Aosta promuove il tiro a volo
Lo stadio del capoluogo della Vallée è stato il teatro di una iniziativa promozionale che ha permesso al Delegato Fitav Marco Bianchi e ai suoi collaboratori di illustrare la nostra disciplina a centinaia di giovanissime e giovanissimi
(di Massimiliano Naldoni)
Tiro a volo simulato, sì: ma capace di suscitare interesse e di innescare una forte capacità attrattiva. È questo il criterio adottato dal Delegato Fitav della Valle d’Aosta Marco Bianchi per presentare il tiro a volo nell’ambito di Sport in Piazza: una iniziativa promozionale promossa da Sport e Salute e dal Comune di Aosta che ha interessato varie sedi della città alpina nel corso della scorsa domenica 22 settembre. Per molte discipline sportive è certamente facile riprodurre le situazioni e i gesti sportivi specifici anche in un contesto di simulazione, ma era indiscutibilmente più difficile riuscire ad imitare le caratteristiche del tiro a volo in uno spazio ridotto e naturalmente senza la possibilità di eseguire il lancio dei piattelli. Marco Bianchi però ci è riuscito e il successo di pubblico che ha riscosso il gazebo della Federazione italiana tiro a volo allo stadio Puchot di Aosta nel corso dell’intera giornata di domenica 22 settembre lo dimostra perfettamente.
“Sapevamo che quello a cui avremmo dovuto parlare – ha spiegato Marco Bianchi – sarebbe stato un pubblico di bambini e bambine della scuola primaria e di ragazzi e ragazze della secondaria e quindi era necessario insistere sugli aspetti più spettacolari del nostro sport. La simulazione che ho progettato per questa edizione di Sport in Piazza è stata realizzata con l’utilizzo di un fucile-giocattolo che ho reperito in rete: un oggetto davvero molto simile nelle caratteristiche a quelli che utilizzano gli atleti e le atlete del nostro sport. Si trattava in certo modo di un sovrapposto a cui ho praticato qualche intervento correttivo per avvicinarne l’aspetto il più possibile appunto ai nostri strumenti di pedana. L’attrezzo si caricava con due cartucce proprio come avviene nel nostro caso ed era dotato di estrattori che contribuivano a simulare efficacemente l’effetto dell’apertura del fucile dopo l’esecuzione del tiro. Ho anche applicato un mirino fluorescente al vivo di volata della canna superiore. Con la semplice azione sul grilletto, proprio come avviene nei nostri attrezzi di pedana, il fucile-giocattolo che ho utilizzato per la dimostrazione proiettava a qualche metro di distanza dei cilindri di gommapiuma che nel nostro caso interpretavano idealmente i pallini delle cartucce.”
Il Delegato Fitav della Valle d’Aosta Marco Bianchi
“Naturalmente – ha raccontato ancora Marco Bianchi – la difficoltà maggiore consisteva nel trasmettere una fedele immagine del bersaglio. Allora ho immaginato che legare dei piattelli con un filo invisibile al telaio del gazebo che era a nostra disposizione potesse di nuovo rappresentare una simulazione abbastanza fedele e devo dire che, anche grazie a qualche folata di vento che ha impresso un movimento irregolare, i bersagli trasmettevano di nuovo abbastanza fedelmente l’idea di quel piattello in volo che affrontiamo nelle nostre gare. Va da sé che ai bambini e alle bambine ho agevolato molto la possibilità di colpire i piattelli per mezzo dei cilindri di gommapiuma indirizzando appunto il loro movimento verso i bersagli, ma posso anche dire che in numerosi e in numerose di loro ho intravisto una discreta predisposizione naturale, tant’è che poi abbiamo premiato tutti e tutte con delle medaglie messe a disposizione dalla nostra Federazione e con i numerosi gadget che ci aveva fornito il Segretario generale Mario Magnanini.”
“Sul tavolo che affiancava lo spazio in cui abbiamo ricostruito la pedana in miniatura avevamo collocato un monitor sul quale abbiamo fatto scorrere le immagini delle gare delle recenti Olimpiadi, pertanto sia i bambini e le bambine che i rispettivi genitori potevano anche prendere visione immediata del nostro sport nel suo aspetto autentico. Mi piace anche sottolineare che quello che ha suscitato interesse in molti dei più piccoli è stato il rito della vestizione: indossare il gilet, gli occhiali e le cuffie ha trasmesso quel rassicurante senso di accuratezza protettiva nell’esecuzione dello sport che si andava a sperimentare. Voglio anche evidenziare il prezioso lavoro che hanno svolto nell’arco dell’intera giornata Giancarlo e Antonella Cicala e Stefania Oliva che hanno saputo fornire accurate indicazioni a chi le chiedeva e che mi hanno anche aiutato materialmente a eseguire le simulazioni. Ad esempio molta curiosità l’hanno suscitata i piattelli e i miei collaboratori sono stati abili a far comprendere la differenza tra i bersagli che vengono utilizzati nelle serie di qualificazione e invece quelli fumogeni che vanno a soddisfare le esigenze televisive.”
“Nell’arco della giornata abbiamo idealmente avviato al tiro a volo più di duecento tra bambine e bambini tra i 6 e i 12 anni e anche un discreto gruppo di adolescenti tra i 12 e i 16 anni. Naturalmente ai ragazzi e alle ragazze di più di 14 anni di età abbiamo segnalato che in primavera verrà inaugurato il nostro nuovo impianto di Chatillon e che in quella sede potranno sperimentare autenticamente il nostro sport con l’assistenza di Istruttori qualificati. Nell’occasione abbiamo infatti anche distribuito molti volantini, sia agli adulti che ai ragazzi e alle ragazze, per pubblicizzare l’apertura del tricampo di Chatillon e per fornire un indirizzo preciso su quella che sarà la nostra attività nel prossimo futuro.”
“Mai avremmo immaginato – ha commentato ancora Marco Bianchi – che l’iniziativa potesse avere un successo del genere e che una simulazione in miniatura del nostro sport potesse tradursi in un così significativo grado di fedeltà a una tipica sessione di tiro a volo in pedana da scatenare vero interesse in molti dei soggetti interessati e nei loro genitori. Anche gli organizzatori di Sport in Piazza ci hanno testimoniato il loro entusiastico apprezzamento per la modalità scelta e per il risultato ottenuto. Mi piace sottolineare anche un altro aspetto che si è verificato nel corso dell’iniziativa. È accaduto infatti che alcuni genitori abbiano espresso qualche perplessità sull’opportunità di avviare i più piccoli all’uso di un’arma, ancorché sportiva. La circostanza mi ha permesso di evidenziare la funzione fortemente educativa del nostro sport che infatti insegna ai ragazzi e alle ragazze ad essere responsabilizzati proprio perché il tiro a volo si pratica utilizzando un’arma. Ho inoltre evidenziato come la professionalità e la preparazione degli Istruttori e delle Istruttrici che affiancano i giovani atleti assicuri l’utilizzo corretto degli strumenti e ho infatti di nuovo sottolineato come la statistica ci spieghi chiaramente che il nostro sport è in assoluto uno dei più sicuri. Le spiegazioni hanno soddisfatto pienamente le perplessità di molti genitori e questo fenomeno mi convince una volta di più che molto spesso la prevenzione che si manifesta nei confronti del nostro sport deriva da una informazione non corretta e che quindi il miglior modo per promuovere a tutti i livelli il tiro a volo consiste appunto proprio nel produrre informazione come abbiamo fatto con questa bella iniziativa che Sport e Salute e il Comune di Aosta ci hanno permesso di realizzare e che sarà replicata negli anni con grande beneficio per il nostro sport.”