Arborea: la fucina dei campioni
Il sodalizio del Presidente Salvatore Piras ha conquistato il titolo di Prima categoria all’intersocietario di Trap ad un anno dal successo in Seconda categoria
(di Massimiliano Naldoni)
Un anno fa erano stati protagonisti del Campionato italiano delle Società di Seconda categoria di Fossa Olimpica e quest’anno hanno saputo imporsi anche nella divisione superiore assicurandosi lo scudetto di Prima categoria del 2024. Sono i portacolori del Tav Arborea che il Presidente Salvatore Piras ha guidato con quella consueta serena ma ferrea determinazione che contraddistingue ormai tradizionalmente il dirgente oristanese. Con 537/600 la formazione sarda composta da Angelo Dau, Antonio Denurra, Giovanni Pietro Mereu, Marco Bonetti, Maurizio Miscali e Stefano Lodi ha svettato sulle pedane di Conselice precedendo di un piattello il Tav Umbriaverde e di due il Tav La Torre. In forza del successo dello scorso anno Arborea ha presentato anche una seconda squadra che era composta da Alberto Panu, Licio Cadelano, Leonardo Sammartano, Gian Roberto Musu, Fabrizio Cappai e Ivan Altea e che ha totalizzato 493.
Presidente Piras, quali erano le aspettative della vigilia?
Abbiamo partecipato semplicemente con l’intenzione di arrivare tra le prime squadre. Poi è uscito il primo posto e naturalmente siamo stracontenti.
Come giudica la sequenza complessiva dei punteggi della sua prima squadra?
Non siamo partiti fortissimi, però il 140/150 della terza serie ci ha definitivamente caricato le batterie e in quel momento ci ha permesso di insediarci provvisoriamente in testa alla classifica. La partenza non fulminante è stata determinata dal fatto che per qualche tiratore del gruppo si trattava della prima volta in squadra in una gara importante: è una situazione che pressa e costringe a qualche errore di più. Alla seconda serie, ad esempio, invece Giovanni Pietro Mereu ha sofferto per qualche improvviso cambiamento di luce. Utilizzava degli occhiali adatti a una situazione di luce diversa da quella che si è presentata e per quel preciso motivo tecnico è incappato in un punteggio meno brillante. Nell’ultima serie invece siamo scesi in pedana mentre imperversava un temporale forte che ha penalizzato un po’ tutte le squadre e ha ridotto moltissimo la visibilità: nella nostra storia di questi anni abbiamo sempre fatto delle prestazioni in crescendo, quindi anche questa volta potevamo salire ancora con il punteggio anche nell’ultima serie se le condizioni generali fossero state buone. In quella terza serie non abbiamo fatto un gran punteggio, ma siamo riusciti a contenere i danni ed eccoci qua, appunto: idealmente sul primo gradino del podio. Anche se, per non rischiare di perdere la nave che avevamo prenotato, non abbiamo potuto posare davvero sul podio per le foto di rito della premiazione con le altre squadre.
Il Presidente Salvatore Piras celebra la vittoria con la sua squadra
L’ultima fase della gara è stata un po’ concitata e caratterizzata da qualche sorpresa: come l’ha vissuta, Presidente Piras?
Io non ho neppure guardato troppo la situazione dei punteggi e neppure ho fatto troppi calcoli per capire la posizione in classifica di tutte le squadre. Poi, dopo che avevo appena seguito l’ultima batteria della gara, mi sono arrivati telefonicamente i complimenti per la vittoria addirittura da un altro campo: evidentemente questa persona che mi ha scritto aveva seguito invece la gara in rete con molta accuratezza. Un attimo dopo ho incrociato poi Matteo Marongiu e anche lui mi ha confermato che avevamo vinto.
È stato un vero esempio di serenità olimpica la sua, Presidente Piras, in un momento di così grande tensione agonistica…
Ma devi fare così! Se ti agiti e spingi i tiratori a fare un determinato punteggio, fai più danni che benefici. Meglio essere tranquilli e rilassati. Ho sempre detto anche durante la gara: vincere è bello ma se arriviamo secondi è bello ugualmente.
Rispetto all’anno scorso ha operato alcuni avvicendamenti: come ha individuato i nuovi titolari e quando li ha designati?
Mereu, Bonetti e Lodi erano già titolari nella formazione che ha vinto il titolo di Seconda categoria un anno fa. Dau, Denurra e Miscali sono comunque già da tempo miei tesserati ad Arborea ma non avevano militato in squadra nella passata stagione. Però, già nel Campionato invernale in cui siamo arrivati secondi, questi nuovi atleti erano già stati promossi titolari, quindi la squadra è arrivata a questo appuntamento con un collaudo già importante. Nella seconda squadra per vari motivi alcuni atleti che avevo designato non potevano essere presenti, altrimenti avremmo fatto un ottimo risultato anche con quella.
Il post con cui il sodalizio oristanese ha celebrato subito sui social la vittoria di Conselice
Già un anno fa la sua scelta tattica era stata quella di far provare molto il campo di gara: ha replicato quel metodo anche in questa occasione?
Certamente. Devi sempre testare bene il campo di gara. Solo così puoi capire bene tutto dell’impianto in cui vai a gareggiare. Tutti i miei atleti hanno sparato almeno sei serie nei due giorni che abbiamo trascorso a Conselice: qualcuno perfino sette serie. E un po’ tutti hanno rispettato una bella media: addirittura anche superiore a quella della gara. Nella giornata di sabato i 25 fioccavano…
E un’altra prerogativa di Arborea un anno fa era stata quella di far sparare molto anche nelle settimane prima del Campionato: è andata così?
Un po’ meno dell’anno scorso perché il nostro campo è stato chiuso per lavori di ristrutturazione e rinnovamento. Gli atleti però si sono tenuti in allenamento sparando in molti altri campi della Sardegna.
La distribuzione in batteria è invece una decisione che lei opera sempre sul posto?
Sì: l’ho decisa a Conselice. L’Eccellenza Antonio Denurra, che è un tiratore completo che non soffre la pressione della gara, era in prima pedana, Stefano Lodi in seconda davanti al capitano Giovanni Pietro Mereu che era in terza. Poi Angelo Dau e ancora Marco Bonetti e infine Maurizio Miscali di rincalzo. Quello che era il tiratore più giovane della squadra invece era in riserva: ero io! Lo dico sorridendo, naturalmente. Ma non c’è stato nessun bisogno della riserva. I miei sei titolari erano già bravi da soli e adesso sono anche di nuovo campioni italiani!