Torretta: la forza del gruppo
Al Campionato delle Società di Trap di Seconda categoria gli atleti di Caltanissetta hanno stravinto davanti a Pecetto e Molinella Castellani: il racconto di quella giornata nelle parole dei protagonisti
(di Massimiliano Naldoni)
La vittoria del Tav Torretta al segmento toscano del Campionato italiano delle Società di Trap – quello riservato ai sodalizi di Seconda categoria in programma al Tav La Torre – è stata larghissima: è il segno tangibile di una supremazia che il club siciliano ha conseguito prima di tutto in forza della solidità tecnica dei suoi elementi, ma anche e soprattutto, come argomenta l’atleta/coach Fabio Sollami nell’intervista che segue, per la collaudata coesione della compagine. Sulle pedane pisane del Presidente Fabio Tiberi Torretta ha totalizzato 551/600 con il contributo di un superbo Giovanni Antonino Sollami (suo il miglior punteggio del sestetto: 96/100) e dello stesso Fabio Sollami, di Pierluigi Sollami e di Francesco Gorgone, Paolo Putano e Tommaso Castronovo. L’affermazione di Torretta è certamente ben delineata nei contorni definitivi del punteggio, ma nei fatti c’è stata battaglia al Tav La Torre perché la squadra del Tav Pecetto della Presidente Svetlana Shishkina è stata in corsa per il titolo fino alle ultime battute di quella gara. Con grande esperienza tattica, il coach Marco Derizio aveva schierato Vittorio Aceto, Matteo Olivieri, Claudio Picasso, Enrico Carpi, Enrico Giuseppe Gallo e Roberto Pozzuolo (con il Seconda Marco Boschis in panchina) che hanno totalizzato 538 e sul podio hanno preceduto di cinque lunghezze il Tav Molinella Castellani del Vicepresidente Oleg Rabyi. A Cenaia gli emiliani si sono presentati con la formazione composta da Enrico Draghetti, Claudio Moroni, Riccardo Buonora, Luca Lolli, Claudio Zanella e Giuliano Casanova e con un bel risultato hanno reso onore al Presidente Maurizio Castellani, scomparso nella scorsa estate. Proprio ai leader delle formazioni che hanno conquistato le medaglie nel confronto al Tav La Torre abbiamo chiesto di ripercorrere idealmente le tappe di quella brillante impresa agonistica.
Coach Sollami, la squadra di Torretta era senz’altro la favorita alla vigilia, quindi: un copione già scritto?
Una gara non è mai scritta prima. Certamente, senza presunzione si può dire che è stata una vittoria costruita fino dal primo piattello: infatti non siamo praticamente mai andati in sofferenza nel corso delle quattro serie e siamo riusciti a rispettare quel ritmo che avevamo detto di rispettare. Posso dire che anche questa volta ci credevamo tantissimo fino dalle prime battute della gara. Nelle nostre gare ci crediamo sempre, d’accordo, ma è anche vero che ogni volta devi dimostrare di nuovo di essere all’altezza e anche in questo Campionato italiano abbiamo dimostrato di meritare la vittoria.
Fabio Sollami
Se dovesse individuare nella gara un momento che descrive la vera forza della squadra, quale sceglierebbe?
Ad esempio, a voler spaccare il capello in quattro, in realtà c’è stata un’unica piccola defaillance: quella, davvero solo temporanea, di Tommaso Castronovo nella prima serie. Tommaso è incappato in un passaggio a vuoto di tre zeri consecutivi all’inizio della serie: al quinto, al sesto e al settimo lancio, ma proprio con il nostro aiuto, vedendo fra l’altro che tutti noi intanto procedevamo senza incertezze, si è ripreso e ha concluso la serie comunque con 22. So che sicuramente in quel momento Tommaso ha sofferto un po’ perché la gara era appena iniziata e in quei casi, quando incappi in una sequenza di zeri, è comprensibile temere che anche tutto il gruppo si lasci trascinare dalla deconcentrazione e finisca per fare altri zeri a catena. Invece in quel momento siamo stati molto saldi e infatti la prima è stata proprio la nostra miglior serie: quella del 140 che ha dato subito la spinta alla squadra.
Tommaso Castronovo è stato in effetti un debuttante al Campionato italiano al Tav La Torre.
Sì, esattamente. Tommaso è sempre stato la nostra riserva ufficiale: è, come dico sempre, un ragazzo cinquantenne che ci ha seguito in moltissime gare in questi anni, ma in realtà in gara non aveva mai sparato un piattello. Questa volta invece l’ho voluto inserire da titolare e si è dimostrato pienamente all’altezza: è un atleta che ha maturato la sua buona esperienza in pedana e poi è una persona capace di produrre un’atmosfera distesa che sa anche far divertire il gruppo quando occorre smorzare la tensione. La riserva questa volta era Giovanni Balsamo: un sessantaduenne palermitano con una grande passione per il tiro e tesserato alla Torretta ormai da una decina d’anni. In realtà sapevo che non gli avrei fatto lasciare la panchina, ma ho voluto in certo modo premiare con una passeggiata in Toscana e con lo scudetto la sua lunga militanza nella nostra Società. Balsamo in allenamento ha sparato anche molto bene, però in questa occasione la sua designazione a titolare avrebbe sicuramente prodotto un po’ troppa pressione.
