionale un paio di volte in questi ultimi anni ma per vari motivi non ho potuto partecipare. Il 29 settembre sarò in squadra per i colori del Tav Pisa per la Coppa dei Campioni di Universale con due specialisti fortissimi del calibro di Stefano Narducci e Fabrizio Bruni. Ma, per la cronaca, sarò in squadra per Pisa anche alla Coppa dei Campioni di Fossa Olimpica al Concaverde.

Anche per uno dei più noti rappresentanti della scuderia di Cascata delle Marmore, Oscar Rota, la conquista dello scudetto dei Master è un grande ritorno.

Oscar, c’erano avvisaglie di questo exploit?

Sono tornato a sparare ad un buon livello proprio quest’anno dopo un intervento chirurgico impegnativo che mi aveva tenuto lontano dalle pedane per lungo tempo. Avevo considerato il Memorial Nando Rossi il banco di prova di questo Campionato e, avendo ricevuto sensazioni positive da quella mia prova a Umbriaverde, ho compreso di essere in grado di fare un buon risultato. Nel Campionato italiano dei Master la partenza però non è stata esaltante: il 21 della prima serie, con qualche defaillance proprio nei primi lanci, mi descriveva come uno dei contendenti che non erano nella migliore condizione, ma il 25 della seconda serie, con una sola seconda canna addirittura al primo piattello, ha naturalmente cambiato in positivo lo scenario. Quel bel punteggio sui lanci sempre difficili di Cascata delle Marmore mi ha restituito molta fiducia. Non mi ero arreso per il risultato non brillantissimo della prima serie e d’altronde, come mio solito, non ho mai mollato, ma quella serie piena mi ha addirittura dato la carica.

Oscar Rota

La finale è stata un’altra prova di tenacia a fronte di qualche assalto convinto di alcuni degli avversari.

Sì, è stato un solido 23 conquistato effettivamente con quella tenacia con cui ho condotto appunto tutta la gara e di nuovo con una sola seconda canna. Ho fatto uno zero al settimo lancio e in quel momento non mi ha impressionato più di tanto. Certamente mi ha messo un po’ più in allarme l’errore che ho commesso al ventesimo. In quella finale temevo i destri e quindi stavo in guardia appunto sui lanci in quella direzione e quando è apparso quel sinistro mi sono lasciato sorprendere. Nel mio gergo: ho sbrandeggiato e non sono riuscito a intercettarlo. Giovanni Caputo è stato bravo a tenere comunque il passo e a guadagnare il diritto allo shoot-off: poi lui in spareggio ha sbagliato un montante vertiginoso e io ho avuto l’opportunità di conquistare il titolo. È certamente un bel momento: Antonio Picone mi ha contattato proprio in questi giorni per propormi la convocazione nella squadra dell’Umbria per il Trofeo delle Regioni di Fossa Olimpica ma, seppure a malincuore, ho deciso di rinunciare. Sto ritrovando le giuste energie, rispetto un’alimentazione corretta come ogni buon atleta e riesco appunto anche a fare il risultato, ma non mi sento in grado di assumermi la responsabilità di fronte ad un intero gruppo perché non ho ancora quella costanza di rendimento che è necessaria per il funzionamento di una squadra. Non smetto però di meravigliarmi positivamente di fronte a questo nostro sport. Il tiro a volo ogni volta è una sorpresa: sai che puoi fare un 25 perché ti senti nella condizione di prenderli tutti, ma in quel momento può insorgere invece qualche incognita che ti precipita nel risultato negativo. Sarà evidentemente proprio per questo che appunto il tiro a volo non smette mai di affascinarmi.

Oscar Rota al vertice del podio dei Master nel Campionato italiano 2024

La parola a Ferdinando Donati*

*Presidente del Tav Cascata delle Marmore

Quello che avevo dichiarato in un’intervista all’inizio dell’anno si è avverato: la finale del Campionato italiano per Veterani e Master si è rivelata una piacevole sorpresa con un numero di partecipanti in notevole crescita rispetto alle passate edizioni. Ma del resto le statistiche sulle semplici gare societarie parlano chiaro…

Tutto è andato per il meglio, la gara è terminata in anticipo rispetto alla timetable, ottimo è stato lo staff arbitrale e sinceramente credo che i tiratori si siano trovati a loro agio in questo angolo della nostra verde Umbria.

Ha presenziato la cerimonia di premiazione il Delegato Fitav di Terni, l’Ingegner Gianni Fabrizi, che ha speso delle belle parole in primo luogo di gratitudine e stima nei confronti della mia famiglia e poi riguardo alla considerazione che la Fitav ha nei confronti del tiro a volo umbro: una considerazione confermata dall’assegnazione di queste importanti gare proprio nella nostra terra ed in questo caso proprio presso il nostro impianto.