Regioni di Compak: un caleidoscopio di talenti

La parola ad Alberto Pacassoni per la squadra delle Marche e ad Orazio Barbagallo per la compagine della Sicilia, ma anche ai magnifici sei di quella formazione dell’Umbria che al confronto di Foligno ha svettato nella gara delle Categorie

(di Massimiliano Naldoni)

Per parafrasare e capovolgere un vecchissimo adagio si potrebbe dire: se Atene ride, anche Sparta sorride. Nel Trofeo delle Regioni di Compak, se infatti l’Umbria di Veniero Spada è stata superlativa, anche le formazioni delle Marche e della Sicilia, che hanno meritato le piazze d’onore sul podio della gara delle Categorie, hanno dimostrato un valore singolare. Come anticipato nella prima puntata di questa nostra ricognizione nel Regioni 2025 di Compak, oggi sono Alberto Pacassoni, selezionatore della squadra delle Marche, e Orazio Barbagallo, coach del team della Sicilia, a descrivere le prerogative delle loro formazioni. Per le Marche capitan Enrico Lugli ha guidato alla medaglia d’argento la squadra completata da Giuseppe Fratini, Filippo Ragni, Alessandro Broccoletti, Denis Fratini e Massimo Balducci. Per la Sicilia sono stati invece gli autorevoli Salvatore Biancamano e Gaetano Loritto a favorire la conquista della medaglia di bronzo in collaborazione con Salvatore Leonardi, Riccardo D’Oca, Santo Condorelli e Mario Costa.  Ma per completare la panoramica sulla gara riservata alle Categoria al Trofeo delle Regioni di Compak abbiamo dato la parola anche al sestetto dell’Umbria che Veniero Spada ha condotto ad una trionfale vittoria: l’azzurro internazionale Daniele Valeri che ha prodotto un prodigioso 98/100; il trentottenne casertano di Teverola Michele Cipullo; Luca Scala: l’Eccellenza toscano dello Sporting prestato con profitto al Compak; il ventisettenne di Terza Simone Berti che dal prossimo gennaio sarò un Seconda di grandi speranze; il trentacinquenne pesarese Alberto Cardinali che nella prossima stagione concorrerà in Eccellenza; la brillante matricola Moreno Cola: trentaseienne di Gualdo Cattaneo che è stato autore di un esaltante exploit nel circuito estivo umbro di Compak.

Alberto Pacassoni

Coach Pacassoni, che giudizio formula della prova della squadra delle Marche?

Replicare integralmente il grande successo dell’anno scorso sarebbe stato molto bello, ma riuscire a centrare un posto sul podio sia nelle Categorie che nelle Qualifiche è stata comunque una bella soddisfazione. E nelle Categorie abbiamo davvero replicato tornando a conquistare l’argento. La squadra che abbiamo presentato nella gara delle Categorie era davvero buona, perché avevo convocato degli elementi che nella nostra regione sono capaci di conseguire risultati molto buoni. Va detto che in gare di questo tipo non vai mai con l’idea del podio scontato, ma vai semmai con la speranza di fare il risultato e, nel nostro caso, con la piena consapevolezza del valore del gruppo.

Quello della vittoria in qualche momento della gara è apparso un orizzonte realistico?

Abbiamo iniziato in uno dei campi dei doppi e quindi nella partenza siamo risultati subito un po’ svantaggiati perché appunto abbiamo affrontato all’inizio dei quattro campi proprio quello più impegnativo. Magari se quella serie l’avessimo affrontata per ultima, e se specialmente nelle serie prima avessimo fatto meno zeri, probabilmente avremmo avuto dalla nostra un entusiasmo diverso. Invece, se parti a freddo nel campo più difficile, magari qualche zero in più del previsto ci scappa. Non possiamo negare, però, che la squadra dell’Umbria questa volta era francamente imbattibile e quindi conta poco andare a disquisire su un piattello o su un altro.

Coach Pacassoni, ci segnali un elemento che è stato tra le ragioni principali della vostra bella prova.

Direi che abbiamo legato più degli altri anni. Potrei dire sorridendo che sarà perché c’era il vento e quindi ci siamo spesso riuniti tutti insieme nello stesso posto, ma in realtà, appunto al di là delle battute, c’è stata davvero grande coesione e molto spirito di squadra. Il nostro capitano, Enrico Lugli, è un trascinatore, della sua passione vuol fare un lavoro e quindi è stato il leader ideale per la squadra. Ma c’erano tanti atleti che avevano, come si dice, la schioppettata sicura: quelli che ti assicurano bene o male il punteggio da squadra. Quindi, si è trattato davvero di una medaglia d’argento conquistata con il convinto contributo di tutti.

