Claudio Tosello: adesso voglio una vita (tiravolisticamente) spericolata!
L’atleta piemontese del Tav Racconigi che ha conquistato il titolo tricolore di Prima categoria di Trap sulle pedane di Acquaviva racconta la sua impresa
(di Massimiliano Naldoni)
Dal gennaio 2026 Claudio Tosello avrebbe comunque militato in Eccellenza grazie all’ottimo 122/125 conseguito nel Gran Premio di Prima categoria di Cieli Aperti, ma il cinquantunenne cuneese di Morozzo ha voluto fare le cose in grande e ha decorato il passaggio alla massima categoria della Fossa Olimpica con il titolo tricolore di Prima che è andato a conquistare nello scorso weekend sule pedane abruzzesi di Acquaviva. Come si dice in questi casi, per Claudio Tosello si tratta di un ritorno al futuro, perché l’atleta nato nel 1974 a Rocca de’ Baldi – località del quadrante sudoccidentale della provincia granda – ha già militato in Eccellenza per cinque stagioni tra il 2017 e il 2021.
“Appartengo a quell’80% di praticanti – spiega l’atleta piemontese tesserato a Racconigi – che fa attività in maniera ben lontana dal professionismo: sono tra quei tiratori che riescono faticosamente a ritagliarsi il tempo per l’attività sportiva all’interno di giornate e nottate di lavoro. Sono casaro in un caseificio artigianale dove lavoro da più di trent’anni e il venerdì prima del Campionato italiano sono uscito prima dal lavoro grazie alla benevolenza del mio titolare che mi ha concesso qualche ora di permesso. Ma sono arrivato in Abruzzo soltanto in serata e non ho neppure provato i campi. Del resto io non mi alleno quasi mai: in realtà mi alleno facendo le gare e in quelle gare cerco di fare il risultato.”
Al Campionato italiano di Prima categoria ad Acquaviva Claudio Tosello ha composto un brillante 119/125 in qualificazione e si è guadagnato il passaggio alla finale, in vetta alla graduatoria dei centoventiquattro contendenti in lizza, insieme a Mattia Polidori e Daniel Gilberti, ma nel round conclusivo ha fatto valere il proprio talento e ha conquistato lo scudetto largamente con 44/50 davanti al 38 del conterraneo-amico Mirko Tumiatti.
“119 è tanta roba, anche se in questa stagione nei Gran Premi posso vantare un 115, due 116 e appunto il 122 di Cieli Aperti. A Cologno ho anche fatto la mia miglior finale della stagione con 45/50. Anche ad Acquaviva sapevo che contava ovviamente la finale, nel senso che tutto dipendeva dalla mia tenuta di gara nel segmento ad un colpo solo. Già, perché arrivare in finale era nelle mie speranze abbastanza realistiche, ma accade che se, come dicevo, in generale mi alleno raramente, addirittura ad un colpo solo non mi alleno davvero mai, quindi la finale rappresentava un po’ un’incognita. Ha certamente giocato un ruolo importante l’esperienza che ho maturato in questi anni. D’altronde io dico sempre che il tiro a volo è una disciplina che ti permette di individuare i tuoi limiti. E soprattutto magari ti lascia immaginare di superarli. Ed ecco che è proprio quello che è avvenuto questa volta.”
“La prima giornata di gara ad Acquaviva era stata interlocutoria, – precisa Claudio Tosello – perché dopo il 25 iniziale mi ero fermato a quota 22 nella seconda serie. Ci sono casi in cui ti disperi di essere uscito dalla pedana con un 22 e invece io questa volta ho detto: va proprio bene così! Perché in quella serie ho corso il rischio di fare un punteggio anche ben più basso per effetto della difficoltà dei lanci e forse anche per un mio calo di condizione fisica ed emotiva. Acquaviva è un impianto che giudico divertente: con sganci belli ma impegnativi e con qualche sfondo insidioso al campo 3 e al campo 1. Ma è anche un impianto in cui non puoi mai dare niente per scontato. Il secondo giorno sono partito di nuovo con un 25 ma anche il 23 dell’ultima serie l’ho totalizzato con fatica. Anzi, direi che la finale me la sono conquistata proprio lì.”
