Preparazione atletica: tre domande a Fabio Partigiani

In questa prima parte dell’intervista il Preparatore atletico delle Nazionali olimpiche spiega le analogie e le differenze tra la programmazione dei PO e dei praticanti delle medie categorie di ogni disciplina tracciando anche una “road map” per i mesi invernali (di Massimiliano Naldoni)

Professor Partigiani, in questa fase autunnale relativamente alla preparazione atletica indicherebbe un modulo standard per tutte le discipline, sia quelle olimpiche che quelle non olimpiche, oppure fino da ora è opportuno fare una distinzione di metodi di preparazione? E in seguito, con l’inizio della nuova stagione, è il caso di differenziare ancora l’allenamento?

“È bene innanzitutto che ad ogni tiratore sia chiaro il concetto che che per la preparazione fisica i mesi importanti sono proprio quelli che stiamo attraversando: il mese di novembre ma soprattutto dicembre, gennaio e una parte di febbraio. Ma come il calendario è uniforme per tutti i praticanti, anche se nel 2023 ad esempio l’attività agonistica di vertice inizierà addirittura a metà gennaio con la prima World Cup in Marocco e quindi è per quel motivo che già da fine ottobre abbiamo calendarizzato i primi incontri, è altrettanto vero che non c’è una distinzione netta nella preparazione atletica tra discipline olimpiche e discipline non olimpiche. In un programma che sia indirizzato alla Fossa Olimpica e allo Skeet oppure alla Fossa Universale, o invece al Compak o all’Elica la base è la medesima. Le capacità motorie che devono essere sviluppate nel tiro a volo, qualunque sia la disciplina di cui parliamo, sono le capacità condizionali come la resistenza, la forza veloce, la rapidità e la mobilità articolare e le capacità coordinative come l’equilibrio e la coordinazione oculo-manuale. Quello che può eventualmente differenziare i carichi di allenamento è, in una minima parte, il genere dell’atleta e soprattutto semmai l’età dei destinatari: il tiro a volo permette infatti di praticare l’attività agonistica anche ad atleti in età che, sportivamente parlando, si definisce avanzata.”

C’è un’unica fase di preparazione oppure possiamo suddividere quella preparazione nell’arco dell’anno in segmenti diversi?

“Il periodo dell’anno che stiamo attraversando viene denominato appositamente: periodo di preparazione. Fondamentale all’inizio di questo periodo è il concetto di costruzione della forma perché è la forma  che modelliamo in questa fase che supporterà l’atleta in tutta la stagione agonistica. Quando inizierà l’attività agonistica vera e propria, allora si passerà ad un lavoro di mantenimento. Ma qui occorre puntualizzare un aspetto e per spiegarlo farò riferimento un po’ alla mia storia che è anche la storia della metodologia della preparazione atletica adottata nel tiro a volo. Quando ho iniziato a occuparmi di tiro a volo, più di trenta anni fa, accadeva che gli atleti e le atlete, che avevano anche fatto una preparazione fisica anche molto corretta nei mesi dell’autunno e dell’inverno, sospendessero quel genere di allenamento. Invece la preparazione atletica, come sanno bene ormai da tempo tutti gli atleti di vertice, continua anche nel corso della stagione agonistica. Naturalmente i carichi sono diversi. Ma l’atleta deve comunque continuare a condurre la sua preparazione, altrimenti le capacità motorie che sono state sviluppate durante l’autunno e l’inverno decadono se, come ho l’abitudine di dire, appunto non vengono lavorate. L’errore più tipico che il praticante può fare è proprio quello di condurre una discreta preparazione fisica nei mesi di novembre e dicembre e di arrivare a gennaio e, con l’inizio dei campionati invernali, accantonare la preparazione privilegiando l’attività di pedana. Se avviene questo fenomeno, è probabile poi che nel pieno della stagione si manifestino delle conseguenze negative sul piano fisico-atletico.”

Il praticante che fa un’attività agonistica anche assidua nell’arco della stagione – quindi da marzo a ottobre – può guardare utilmente alla scaletta di lavoro dei PO, ad esempio, o è invece opportuno far riferimento ad altre metodologie di allenamento e soprattutto a una diversa intensità?

“Anche un Prima categoria di ogni disciplina può utilmente attingere ai programmi di allenamento dei nazionali e dei PO. L’unica distinzione che è opportuno fare è la disponibilità di tempo. Certamente i PO hanno una più ampia disponibilità di tempo da dedicare alla preparazione atletica rispetto al praticante che ha invece un’attività professionale diversa dallo sport. È evidente che nel caso del praticante di Prima categoria le sedute in palestra potranno avvenire ogni giorno ad esempio soltanto magari nel tardo pomeriggio dopo l’orario di lavoro. Accade che praticanti di buon livello di ogni disciplina talvolta mi formulino la richiesta del programma di allenamento di alcuni celebri campioni. Quello che in questo caso è importante puntualizzare è che quel programma, che si tratti ad esempio del programma di allenamento di Diana Bacosi, di Mauro De Filippis o di Gabriele Rossetti, è adattato in maniera specifica a quell’atleta, con delle caratteristiche precise, con dei carichi di allenamento precisi, con dei tempi di recupero appositamente studiati. Come costruisco infatti un programma di allenamento? Lo costruisco considerando l’atleta e interpellandolo sul suo maggiore gradimento di quella o di quell’altra attività. Devo capire quanto tempo può dedicare alla preparazione atletica nell’arco di una settimana e che tipo di lavoro può svolgere perché ad esempio, per quanto riguarda la resistenza, c’è l’atleta che afferma di voler andare a correre, ma c’è anche l’altro atleta che invece dichiara di voler andare in bicicletta e poi l’altra atleta ancora che non vuole né correre, né andare in bicicletta, ma vuole fare attività natatoria in piscina. Il lavoro aerobico viene pertanto differenziato in base alle scelte delle singole atlete o dei singoli atleti e altrettanto dovrà avvenire per il praticante di Prima categoria, che abbiamo preso quale esempio, che voglia seguire un corretto programma di preparazione atletica.”