Orazio Barbagallo

Coach Barbagallo, è soddisfacente il responso del Regioni 2025 per la sua Sicilia?

Ci avevamo provato negli anni scorsi e non era mai andata e invece finalmente siamo saliti sul podio. Pertanto: sì, è un responso molto positivo. La prima serie era andata un po’ maluccio, va detto. Ma i ragazzi sono stati determinati e nelle serie successive si sono ripresi. E la quarta serie, quella del 142, è stata addirittura da eroi. La prima serie è stato il momento più difficile. Infatti ho coniato una serie di definizioni per i nostri portacolori: nella prima serie: atleti; nella seconda e nella terza: campioni e nella quarta: eroi! Sicuramente nella prima siamo stati traditi dall’emozione: anche io personalmente ci avevo messo l’anima in questa trasferta e quindi l’abbiamo vissuta davvero molto intensamente. Con il Delegato regionale Michele Sollami avevamo lavorato con grande impegno negli ultimi tempi per curare anche i dettagli, infatti ci siamo presentati anche con un abbigliamento uniforme per tutti i componenti e abbiamo ricevuto anche i complimenti del Presidente federale Luciano Rossi per questa scelta che ci ha identificato in maniera precisa anche come immagine di squadra.

Orazio Barbagallo con la squadra della Sicilia

Quali sono stati i punti di forza della sua formazione?

La vittoria è scaturita dall’unità del gruppo, dall’umiltà di tutti i componenti e dalla precisa volontà degli stessi di fare squadra. Dopo la terza serie avevo fatto due conti, senza rivelarli agli atleti, e sentivo che potevamo farcela ad andare a podio. Fare podio a Foligno, in quella che è la capitale nazionale del Compak e in cui si affrontano sempre piattelli molto tecnici, è sempre un grande onore. In questa nostra impresa certamente l’esperienza di Biancamano e di Loritto hanno fatto la differenza. Ma anche Riccardo D’Oca si è superato nell’ultima serie: il nostro maresciallo dei Carabinieri trentatreenne è un atleta splendido che ha saputo profondere tutta la concentrazione che occorreva in quell’ultima serie. Negli ultimi anni D’Oca è stato in giro per l’Italia per la sua professione: adesso è tornato a Palermo, nella sua città, e si è potuto dedicare con più convinzione al Compak confermandosi nel Campionato estivo con un secondo posto. È vero che alla prima serie è stato tradito dall’emozione, ma è un atleta con una bella fucilata. Lo stesso potrei dire dell’altro Terza del gruppo: Santo Condorelli che è un ventitreenne al primo anno di tesseramento ma che ha una bella carriera davanti a sé. Come dicevo, l’esperienza dei senatori ha avuto un peso determinante: Salvatore Biancamano ha studiato piattello per piattello in questa gara e ha saputo istruire e guidare gli altri atleti dal punto di vista tecnico. E un analogo contributo lo ha dato Gaetano Loritto dall’alto dei suoi venti anni di militanza in Eccellenza.

I magnifici sei dell’Umbria

Daniele Valeri

Posso dire che Veniero Spada alla fine della gara mi ha confidato che secondo lui era fuori da ogni previsione riuscire a fare un punteggio come il 98/100 con quelle condizioni. Ma questa è una gara particolare nella quale si gareggia tutti e sei insieme, quindi non devi pensare solo a te stesso, ma anche a tutto il resto del gruppo: e così ho fatto io. C’è un altro aspetto importante: quando in squadra vedi che c’è un atleta che praticamente non sbaglia mai, questo dà un bel supporto a tutti. Ma voglio anche formulare un grande ringraziamento a Michael Spada che è stato con noi per tutte e quattro le serie della gara e ha dato dei consigli utili ai ragazzi. Quando senti che alle spalle c’è un atleta con l’esperienza di Michael, quello davvero è un altro conforto importante. Questa volta le squadre erano forti, quindi sapevamo che la vera battaglia l’avremmo dovuta combattere con noi stessi e non tanto con gli avversari. Servivano piedi per terra e determinazione. Io per abitudine non guardo mai i punteggi durante la gara, ma essendo il capitano, questa volta ho guardato la situazione dopo la terza serie e ho detto ai ragazzi che avevamo un vantaggio importante da conservare. So che c’era tanta voglia di far bene e tanta coesione. Basta un semplice episodio per spiegarlo: nell’ultima serie, che è stata certamente quella più difficile, dopo uno zero tra alcuni di noi è stato sufficiente magari semplicemente uno sguardo per restituire fiducia e andare a conquistare la vittoria.

