Di Spigno: A Suhl una bella prova collettiva

Il Commissario tecnico del Settore giovanile della Fossa Olimpica analizza il responso della recente Issf Junior World Cup

(di Massimiliano Naldoni)

È trascorso ormai qualche giorno dalla celebrazione delle gare della Fossa Olimpica alla Junior World Cup di Suhl e Daniele Di Spigno, Commissario tecnico del segmento under 20 della disciplina, frattanto ha avuto modo di riflettere sul responso della prova delle sue azzurrine e dei suoi azzurrini tra le foreste della Turingia.

“Certamente ho operato un esame a freddo del risultato della gara di Suhl – dice l’ex recordman di Terracina – e non posso che dirmi soddisfatto. Anzi, se parliamo dei punteggi realizzati dalle ragazze e dai ragazzi in questa trasferta, posso perfino dire che avrei considerato decisamente positivo anche qualche risultato appena inferiore.”

Daniele Di Spigno puntualizza però che l’analisi della prestazione agonistica, se circoscritta al semplice evento-gara, non è sufficiente per descrivere la qualità e le prerogative del percorso che tutte le atlete e tutti gli atleti stanno compiendo.

Il CT della Nazionale Juniores di Trap Daniele Di SPigno

“L’ho segnalato anche in altre interviste e mi preme sicuramente evidenziarlo ancora. L’atmosfera che si respira in gara in realtà arriva da lontano. Prima della World Cup di Suhl ho condotto un raduno a Porpetto: riunirsi immediatamente prima di un evento importante e mettere a punto la preparazione è esattamente quello che fanno anche tutte le squadre del comparto dei PO e degli azzurri. Ho voluto che questo si trasformasse in una consuetudine anche per il comparto giovanile e con Emanuele Bernasconi, che ha collaborato con me in questa trasferta, siamo molto grati alla Federazione per averci dato l’opportunità di un’equiparazione di trattamento rispetto alle squadre maggiori.”

“So per certo che il raduno di Porpetto – prosegue Daniele Di Spigno – è stato utilissimo per creare affiatamento e spirito di squadra, per instillare serietà e per fare entrare le atlete e gli atleti nel giusto clima di gara. Su questo aspetto Sandro Bellini ed io siamo in perfetta sintonia e siamo altrettanto d’accordo sulla necessità di trasmettere un messaggio preciso: una trasferta non è una vacanza. Forse in passato c’è stata un po’ di indulgenza su quell’atmosfera da gita scolastica che involontariamente hanno assunto alcune trasferte. Oggi, però, il livello generale degli avversari con cui ci troviamo a misurarci ci impone un atteggiamento diverso. Le ragazze e i ragazzi hanno recepito perfettamente questa mia richiesta e mi piace sottolineare un piccolo-grande gesto formale che nel raduno di Porpetto ha assunto grande importanza: la consegna dei gilet con la scritta Italia. È stato un momento simbolico di investitura ad un ruolo importante attraverso il quale le atlete e gli atleti hanno compreso di dover assumere un atteggiamento di responsabilità verso la propria nazione che stavano andando a rappresentare in gara.”

Sebbene la competizione individuale non abbia premiato le ragazze e i ragazzi di Di Spigno con le medaglie, il coach del comparto giovanile del Trap assegna un giudizio complessivamente positivo anche a quel segmento della gara tedesca.

La Squadra Azzurra di Trap impegnata nella Coppa del Mondo con il CT Di Spigno e l’Allenatore Emanuele Bernasconi