“In finale sono sempre stato in vantaggio. Mi sono detto: devo dare tutto qui! Dal primo blocco della finale sono uscito con 22 sbagliando l’ultimo. Alla boa dei 25 ho capito che avevo un discreto vantaggio, ma in una gara a un colpo solo è proprio in quel momento che devi saper gestire il vantaggio. Il colpo solo è un altro sport. Ripeto: per chi come me spara poco a un colpo solo, tra un 22 e un 19 in effetti non c’è il mondo: fai una bicicletta ed è un attimo essere agganciato. Ma avevo la voglia di vincere. E questo forse mi ha distinto dagli altri.”
Il podio del Campionato italiano di Prima categoria con Claudio Tosello al primo posto davanti a Mirko Tumiatti e Giuseppe Petrera
“Devo molta gratitudine a tante persone – riconosce Claudio Tosello – per quello che sono riuscito a fare fino ad ora. Mia moglie Amedea mi è sempre vicino nelle trasferte e il suo sostegno è fondamentale per assicurarmi l’equilibrio. Ma Amedea ha anche un ruolo tecnico: anche lei pratica il tiro a volo e osserva con occhio critico quello che faccio in pedana. I suoi suggerimenti tecnici sono stati determinanti anche questa volta e forse è stata proprio lei ad intuire che questa volta poteva essere la giusta occasione per agguantare il titolo tricolore. Che riuscissi a vincere, insomma, questa volta ci credeva forse più lei di me.”
“Per la piega che ha preso la mia carriera nel corso degli anni devo molto anche a Pierfranco Allasia: il Presidente del Tav Racconigi che ha saputo condurmi nel mondo del tiro a volo quando ho iniziato, trentaduenne, a frequentare i campi di tiro. Ma devo molto anche a Pino Facchini: il Delegato regionale Fitav del Piemonte ha intuito le mie doti e ha saputo valorizzarmi come atleta convocandomi molte volte nella squadra di Fossa Olimpica che ha partecipato al Trofeo delle Regioni.”
“Sono molto stimolato dall’idea di essere di nuovo in Eccellenza – conferma entusiasticamente Claudio Tosello – e so bene che non sarà facile e neppure comodo, come dico sempre, riuscire a rimanere in quella categoria, ma nella prossima stagione vorrei proprio provare fare i miei risultati. So bene anche che altri atleti in Eccellenza sono un gradino sopra a me, ma bisogna essere sempre convinti dei propri mezzi. D’altronde, se sei in Eccellenza, non è perché la promozione ti è caduta dal cielo: te la sei guadagnata e conquistata. Fra l’altro in Piemonte ad aver vinto il titolo italiano di Prima categoria siamo soltanto il mio caro amico Alessandro Musolino ed io. E allora: giochiamoci la partita! Se guardo adesso alla finale di Eccellenza del prossimo anno, magari dico: non ci pensiamo nemmeno. Però poi mi correggo subito e preciso: vediamo strada facendo.”
“Per me si tratta appunto di un ritorno in Eccellenza e dalle prime stagioni in cui ho militato in quella categoria sento di essere maturato tanto come atleta. Ero già un quarantenne, d’accordo, ma non avevo ancora la maturità adatta per quel livello agonistico. L’Eccellenza ti chiede una mentalità diversa e capisci che incredibilmente ogni piattello ha una sua storia: devi lavorare su ogni piattello perché ogni piattello conta. Ad esempio, la possibilità di gareggiare gomito a gomito con il campione italiano Mauro De Filippis e con i tanti altri fortissimi azzurri mi esalta davvero: per me sarà un onore competere con loro. La prospettiva di vivere la prossima stagione con loro da sportivo è davvero un evento bellissimo, una soddisfazione immensa. Certamente dovrò cambiare il modo di sparare e soprattutto aumentare l’allenamento al di fuori delle gare. A Racconigi dovrò farmi allestire piattelli più impegnativi per fare un allenamento mirato e serio perché c’è poco da girarci intorno: in Eccellenza, oltre alle capacità, devi avere anche i colpi. Nel caso mio voglio provare a fare un lavoro normale nella vita, ma anche provare ad essere eccezionale nel mio sport.”
“Mi ha fatto molto piacere che la mia vittoria abbia sorpreso positivamente tante persone. Subito dopo la conquista del titolo avrò ricevuto trecento messaggi e una sessantina di telefonate. Sicuramente però il messaggio che mi ha emozionato di più è stato quello di Alessandro Musolino subito dopo il 22 della prima giornata. Alessandro mi ha scritto semplicemente: la gara la facciamo insieme. Io considero Alessandro il mio allenatore e in quel momento mi ha trasmesso un forte senso di vicinanza che ha fatto la differenza. E se sono riuscito a vincere è davvero anche merito suo.”
Foto: Tav Acquaviva