Remo Bizzoni: la mia stagione fantastica

Al termine del primo anno di militanza tiravolistica il sedicenne di Cisterna di Latina è il nuovo campione italiano di Terza categoria

(di Massimiliano Naldoni)

Incredibile potrebbe essere davvero l’attributo più adatto per descrivere l’impresa che Remo Bizzoni ha compiuto andando a conquistare il titolo italiano di Terza categoria di Fossa Olimpica nel confronto che si è disputato all’inizio di settembre al Tav Giorgio Rosatti di Ponso. Incredibile, perché non è neppure un anno che il sedicenne di Cisterna di Latina, allievo di Erminio Frasca, pratica il tiro a volo e quindi parlare di passi da gigante nel caso dell’atleta pontino non rappresenta davvero una forzatura giornalistica. Al Campionato italiano Remo Bizzoni si è ritagliato un posto in finale con un 113/125 che valeva il dorsale numero due. Nel ruolo di capolista c’era Matteo Pasina: il quarantaseienne bresciano di Villa Carcina, in forza alla scuderia del Tav Poggio dei Castagni, è stato il mattatore stagionale della sua divisione e il 115 con cui si presentava ai nastri di partenza della finale al Giorgio Rosatti (il regolamento prevedeva la somma del punteggio della finale a quello ottenuto in qualificazione) erano indiscutibilmente un viatico credibile verso il titolo. Ma la finale ha riservato numerose sorprese: alcuni zeri dello stesso Pasina nella prima fase che hanno dato il via libera a Bizzoni, poi una certa vertigine da vittoria del pontino nelle ultime battute. In sintesi alla boa dei 150 piattelli Remo Bizzoni e Matteo Pasina si sono ritrovati in parità a 136 e l’assegnazione del titolo è stata determinata da un solo piattello di shoot-off che ha decretato campione italiano del 2025 il giovane atleta di Cisterna di Latina. La medaglia di bronzo è andata meritatamente ad un altro sedicenne: Jacopo Rapuano. L’atleta beneventano della scuderia del Tav Zaino, allievo di Francesco Iacono, ha saputo costruire la sua prestigiosa medaglia di bronzo con 111 centri in qualificazione e con un solido 23 di finale che ha proiettato il suo totale a 134/150. Andiamo allora ad esplorare le impressioni dei protagonisti di questo appassionante Campionato italiano di Terza categoria del 2025.

Remo, qual era l’obiettivo realistico per questo tuo primo Campionato italiano?

Nelle mie previsioni entrare in finale rappresentava già un bel risultato, perché per me, in carriera, ovviamente si sarebbe trattato della prima finale di un Campionato italiano. Ma voglio essere sincero: non è stato un traguardo del tutto inaspettato perché ho affrontato la gara con il conforto dei buoni risultati dell’allenamento e quindi ci speravo. A Ponso non avevo mai sparato prima, ma l’allenamento aveva appunto dato indicazioni positive: mi sono attestato sulla media che poi ho rispettato nelle migliori serie di gara, quelle dei 24. Certo, quando poi succede davvero quello che avevi sognato: che ti ritrovi in finale e poi perfino vinci il titolo, è senz’altro una bella sensazione. Anche perché effettivamente nessuno si aspettava che potessi vincere.

Come ogni finale che si rispetti, anche quella che ti ha visto vincere ha offerto qualche sorprendente colpo di scena…

In finale ho avvertito un po’ di tensione nella parte conclusiva: gli zeri sono arrivati infatti al diciannovesimo e al ventitreesimo lancio. In effetti con il primo dei due zeri avrei ancora potuto vincere senza andare allo shoot-off. Fra l’altro il secondo zero non è l’effetto di qualche calcolo che ho compiuto in quel momento, perché durante la finale non avevo minimamente idea della situazione del punteggio e neppure della posizione in classifica che frattanto poteva aver assunto Matteo Pasina. Infatti, anche subito dopo il primo zero, ho formulato il pensiero che un 24 avrebbe potuto comunque spingere senz’altro in alto il mio punteggio finale.

Quali sono stati i lanci “incriminati” che ti hanno costretto allo shoot-off?

Il diciannovesimo era un sinistro di quinta pedana. Era un piattello che avevo sbagliato anche in qualificazione. Sono arrivato in quinta sapendo che mi mancava quel lancio, quindi in certo modo lo aspettavo. Forse proprio per quel motivo sono andato ad assicurarmelo un po’ troppo ed è volato via. È stato poi un sinistro anche il ventitreesimo: ma su quello pesa di più la tensione che nel frattempo è intervenuta.

Sui sinistri ti sei riscattato però nello shoot-off.

