Universale, in particolare

Le impressioni di Bianca Revello, Luciano Fiorini Carbognin e Adriano Avveduto sul Campionato italiano invernale della "cinque macchine"

(di Massimiliano Naldoni)

La statistica aiuta in pedana? Proviamo a rispondere. Un anno fa era stata Sabrina Panzeri a conquistare lo scudetto invernale delle Ladies di Fossa Universale sui campi del Tav Belvedere: l’atleta bergamasca aveva totalizzato 177/200 e con 175 centri Bianca Revello si era aggiudicata la medaglia d’argento. Nella stessa cornice di Uboldo quest’anno è stata la specialista ligure a centrare la conquista del titolo, proprio con 177/200 e con due piattelli di vantaggio su Rachele Amighetti. Dunque: la statistica aiuta?

“Non sono del tutto convinta – commenta la neo-tricolore Bianca Revello – perché statisticamente il mio punteggio di questo Campionato è più basso dei punteggi che sto realizzando al momento e anche di quelli che ho realizzato nel corso di questi mesi invernali. Occorre inquadrare ogni gara nella sua vicenda più specifica. Ad esempio io ho partecipato a questo Campionato italiano invernale nonostante che si collocasse a ridosso di un impegno professionale pesante: sono rientrata dall’Iwa in Germania subito prima della gara e ho affrontato i piattelli di prova il giovedì appena sbarcata dall’aereo. Come dico sempre: è il destino di noi tiratori/lavoratori. È qualcosa che non si fa: nel senso che non si dovrebbe fare. Voglio dirla con qualche solennità: risulta una condotta disdicevole dal punto di vista eminentemente atletico, ma in realtà risulta anche un’impresa eroica sotto il profilo personale, specialmente se poi ti permette di ottenere il risultato.”

Bianca Revello

Bianca Revello rinfocola legittimamente un tema – quello della faticosa convivenza del lavoro e della pratica sportiva – che è attualissimo per molti atleti e per molte atlete delle discipline non olimpiche e non solo.

“Si dice che la passione fa il sacrificio e per noi della Fossa Universale, disciplina amatoriale per eccellenza, è ancora più vero perché siamo alla perenne ricerca del modo di contemperare le esigenza del lavoro e della famiglia con l’attività sportiva.”

Se la statistica non aiuta, forse comunque le discipline amatoriali sanano qualche contraddizione? Bianca Revello è perentoria.

“Non sarei del tutto sicura neppure su quello. Abbiamo un approccio alla competizione da professionisti, ma in realtà siamo soltanto degli appassionati. L’approccio professionale produce soltanto la soddisfazione morale. Ma del resto, diciamocelo, il lato bello che accomuna esattamente tutte le discipline non olimpiche è proprio la componente della grande passione per il nostro sport.”

Bianca Revello con Vito Cito e Davide Rossi

“Tuttavia, malgrado queste contraddizioni, la pratica del tiro a volo – prosegue Bianca Revello – possiede delle prerogative straordinarie. Per me, ad esempio, ha rappresentato un forte ristoro emotivo in un momento personale molto difficile. Tento, e a volte riesco, di lasciar fuori il dolore dalla pedana. Tant’è che, come dicevo prima, ho svolto un’attività piuttosto intensa nel regionale invernale del Piemonte con punteggi anche alti che hanno impresso una spinta anche alla squadra della mia Società: il Tav Racconigi. Proprio a Racconigi abbiamo costituito un bel nucleo di universalisti: abbiamo istituito un gruppo in chat che è denominato Universalmente Racconigi e siamo una trentina. La Società del Presidente Pier Franco Allasia ha il merito di concederci stabilmente per l’Universale un campo che in realtà diventano anche due quando si approssima la data di qualche competizione importante. La volontà del Tav Racconigi di aprire alle discipline non olimpiche è molto chiara ed è anche per quello che la Società riesce ad attrarre appassionati da molte zone diverse e anche atleti in fasce anagrafiche diverse. È il caso dei numerosi appassionati del savonese e in generale della Liguria che hanno trovato un approdo tiravolistico a Racconigi. Ed è anche il caso di un bel gruppo di tiratori molto giovani che si sono avvicinati all’Universale come Davide Rossi che all’Invernale di Uboldo componeva la squadra insieme a Vito Cito e a me. Davide è un diciassettenne che ha certamente pagato emotivamente lo scotto di una gara importante, ma ha anche certamente fatto tesoro di un’esperienza agonistica di alto livello. D’altronde per Racconigi il 2025 è un anno di testing in cui verificheremo soprattutto le forze in campo. Io mi sto prestando volentieri a offrire quella che può essere la mia competenza e la mia esperienza di pedana con qualche lezione e utili consulenze in chat. Vedremo e verificheremo proprio nel corso dell’anno la crescita di questo vivace fermento tiravolistico che si sta creando al nostro impianto.”

Il Campionato italiano invernale di Fossa Universale ha rappresentato davvero un banco di prova per numerose formazioni che stanno vivendo una sorta di work in progress. Insieme a Racconigi deve essere segnalato senz’altro il caso del veronese Tav Zevio che a Uboldo ha presentato due squadre e ha incassato il titolo individuale dei Senior con uno spumeggiante Luciano Fiorini Carbognin (nella foto di copertina).