Torretta, Pecetto e Molinella Castellani sul podio delle Società di Seconda categoria di Fossa Olimpica
Suo fratello Pierluigi, suo nipote Giovanni e anche Paolo Putano e Francesco Gorgone hanno dato un’altra dimostrazione di grande solidità agonistica.
Giovanni ha fatto davvero una grandissima gara che si è concretizzata in quel 96/100 che gli ha permesso anche di passare di categoria. D’altronde era il suo obiettivo: Giovanni attualmente lavora a Roma, quindi è molto impegnato e non riesce a sparare con regolarità e soprattutto quest’anno non è riuscito a fare i Gran Premi e neppure a seguire l’attività regionale. Voleva quindi cogliere questa opportunità anche per il passaggio oltre a permettere alla squadra di vincere. Quanto a Pierluigi, a Paolo Putano e Francesco Gorgone, sono stati le solide colonne che conosciamo e hanno fornito quella robustezza al punteggio che ci ha permesso di vincere con molto vantaggio.
Coach Sollami, dopo tante stagioni di militanza in azzurro ma anche da leader delle formazioni societarie, che cos’è per lei il tiro a volo?
Dico sinceramente: più invecchio e più mi diverto in questo sport. Oltre alla mia convinzione che le gare di Società sono sempre un appuntamento caratterizzato da un’atmosfera bellissima. Ad esempio, quei tre giorni del Campionato italiano al Tav La Torre sono stati straordinari: li abbiamo vissuti come un momento perfino goliardico con una condivisione fraterna di ogni attimo, viaggiando tutti insieme lungo l’Italia con un van. Anzi, a proposito di viaggio, non è mai superfluo sottolineare che per noi siciliani ci sono sempre anche i chilometri. Tanto per far capire in che cosa consistono ogni volta i nostri spostamenti: il Campionato italiano si è concluso alle venti e siamo subito ripartiti, abbiamo fatto un paio di ore di viaggio ma poi ci siamo fermati per festeggiare la vittoria e per il pernottamento e poi siamo rientrati nei rispettivi luoghi di residenza alla fine del pomeriggio di lunedì. Si capisce facilmente che questo significa più o meno per tutti trascurare il lavoro per qualche giorno e non è sempre così facile.
Fabio Sollami
Nel libro dei sogni delle prossime settimane c’è la Coppa dei Campioni?
Alla Coppa dei Campioni ci saremo. Quattro Sollami: mio fratello Pierluigi, Giovanni, ma anche l’altro mio nipote Christian che sta vivendo un momento agonisticamente molto felice, e il sottoscritto, poi Paolo Putano e Giuseppe Zammuto. Sarà difficilissimo, non ce lo possiamo nascondere: ma la passione e la sportività ci impongono di partecipare e onorare la gara. L’ingresso tra le dodici è l’obiettivo primario. Fra l’altro io sono stato tra gli ispiratori della nuova formula con la ripartenza da zero: è una situazione che giustamente fa sperare molte formazioni, perché in quel modo perfino la squadra che entra da dodicesima può giocarsela alla grande. Che dire..? Per noi sarebbe spettacolare: dopo che l’ho vinta nel 2020, per me personalmente una nuova vittoria sarebbe davvero la gara della vita.
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Coach Derizio, c’è soddisfazione a Pecetto per questo argento?
Siamo tutti molto soddisfatti, e io per primo, perché abbiamo affrontato una gara in cui c’erano molte squadre anche ben più accreditate di noi. Alla vigilia ai ragazzi ho detto che in quella gara con un punteggio tra il 550 e il 540 si sarebbe potuto vincere. Con un punteggio inferiore al 540, invece, si poteva soltanto aspirare al podio. E infatti con il 538 è arrivato l’argento. Che è comunque un risultato molto buono, specialmente perché ottenuto su un campo non facile con piattelli molto insidiosi. Al Tav La Torre c’è un’ottima visibilità, quindi il piattello ti sembra lì: e ti sembra facile da colpire, quasi un bersaglio che tu puoi prendere con le mani e invece non è così. Non per niente in quella gara ho visto soltanto cinque o sei 25 in giro, quando invece tradizionalmente in una competizione così di 25 ne escono almeno una dozzina.
Il coach Marco Derizio e la squadra di Pecetto
Com’è avvenuta la designazione dei sei atleti della squadra?