Sì, e tecnicamente è stato un bel segnale che sono riuscito a dare prima di tutto a me stesso. Pasina sparava per primo: ha affrontato un sinistro in prima e l’ha sbagliato e invece io subito dopo l’ho rotto. Confesso, però, che avevo molta paura di entrare in pedana e sparare a quel sinistro. E poi avevo rispetto di Matteo che non conoscevo di persona fino a quando non ci siamo incontrati al Campionato italiano, ma che ha fama di tiratore di qualità.

Erminio Frasca è certamente uno dei primi con cui hai parlato dopo la vittoria?

Erminio era naturalmente molto contento e io devo riconoscere che ho raggiunto questo risultato proprio grazie a lui. È per l’impegno che lui ha messo in questi mesi che è maturato il mio titolo. Durante la gara non ci siamo sentiti perché lui a sua volta era impegnato nel Campionato italiano di Eccellenza, ma avevamo messo a punto gli ultimi aspetti tecnici subito prima di quel weekend del Campionato. E poi c’erano stati i due mesi prima del Campionato in cui Erminio mi aveva sottoposto ad un allenamento molto duro.

Essere promossi in Seconda con il titolo tricolore di Terza nell’anno stesso in cui hai iniziato a sparare è davvero tanta roba…

Effettivamente ho già lasciato la Terza categoria alla grande. Ma c’è da continuare a lavorare sodo. Con Erminio Frasca, proprio in questi giorni, abbiamo individuato già le gare da fare nel corso dell’autunno e dell’inverno. Devo dire che in questo mio primo anno di attività Erminio aveva suggerito di fare molte gare per entrare nell’atmosfera dell’appuntamento agonistico. Fino ad ora era importante acquisire esperienza in gara e infatti ho sicuramente affrontato bene anche il Campionato italiano a Ponso proprio perché avevo collaudato il mio modo di stare in gara. Adesso invece dobbiamo fare un lavoro diverso sull’agonismo: selezionare le gare e privilegiare il lavoro di preparazione, quindi sarà una stagione invernale con molti allenamenti.

Remo Bizzoni sul podio del Giorgio Rosatti con Matteo Pasina e Jacopo Rapuano

La parola a Matteo Pasina

Un po’ di rimpianto per il titolo sfuggito nel giro di un piattello ovviamente c’è. Sono molto severo nell’agonismo: o sei primo o non sei niente, quindi non posso essere soddisfatto di un secondo posto. Anche se in queste settimane non sono andato ad analizzare nel dettaglio la mia finale, certamente pesa sul responso quel 21 che è nettamente al di sotto della media che ho rispettato in gara. Dico che non mi sono soffermato a indagare le ragioni che mi hanno impedito di vincere una gara che avevo saputo tenere in pugno durante la qualificazione, però so che in finale non ero al 100%: ho sentito la tensione e ha agito anche la stanchezza prodotta da una gara combattuta. In finale, tre zeri nei primi dieci piattelli non si dovrebbero fare e poi l’altro zero al ventunesimo è quello con cui ho davvero gettato via la gara. Nello shoot-off a un colpo è mancato il supporto dell’esperienza perché effettivamente fino ad ora non ho condotto un allenamento convinto nella gara a un colpo. Ho vissuto però una stagione agonistica molto bella che mi ha visto sempre brillante nei Gran Premi, che mi ha permesso di conquistare il titolo regionale in Lombardia e di classificarmi al primo posto nel ranking nazionale di Terza categoria. Proprio per questo pensavo di meritare il titolo italiano, ma lo sport è severo e non basta meritare per vincere. È una lezione che accolgo volentieri in vista della prossima stagione.

La parola a Jacopo Rapuano

Al Campionato italiano di Ponso c’è stato qualche mio scivolone in qualifica: quel 20 alla seconda serie e quel 21 alla quarta, dovuti ad un difetto di concentrazione, sono risultati che non avrei voluto vedere nel mio percorso di gara. Però sono invece molto soddisfatto del 23 che ho realizzato in finale e che mi ha consegnato la medaglia di bronzo di cui vado molto fiero. La gestione della finale è stata molto buona ed è un risultato che si deve al lavoro accurato che abbiamo compiuto in questi mesi con il mio allenatore Francesco Iacono. La stagione si conclude senz’altro con un segno positivo: sono campione regionale di Terza categoria in Campania e sono entrato in finale in tutti i Gran Premi del Settore Giovanile. Questa bella medaglia di bronzo al Campionato italiano chiude nel modo giusto il cerchio del 2025 e sono già pronto per affrontare la preparazione in vista della nuova stagione.

Foto: Tav Giorgio Rosatti