Luciano Fiorini Carbognin

“Abbiamo iniziato quest’anno a coltivare le squadre – spiega l’atleta veronese che da alcune stagioni veste la maglia azzurra nelle selezioni del Ct Sandro Polsinelli – e con il Presidente Renato Biondani stiamo vedendo i primi segnali interessanti. L’arrivo sotto le nostre insegne di Alessandro Camisotti, che è il fuoriclasse che sappiamo, ha certamente impresso rinnovato entusiasmo al gruppo. C’è sicuramente ancora un numero troppo circoscritto di giovani, ma devo dire che il Delegato Fitav del Veneto Adriano Lonardi, sempre instancabile in queste iniziative, si sta prodigando e sta compiendo un lavoro eccellente di promozione di proselitismo.”

“Confesso che personalmente tenevo molto a questa gara – rivela Luciano Fiorini Carbognin – che rappresentava anche un test importante per le convocazioni della stagione. Una gara, quella di Uboldo, che fra l’altro non era partita sotto i migliori auspici perché il venerdì dall’allenamento non ero uscito particolarmente soddisfatto. Diciamo che in quel momento avrei messo la firma per un 190. E avrei sbagliato perché in gara poi sono riuscito ad assemblare un 193. In gara effettivamente ho subito trovato un altro ritmo, basta considerare che il risultato del primo giorno poteva essere un 99/100 perché sono andato a sbagliare il centesimo piattello: un destro in quarta pedana che è il lancio che tipicamente fa selezione nell’Universale. Poi, sì, c’è stato un altro passaggio difficile alla prima serie del secondo giorno quando mi sono arenato su di un 22 per qualche problema di visibilità. Ma la risposta con i due 25 successivi è stata convincente e mi ha permesso di immaginare che fossi sulla strada giusta. Non lo sapevo di preciso, però, perché io non guardo mai i monitor e non so mai esattamente la situazione della gara. Mi limito ad osservare l’umore dei miei contendenti all’uscita dalla pedana: certi sguardi parlano più efficacemente di un numero sul monitor…”

Sulle pedane di Uboldo erano naturalmente in gara anche i campioni in carica della Polisportiva La Contea che celebravano con questo primo impegno invernale l’inizio agonistico del secondo decennio di esistenza della Società di Modica.

“Sì, siamo arrivati da detentori, – spiega il Direttore tecnico ed atleta Adriano Avveduto – che peraltro è una condizione agonistica sempre difficile, ma sapevo da tempo di non poter disporre in questa occasione di alcuni tiratori fortissimi del gruppo: era indisponibile ad esempio il campione italiano Francesco Mozzicato e non avevano potuto rispondere alla chiamata neppure Francesco Pollicino e Vincenzo Triscari per inderogabili impegni di lavoro e di famiglia. Avevo allora composto la squadra con alcuni atleti che in buona parte erano esordienti o quasi e si sa quanto sia difficile per ogni atleta con un’esperienza ancora acerba affrontare un evento impegnativo come il Campionato italiano invernale. Ho voluto far leva appunto sull’entusiasmo di alcuni nuovi atleti e in certo modo l’esperimento è riuscito perché Giuseppe Spatola, che è un nuovo tesserato della Contea, è riuscito addirittura a centrare il titolo di Terza categoria con una gara stupenda.”

“La nostra prima squadra, in cui ho militato anche io con Stefano Covato e Daniele Castiglia, era sicuramente più attrezzata in termini di esperienza: magari non in corsa per vincere ma certamente per concorrere per una medaglia. D’altronde ci siamo resi conto subito nelle serie di prova che sarebbe stata una gara molto tecnica e molto impegnativa e quindi in realtà sono soddisfatto del sesto posto che abbiamo ottenuto dimostrando ancora una volta che La Contea si presenta sempre in forze: anche quando i chilometri da percorrere sono tantissimi. Personalmente arrivavo da una decina di giorni di impegno professionale molto intenso  e confesso che in alcuni momenti della gara, complici anche le condizioni meteo un po’ estreme, non sono riuscito ad attestarmi sulle mie medie tradizionali.”

Giuseppe Spatola

“La Contea – commenta ancora Adriano Avveduto – sta vivendo un suo momento storico davvero molto importante. Questo inizio di stagione coincide anche con l’inizio del nostro secondo decennio di storia: tra mille difficoltà perché i problemi che devono affrontare le Associazioni sportive dilettantistiche sono noti. Il gruppo è però molto unito e la Società è gestita in maniera meravigliosa. Da dieci anni teniamo unito un nucleo numeroso di atleti: permettiamo a molti dei nostri tiratori di divertirsi con la loro pratica sportiva preferita e infatti i successi sono arrivati principalmente proprio per questo. Mi sento di dire che abbiamo fatto la storia del tiro a volo siciliano e in una parte non piccola anche quello italiano, specialmente se si considerano le dimensioni complessive della nostra Società. In tutta sincerità io vedo un futuro roseo, perché in queste stagioni abbiamo investito con convinzione sui giovani. Puntiamo certamente al Campionato invernale delle Società di Fossa Olimpica e con altrettanta sicurezza a quelli estivi sia di Olimpica che di Universale e sicuramente saremo presenti anche alla Coppa dei Campioni di Universale perché la formula è senz’altro affascinante: quindi per questo primo anno del secondo decennio ci aspetta una stagione davvero impegnativa, ricca di tanti traguardi possibili. Ho detto appunto: traguardi possibili perché lo sport è un continuo aspirare a raggiungere qualcosa. Se poi non li raggiungeremo, saremo felici ugualmente perché tutto questo significa coltivare, con la stessa intensità del primo giorno in pedana, questa nostra grande passione per il tiro a volo.”