“Come spesso accade in molte gare – puntualizza Di Spigno – dobbiamo fare una distinzione netta tra la fase di qualificazione e la fase finale. È con la formula di finale che non sono arrivate le medaglie, perché in realtà in qualificazione le mie atlete e i miei atleti hanno fornito una prova qualche volta davvero ottima e in generale buona. Sofia Littamè e Marika Patera sono entrate nella fase finale e altrettanto hanno fatto Matteo D’Ambrosi e Riccardo Mirabile, ma va detto che sia Sofia Gori che Cosimo Salinaro si sono fermati ad un solo piattello dal punteggio che qualificava per la finale. Quanto poi alla portata di alcuni punteggi, i numeri parlano da soli: Matteo D’Ambrosi è stato autore di 124/125 e ritengo che ci sia davvero poco altro da aggiungere. Per Matteo mi è piaciuto coniare un’immagine che ho attinto dall’atletica. In questa gara Matteo D’Ambrosi è stato un eccezionale maratoneta che si è perso nei 100 metri! Credo che l’immagine fornisca bene la misura dell’impresa straordinaria che l’atleta in questione ha compiuto e dell’immensa differenza che si verifica tra le varie parti della gara.”

“Sì, ovviamente – puntualizza ancora Daniele Di Spigno – dobbiamo concentrare il lavoro sulle semifinali e sulle finali che sono i segmenti di gara che in questa occasione hanno privato Littamè e Patera da un lato e D’Ambrosi e Mirabile dall’altro di medaglie che sarebbero state pienamente meritate. Dovremo essere più incisivi subito nelle fasi cruciali della gara. Dobbiamo considerare che quei primi quindici piattelli della semifinale sono determinanti e quindi non possiamo concederci errori in quella fase.”

“Che lo spirito di scuderia sia stato ben costruito anche nel corso della fase preparatoria di questa gara lo dimostra l’esito delle gare a squadre e il Mixed Team. In quel caso le ragazze e i ragazzi hanno raggiunto vittorie e piazzamenti straordinari e mi sento di elogiarli davvero perché si è trattato di giornate lunghe e impegnative: la sequenza costituita dalle gare individuali e dalle prove a squadre e poi dal Mixed Team è veramente estenuante e aver saputo emergere dopo giorni e giorni di gara è un grande merito. Vorrei spendere però due parole anche per quegli elementi della squadra che in questa occasione non sono riusciti a mettersi in luce. Giorgia Lenticchia e Samuele Faustinelli arrivavano a questo appuntamento con un’esperienza agonistica certamente anche maggiore di altre colleghe e colleghi. In loro io ho visto un grande impegno che certamente non è stato ricompensato dal punteggio. Superfluo dire che per entrambi non si tratta di andare a scomodare la tecnica che è un dato acquisito: semmai c’è evidentemente da rivedere, in prospettiva futura, le modalità di avvicinamento alla gara. D’altronde le storie agonistiche dei diversi elementi che compongono l’universo giovanile sono necessariamente molto diverse. Ci sono atlete e atleti al loro debutto in una gara importante che si trovano a gareggiare gomito a gomito con altre atlete e atleti invece navigati che frattanto hanno elaborato un approccio meticoloso ed esperto alla competizione. Credo che in queste diverse definizioni si riconosceranno un po’ tutte le ragazze e i ragazzi che ho condotto a Suhl. Guardare con attenzione a queste diverse sensibilità e alla diversa storia agonistica delle atlete e degli atleti è un lavoro molto impegnativo e a questo proposito vorrei evidenziare il ruolo importantissimo che ha saputo svolgere Emanuele Bernasconi in questa trasferta.”

“È importante fino da ora gettare lo sguardo ai prossimi impegni – conclude Daniele Di Spigno – proprio sulla scorta delle lezioni che abbiamo ricevuto dalle prove precedenti. Un aspetto che voglio sottolineare è che nel mio lavoro mi interfaccio continuamente con gli allenatori delle atlete e degli atleti che convoco in squadra. Ci sono allenatori molto bravi che sono pienamente coscienti del valore del materiale umano su cui stanno lavorando ed è opportuno che siano coinvolti nel nostro lavoro. Ritengo che sia indispensabile lavorare di concerto con loro: sarebbe invece molto dannoso per le ragazze e i ragazzi andare in controtendenza. Io ho la piena convinzione che la preparazione che le atlete e gli atleti compiono parte da casa e si conclude sul campo di gara. Anzi, non si conclude mai: quindi, ragazze e ragazzi, al lavoro!”

Le azzurrine e gli azzurrini del Trap a Suhl con Daniele Di Spigno e Emanuele Bernasconi