Antonino Rizzo: sognando l’Eccellenza
Il quarantaduenne di Nizza di Sicilia si è appena laureato campione italiano di Seconda categoria di Fossa Olimpica ma il suo sguardo spazia già verso altri luminosi orizzonti
(di Massimiliano Naldoni)
In questo weekend di metà settembre Antonino Rizzo è impegnato con la squadra del Tav Interdonato: all’inseguimento del tricolore al Campionato delle Società di Fossa Olimpica di Seconda categoria. Per il quarantaduenne di Nizza di Sicilia (al centro dell’immagine di copertina tra Vittorio Aceto e Andrea Quaglini) la partecipazione da titolare ai confronti intersocietari di Trap sotto le insegne del sodalizio messinese è ormai uno degli appuntamenti stabili della stagione, ma questa settimana Antonino Rizzo concorre in quella sfida con un blasone speciale. Da alcuni giorni infatti l’atleta siciliano è il nuovo campione italiano di Seconda categoria di Fossa Olimpica e la conquista di quel titolo sulle pedane pugliesi del Tav San Donaci nello scorso weekend è stata così ben delineata da permetterci di tratteggiare fino da ora il suo autore come uno dei più vivaci Prima categoria della prossima stagione.
“Ancora devo realizzare esattamente il traguardo che ho raggiunto. – Sintetizza efficacemente Antonino Rizzo – Non è stato proprio un fulmine a ciel sereno perché sentivo di avere la possibilità di fare un buon risultato, ma in parte la conquista di quel titolo è anche un po’ una sorpresa.”
La storia tiravolistica dell’atleta peloritano è iniziata quasi venticinque anni fa proprio al Tav Interdonato: su quelle pedane del sodalizio messinese Antonino Rizzo ha debuttato appunto da tiratore di Compak per indirizzare poi il proprio interesse, nel giro di qualche anno, verso la Fossa Olimpica. E da molte stagioni l’atleta di Nizza è ormai una colonna portante della squadra che il Presidente del Tav Interdonato Carlo Cremente invia alle rassegne intersocietarie su tutto il territorio nazionale. La conquista del titolo tricolore individuale di Seconda categoria è però certamente il vertice qualitativo della carriera tiravolistica percorsa fino ad ora da Rizzo.
“È stata la prima finale importante che ho affrontato a livello individuale, quindi in quel senso è stata quantomeno una novità. Però ho affrontato questa gara con fiducia perché nel mese di maggio avevo già partecipato ad una competizione sul terreno di San Donaci e, dopo una partenza faticosa, nel corso della prova avevo ricevuto buone impressioni. In occasione del Campionato italiano, nella giornata di venerdì, avevo fatto due serie di prova e il risultato era stato di nuovo soddisfacente: qualche zero, sì, c’era stato, ma non si trattava di errori tecnici quanto piuttosto di zeri dovuti a qualche mia superficialità o alla tensione che si è creata al pensiero della gara dei giorni successivi. Quindi c’erano tutte le premesse per fare una buona gara. Però vincere è davvero un’altra cosa…”
Antonino Rizzo
Il percorso agonistico di Antonino Rizzo al Campionato italiano di San Donaci si è configurato come una solida sequenza di risultati omogenei che hanno permesso all’atleta siciliano di tenere sempre in pugno la competizione, presentandosi alla finale già al vertice della classifica in solitudine con 116/125 e tre piattelli di vantaggio sull’inseguitore più prossimo e concludendo al primo posto con 138/150 davanti ai 135 di Vittorio Aceto (campione italiano di Terza categoria nella stagione 2024) e Andrea Quaglini.
“C’è stata certamente una buona partenza: nella giornata di sabato ho totalizzato due 24 e un 23 e questo mi ha subito incoraggiato. Diciamo che a quel punto in una buona prova ci credevo davvero. A maggio, invece, avevo avuto qualche problema proprio in partenza e dalla prima serie ero uscito con un 20. Poi, però, quando ho capito dove mettere le canne in effetti avevo chiuso quella gara con un 49. E questa volta appunto mi era sembrato di essere entrato subito in sintonia con il campo. Anche se poi si è affacciata un po’ di tensione semmai nella quinta serie: quella del 22. Lì ero teso e ricordo che provavo continuamente a dare regolarità al respiro proprio per allentare la pressione: in quell’ultima serie della qualificazione avevo fatto appunto qualche zero, due quasi consecutivi e poi un altro a metà serie, e mi ero un po’ irrigidito. Ne sono uscito davvero con difficoltà: agli ultimi cinque piattelli ho fatto addirittura tre seconde canne, ma mentalmente non ho mai mollato. È stata però senz’altro la più difficile e la più faticosa delle cinque serie.”
“Per effetto del punteggio – spiega Antonino Rizzo – ovviamente in finale ho iniziato per primo, ma ero tranquillo. È accaduto fra l’altro che Vittorio Aceto, che in finale era l’inseguitore più prossimo, a tre piattelli da me, ha fatto due zeri proprio all’inizio e quindi mi ha attribuito subito un vantaggio ancora più largo. Inevitabilmente ho pensato a quei due piattelli in più che avevano fatto aumentare subito il mio vantaggio. E cercavo invece di non pensarci troppo perché fare troppi calcoli in pedana non aiuta mai. Anche perché poi, infatti, è arrivato il mio primo zero e poi ancora un altro proprio nel momento in cui Aceto invece aveva ingranato e stava macinando piattelli, quindi capivo che nel frattempo il mio vantaggio si stava riducendo. Poi sono arrivato al ventitreesimo lancio e sapevo che, se avessi colpito quello, avrei vinto. L’ho rotto ed è stato davvero un bel momento!”
Con molta modestia Antonino Rizzo si descrive come il vice-capitano della formazione che difende i colori di Interdonato: sebbene l’atleta di Nizza possa frattanto vantare una solida esperienza di pedana (la gavetta in Terza categoria a cui ha fatto seguito la lunga militanza in Seconda, e poi la promozione e la permanenza in Prima categoria per alcune stagioni prima del ritorno in Seconda in questi ultimi anni), una invidiabile anzianità di servizio come uomo-squadra e soprattutto l’importante scudetto appena conquistato. Certamente, però, è anche evidente il desiderio di continuare a dar carburante alla sequenza di risultati positivi.
“Sono già stato in Prima categoria qualche anno fa, – precisa l’atleta messinese – dal 2019 per tre stagioni, e so naturalmente che in quella divisione il ritmo si alza. Servirà intensificare l’allenamento fino dai prossimi mesi del periodo autunnale e invernale: e non sarà facile perché il mio impegno di lavoro nell’ambito dell’edilizia pesante non mi lascia tanto spazio. Però devo ammettere che la volontà di crescere ancora c’è. Ognuno ha almeno un sogno nel cassetto e quello della promozione in Eccellenza è proprio il primo che trovo quando apro quel cassetto.”