Michele Cipullo

Per me è stata la prima esperienza di una gara a squadre con i sei tiratori della formazione tutti in pedana nella stessa batteria. Non è stata davvero facile da gestire: mi sono dovuto isolare in me stesso per costruire un risultato del genere. Il mio 94/100 è anche ben al di sopra delle previsioni: è vero che venivo dal 91 conseguito al Campionato delle Società con la squadra di Foligno e perciò sentivo di poter offrire quantomeno una prova di quel livello, ma le condizioni meteo mi avevano subito suggerito che sarebbe stato molto difficile. Eppure il 94 è arrivato ed è davvero una grande soddisfazione aver contribuito al successo dell’Umbria.

Luca Scala  

Che dire: una bella emozione e una bella avventura. Il mio risultato è un 23 fotocopiato per quattro volte: non lo si potrà considerare il massimo, ma ci può stare con dei lanci belli e impegnativi come quelli di Foligno e con il vento forte e le condizioni meteo difficili. E poi non abbiamo vinto di misura: è stata una bellissima vittoria! All’italiano invernale avevo fatto 96, al top ranking 94, ma la gara a squadre, si sa, è la più difficile che un atleta possa fare perché se sbagli, sai che puoi trascinarti dietro tutta la squadra. E quando un altro tuo collega sbaglia, devi provare a farti carico dei piattelli che mancano. Mentalmente il Regioni è davvero una prova impegnativa, specialmente per il fatto che spari in batteria con i tuoi compagni di squadra e quindi è subito visibile per tutti la tua condizione positiva o negativa.

Michael Spada con i magnifici sei dell’Umbria

Simone Berti

Sono abbastanza soddisfatto del mio 90, considerando la pressione della gara e i lanci impegnativi. Al campo 5 di Foligno c’è un piattello che soffro: un piattello che descrive una parabola in aria e mi porta a staccare la testa. È un piattello in cui è facile mettere lo zero. Ed è capitato anche questa volta. Ma quando mi dedico ad uno sport, mi piace affrontare la competizione e in gare come il Trofeo delle Regioni c’è la possibilità di confrontarsi con altri atleti e mettersi alla prova. Ed è per questo che si tratta di una gara bellissima ed emozionante. Qualcuno mi chiede: è vero che spari anche al Trap..? Sì, è vero, ma è il Compak la disciplina del cuore…

Alberto Cardinali

Ho notato con ammirazione per tutta la gara la compattezza del nostro gruppo. Poi, d’accordo, ci sono le imprese individuali di ciascuno. Ad esempio, nel 25 alla seconda serie mi sono esaltato e invece ho sofferto un po’ per il punteggio un po’ più modesto a causa del vento forte alla quarta serie, ma per fortuna in quel caso dovevamo solo gestire il vantaggio che avevamo costruito nelle serie precedenti. L’88 mi va stretto: non lo nego. Non è il mio punteggio abituale: so di poter fare certamente meglio. Ma qualche problema di salute nelle settimane che hanno preceduto il Trofeo delle Regioni mi ha impedito di fare un allenamento accurato e quindi avevo perso un po’ di smalto. Mancavano alcuni piattelli, ma intendo ritrovarli in fretta! La mia caratteristica più visibile da tiratore..? Sono stato a lungo portiere in alcune squadre di calcio: anche nella Vis Pesaro. Quindi sono un calciatore che si è trasformato in tiratore e pertanto sono un tiratore veloce. I riflessi da portiere servono molto nell’attività del tiro. Colpire un piattello è un po’ come parare un rigore…

Moreno Cola

Nella prima serie, alla prima piazzola ho avuto subito un momento di forte tensione e mi sono ritrovato immediatamente con tre zeri, ma ho reagito e negli altri venti piattelli sono riuscito a fare soltanto un altro zero e sono riuscito a chiudere con 21. All’ultima serie invece ho dovuto fare i conti con un forte calo di attenzione. La pressione psicologica del momento era veramente alta, ma nel frattempo circolava la voce che avevamo un vantaggio cospicuo che ci permetteva anche qualche calo di rendimento senza troppe conseguenze. Fra l’altro complessivamente la squadra stava marciando bene, quindi, sì, ho mollato per la tensione veramente alta. Ma in quel momento la grande prova di Valeri mi confortava e mi dava sicurezza. Per il livello delle prime tre serie in realtà era una gara che potevo chiudere a 90. Più di 90, per le condizioni meteo e dei lanci, non potevo fare, ma il 90, sì, si poteva conseguire .Nell’ultima serie non ho capito un piattello e l’errore su quel lancio si è poi replicato altre volte. È una lezione di cui terrò conto per le prossime gare. Insieme ai tanti straordinari consigli che mi ha elargito Michael Spada in questa gara. Oggi posso dire che tutto quello che so del tiro a volo, lo devo alla generosità e al talento sconfinato di Michael Spada!