Nella scorsa primavera, quando ho ricevuto l’incarico di Ct dalla dirigenza di Pecetto, ho individuato una quindicina di nomi. Ho guardato essenzialmente ai punteggi che questi elementi realizzavano. Poi ho ridotto la lista a dieci/dodici atleti e ho iniziato a considerare tutte le gare a cui questo gruppo partecipava, sia nella nostra Società di Pecetto che fuori. E nella selezione successiva a quel punto ho individuato i sei: quindi un paio di mesi prima della gara i sei titolari erano definiti. Tra loro ci sono atleti che hanno fatto passi fa gigante in breve tempo: uno su tutti è Vittorio Aceto che al Campionato delle Società ha contribuito con il punteggio personale più alto. Vittorio è un atleta che spara da tre stagioni e sta già ottenendo dei risultati che di solito maturano dopo otto/dieci anni di militanza in pedana. Ma nella scelta degli atleti, oltre all’aspetto tecnico io tendo sempre a considerare la componente emotiva: sappiamo bene che nel tiro a volo, se spari per te stesso lo zero vale soltanto per te, ma se sei in squadra lo zero ha un peso moltiplicato almeno per tre. E allora il livello emotivo in quel caso diventa un fattore importante. Infatti in queste settimane di preparazione è capitato che alcuni degli atleti avessero raggiunto un buon livello tecnico, ma non fossero pronti per una gara con queste implicazioni emotive e quindi occorreva lavorare anche su quell’aspetto. Non certo, ad esempio, nel caso di Matteo Olivieri che è un atleta che io definisco: freddissimo e che non a caso ho collocato di rincalzo in batteria perché è un elemento in grado di fare la sua gara indipendentemente dal fatto che prima di lui il campanello suoni molto o non suoni quasi per niente. Anche Claudio Picasso è un atleta con quelle stesse prerogative e infatti l’ho collocato in prima pedana per disporre di un tiratore di esperienza che aprisse la serie.
Un pensiero al titolo nel corso della gara c’è stato?
In effetti siamo stati in corsa per vincere fino all’ultima serie. Nelle due frazioni centrali abbiamo fatto lo stesso punteggio di Torretta: 136. Quindi all’ultima serie in realtà Torretta aveva soltanto quel vantaggio di cinque piattelli acquisito nella prima. Tra le due squadre, poi, eravamo noi a sparare per primi. Io ho detto ai ragazzi: se riusciamo ad assemblare una serie da 8/10 zeri al massimo, li mettiamo certamente sotto pressione e a quel punto è davvero tutto da discutere. Purtroppo l’approccio psicologico all’ultima serie non è stato corretto perché a dodici piattelli in quell’ultima serie avevamo appena quattro zeri, ma poi c’è stato il crollo. A quel punto abbiamo conquistato l’argento che resta comunque davvero un bel risultato per la Società di Pecetto.
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Vicepresidente Rabyi, che valore ha questa medaglia per la Società di Molinella?
Dico soltanto che sono contentissimo. Questo risultato è prima di tutto un bel premio per la Società perché io mi sono impegnato tanto in questi quattro anni e sono riuscito anche a far crescere molto il numero dei tesserati. Per spiegare meglio: quando sono arrivato i tesserati non erano più di sessanta e, ad esempio, i tiratori di Terza categoria non sarebbero stati in grado di andare a comporre una squadra come è avvenuto questa volta. È stato proprio in questi ultimi anni che alcuni elementi di Terza categoria sono cresciuti di livello e infatti alcuni di loro sono stati proprio quelli che hanno contribuito al risultato che ci ha premiato con la medaglia di bronzo. E adesso intanto siamo anche una Società di centocinquanta tesserati.
La squadra di Molinella Castellani
Possiamo dire che è una medaglia dedicata a Maurizio Castellani?
Certamente. Noi adesso dobbiamo andare avanti e dimostrare che Molinella è una Società attiva che vuole appunto onorare la memoria di Maurizio Castellani con la propria attività. Anche in questa occasione, del resto, di sacrifici ne abbiamo fatti. La domenica della gara i ragazzi sono partiti alle quattro e mezzo di mattina dal campo. Sono arrivati al Tav La Torre in tempo per prepararsi e partecipare alla gara. Senza nemmeno provare il campo. Fra l’altro di quel gruppo soltanto tre persone avevano già sparato sul campo del Tav La Torre, mentre per gli altri era proprio un’assoluta novità. La prima serie è stata ovviamente difficile e infatti quella difficoltà ha prodotto un risultato non buonissimo. Ma dopo la terza serie in effetti erano terzi. In quel momento ho fatto il calcolo che non dovevano scendere sotto il 135 per conservare il posto sul podio. A quel punto, in videochiamata, ho detto ai ragazzi: volete mollare adesso e arrivare soltanto quarti o quinti dopo tutto lo sforzo che avete fatto per recuperare posizioni? Allora, se è così: meglio se tornate subito a casa. Il mio messaggio deve aver funzionato perché infatti abbiamo conquistato quel bellissimo bronzo!
Foto: Clikkami e Tav La Torre