Alessandro Spagnoli: Sport a tutto campo

Iridato in PT2 tre anni fa, il paratleta di Carrara getta uno sguardo analitico alla stagione 2022 e si prepara ad un calendario intenso con il motto che lo accompagna da sempre: lo sport è l’anima della vita di una persona

(di Massimiliano Naldoni)

 

Che Alessandro Spagnoli sia autenticamente un uomo di sport, lo si capisce perfettamente dal suo modo di analizzare le fasi che ha attraversato nel corso della sua vita. Perché l’approccio ad ogni evento che questo paratleta di Carrara compie, è in realtà scandito proprio da una visione agonistica.

“Non potrebbe essere altrimenti – dice schiettamente il toscano, classe 1972 – perché per principio non mi piango mai addosso e so benissimo che è proprio dalle sconfitte che sono partiti i successi. È la parabola dello sport che devi saper applicare alla vita.”

Sarà certamente per questo che Alessandro Spagnoli offre una lettura molto pragmatica delle proprie vicende sportive del 2022: un anno che lo ha visto certamente meno protagonista di altre stagioni, ma che ha rappresentato comunque una piattaforma importante da cui ripartire per un 2023 che peraltro propone un calendario molto serrato.

Alessandro Spagnoli

“Il 2022 è stato certamente un anno con molti impegni in sequenza, – spiega Spagnoli – diversamente da altre stagioni in cui abbiamo potuto compiere una programmazione un po’ più distesa. Quando una stagione ti tiene continuamente in corsa come è avvenuto per quella passata, è indispensabile conservare sempre al massimo livello il grado di allenamento. E come sa bene ogni sportivo, non sempre è possibile riuscire in quel proposito.”

Del resto, di nuovo con molto senso realistico, Alessandro Spagnoli analizza lucidamente anche quanto è accaduto al Campionato del Mondo di Al Ain che ha costituito l’evento più importante del 2022 e anche l’ultimo appuntamento agonistico internazionale in ordine di tempo.

“Non ho esitazione a dire che ho toppato il Mondiale. Eppure sono arrivato a quell’evento con la giusta preparazione. Il primo giorno ero addirittura in testa con 47/50, quindi il livello di allenamento e l’adattamento alla sede e ai lanci c’era, eccome! Probabilmente quel bel risultato della prima giornata ha giocato a sfavore nel resto della gara. Mi sono presentato alla seconda giornata con troppa sicurezza e quella condizione si è tradotta in una sensazione di paura proprio nella prima serie di quel secondo giorno. Evidentemente in quella circostanza non sono stato capace di gestire il momento critico: è una lezione che devo raccogliere per il futuro. Pensiamo di essere bravi, ma tra essere bravi ed essere dei professionisti c’è una bella differenza ed è sicuramente su questo aspetto che dovrò lavorare in vista dei prossimi appuntamenti.”

Del resto la lezione dello sport Alessandro Spagnoli l’ha saputa accogliere e coltivare fino da giovanissimo. Da ragazzino si era dedicato al calcio e, tesserato nella Fiorentina, era nel vivaio giovanile della squadra viola al Lido di Camaiore.

“Stiamo parlando delle stagioni 1985 e 1986, – racconta il paratleta di Carrara che tiravolisticamente milita oggi sotto le insegne del Tav Pisa – mi allenavo a Viareggio e sognavo una carriera da calciatore nutrendo quella speranza con i miti dell’epoca: Antonio Cabrini e Bruno Conti. Da mancino, occupavo la fascia sinistra ed ero un terzino: una mezz’ala sinistra, come si diceva ancora all’epoca.”

Ma c’è stato anche molto ciclismo nella vita di questo poliedrico atleta toscano.

“Quasi inevitabile in Toscana occuparsi di sport e avere a che fare con la bicicletta! D’altronde ho anche avuto uno zio che che era ciclista professionista e allenatore che, non a caso, mi regalò una Bianchi per la prima comunione. Il tiro a volo in realtà è entrato a far parte stabile della mia vita soltanto dopo l’incidente del 2010. Un anno dopo ero già in pedana a esplorare questa nuova fase della mia vita di innamorato dello sport.”

“Se getto uno sguardo a tutto il 2022 – dice ancora Spagnoli che da tiravolista si allena stabilmente in tutti i campi del centro e del nord dell’Italia: da Montecatini a Lonato, da Po Polesine a Mattarona – vedo una bella prova, anche se non fortunatissima, alla Coppa del Mondo di Monaco. In quella gara nell’ultma fase ho recuperato fortemente e sono sicuro che se questo rilancio dell’ultima fase fosse avvenuto un po’ prima, oggi saremmo a scrivere un’altra storia e certamente anche il resto della mia stagione avrebbe avuto un’altra evoluzione. D’altronde lo sport ci insegna a fronteggiare anche i suoi aspetti più feroci. Anzi, forse quegli aspetti rappresentano proprio il bello dello sport.”

Alessandro Spagnoli

“All’Europeo della scorsa stagione non sono stato in squadra, ma ho accettato sportivamente le scelte del Ct Barberini. Da atleta non vivo mai bene l’esclusione, ovvio: lo dico apertamente. Però, sempre da atleta, sono certamente sempre pronto ad accettarle. Se vogliamo di nuovo fare un parallelo con il calcio, potremmo dire che mi sento più un Ancelotti che un Conte: c’è sempre una maniera garbata di affrontare le situazioni ed è quella che preferisco. Occorre essere sereni anche quando non si tratta di un buon momento. Del resto, lo sport è l’anima della vita di una persona e non devi mai perdere di vista questo principio di base.”

“Fare attività sportiva da paralimpico – spiega ancora Alessandro Spagnoli – comporta sforzi notevoli dal punto di vista fisico-atletico, ma anche e soprattutto dal punto di vista economico. A tutti coloro che, fuori dal nostro ambiente, mi chiedono di spiegare come si svolge la nostra vita di paratleti, io puntualizzo sempre che quello che ha fatto la Fitav per la nostra categoria non lo ha sicuramente mai fatto nessuno prima. Sono grato al Presidente Rossi, alla Vicepresidente Croce Bonomi e al Ct Barberini per aver dato a me e a tanti altri paratleti l’opportunità in questi anni di condurre una corrretta preparazione e di partecipare a tante bellissime manifestazioni. Siamo partiti per gioco, se vogliamo, e adesso stiamo facendo sport ai massimi livelli. Certamente per la stagione che è appena iniziata occorre considerare che l’aspetto più importante sarà far crescere la qualità del nostro livello agonistico. Sale molto il livello dappertutto, lo abbiamo già visto in maniera netta nel corso della stagione 2022, e occorre adeguarsi a un modello che in ogni parte del mondo persegue ormai la qualità.”

Alessandro Spagnoli dimostra di aver saputo far tesoro dei migliori suggerimenti che l’attività sportiva può suggerire e anche quando ha dovuto affrontare gli inconvenienti più gravi a cui la vita lo ha sottoposto, è stato in grado di costruirsi una nuova brillante carriera sportiva. Proprio grazie ad una elaborazione realistica dei propri mezzi e delle proprie potenzialità, il 2023 può essere davvero l’anno del grande rilancio per il tiravolista di Carrara. E allora per questo tenacissimo ed eclettico paratleta calza perfettamente quello che disse un giorno un mito intramontabile dello sport, Pelè: il successo non è quante volte vinci, ma come giochi una settimana dopo aver perso.