Universale 2024: che duello tra La Contea e Fagnano!
Ripercorriamo con i coach dei siciliani e dei lombardi - rispettivamente Adriano Avveduto e Luigi Matarazzo - il vibrante episodio sulle pedane di Crevalcore
(di Massimiliano Naldoni)
C’è un episodio del 2024 della Fossa Universale che ha saputo creare davvero intensissime emozioni: l’intersocietario e la sfida per la Coppa dei Campioni che si è disputato al Tav Olimpia di Crevalcore. Le protagoniste di quel confronto sono state la Polisportiva La Contea e il Tav Fagnano. Il sodalizio di Varese, agli ordini del coach/atleta Luigi Matarazzo, ha centrato la conquista del titolo tricolore del Gruppo A con Claudio Armiraglio, Stefano Pavan e Marco Molteni. Il team di Modica, diretto dal coach Adriano Avveduto, si è invece impossessato con autorevolezza del titolo del Gruppo B con Francesco Mozzicato, Vincenzo Triscari e Maurizio Annaloro. Il duello per la conquista della Coppa dei Campioni ha vitso poi prevalere La Contea per 74/75 a 71. Diamo allora la parola proprio ai due coach per rivivere quei momenti di grande esaltazione sportiva.
Coach Avveduto, gettando uno sguardo a ritroso in questa annata, quale impressione le ha lasciato la grande sfida dell’intersocietario di Fossa Universale?
È stata una gara favolosa. Ad un’analisi strettamente tecnica occorre dire che una gara a 75 piattelli è una gara corta e l’attesa tra una serie e l’altra crea inevitabilmente tanta tensione e rischia anche di indurre un po’ di distrazione tra i contendenti. Però va detto che noi in questo senso siamo bravi a fare gruppo e a creare sempre aggregazione. E questo aspetto è stato un’arma importante per la vittoria.
Anche quest’anno la corsa al titolo delle Società è stata praticamente un duello serrato tra La Contea e Trap Pezzaioli: un classico di questa sfida.
Il Trap Pezzaioli è una squadra attrezzatissima per vincere: infatti se guardiamo la classifica generale di quel confronto nelle prime posizioni c’è un’alternanza continua tra La Contea e la squadra di Montichiari fino alla sesta posizione, quindi significa un dominio assoluto di queste due Società nel comparto della Fossa Universale. Ma d’altronde è un duello che nella stessa annata si era già proposto anche nella sfida invernale.
Il confronto con Fagnano per la Coppa dei Campioni è stato poi una gara nella gara.
Sì: un momento altrettanto appassionante. Innanzitutto perché Fagnano schierava Caludio Armiraglio e Stefano Pavan che sono due atleti di grandissimo livello nel panorama italina e internazionale. Dal momento che Fagnano era una delle probabili contendenti per la Coppa dei Campioni, io avevo seguito con molta attenzione il loro percorso in tutta la gara e, dopo le prime due serie pressoché eccezionali con addirittura un 75/75 nel primo turno, avevo visto che con minore visibilità nella terza serie erano andati in difficoltà. E quel fenomeno mi ha convinto che i miei tre tiratori nella finale per la Coppa avrebbero potuto compiere l’impresa. Ovviamente per realizzare quell’impresa i nostri atleti dovevano fare una super prestazione e ci sono quasi riusciti perché hanno totalizzato 74/75 fra l’altro con uno zero al venticinquesimo di Maurizio Annaloro quando comunque il risultato era aritmeticamente già acquisito. Annaloro ha sbagliato l’ultimo piattello piangendo di gioia perché con la coda dell’occhio aveva visto tutti noi che alle spalle della pedana stavamo già festeggiando. La differenza l’ha fatta tecnicamente la grande capacità di Francesco Mozzicato, Vincenzo Triscari e dello stesso Maurizio Annaloro di competere anche in condizioni di visibilità ridotta, ma soprattutto l’ha fatta il desiderio di aggiudicarsi la Coppa dei Campioni che ci mancava dal 2017. Fra l’altro quei tre atleti subito dopo hanno compiuto un’altra impresa che nel nostro sport non si sottolinea mai abbastanza. Appena finita la pedana, infatti, sono corsi in aeroporto e sono riusciti a prendere l’aereo per tornare immediatamente a casa perché la mattina successiva erano tutti e tre impegnati con il loro lavoro. La Coppa dei Campioni di Universale è stata anche il culmine di una stagione eccezionale in cui abbiamo di nuovo brillato praticamente in tutte le sfide che abbiamo affrontato, festeggiando i dieci anni di attività con quattro medaglie d’oro e una d’argento in trasferte lunghissime e impegnative.
Coach Matarazzo, qual è stato è qual è il criterio seguito per la definizione della squadra di Fagnano?
Il meccanismo di scelta è legato nei fatti a un ranking che si stila nell’arco dell’anno all’interno del gruppo dei tiratori di Fagnano: ci sono anche dei raduni in cui i candidati sparano tutti insieme ed è il numero dei piattelli a determinare le scelte. Il caso del Seconda categoria Marco Molteni è esemplare: si tratta di un atleta che si è conquistato il suo ruolo nella sua divisione proprio con i risultati. Ma abbiamo iniziato con un test a 100 piattelli a cui ha partecipato un gruppo di una trentina di atleti che avevano i requisiti per andare a comporre la squadra. Lo sport è un grande catalizzatore di passioni: quel giorno in cui abbiamo fatto quel primo test di selezione per la squadra si percepiva un senso di grande responsabilità, ma anche una certa solennità e un’autentica tensione agonistica. In tutto questo ha sempre un grande valore naturalmente anche la grande disponibilità della Società che ci permette di costruire la squadra e ci consente di partecipare alle manifestazioni e infatti un ringraziamento particolare deve andare al nostro Presidente Alberto Bassi che sa interpretare perfettamente lo spirito agonistico del gruppo. D’altronde la Società di Fagnano attualmente continua ad interpretare alla lettera la volontà del nostro storico Presidente Mauro Bassi che è stato un grande dirigente e un grande organizzatore ma soprattutto è stato un agonista capace di unire il gruppo e di far dirigere le forze degli atleti verso ogni traguardo. L’eredità ideale più importante che ci ha consegnato Mauro Bassi è proprio il concetto di unione del gruppo. Ad esempio, a Crevalcore nelle squadre di Fagnano avevo inserito anche qualche elemento che era al debutto e che infatti si è ritrovato a fare un punteggio modesto al suo esordio. Ma il gruppo in quel caso è appunto sempre intervenuto a sostenere il soggetto che infatti ha saputo dare una risposta di grande carattere nelle serie successive.
Coach Avveduto, in quale elemento possiamo individuare il segreto della grande esuberanza agonistica della Contea?
Il masimo lo otteniamo divertendoci. Divertirsi in pedana è condizione essenziale perché tutti quanti possano esprimersi al meglio. Nel nostro sport la differenza la fa la condizione mentale e quando tutti gli atleti sono tenuti in grande considerazione, grazie al coinvolgimento di tutto il gruppo, hai già posto un tassello determinante.
Coach Matarazzo, si dice sempre che quello del selezionatore di una squadra è il ruolo più difficile: come lo giudica?
Quando va tutto bene e si ottengono i risultati o anche quando non si ottiene proprio il massimo ma ci si avvicina molto, sembra tutto facile. Ma non possiamo parlare solo di risultati tecnici. Quello che io trovo fondamentale è il coinvolgimento della squadra in un progetto. Quando abbiamo vinto il titolo delle Società di Fossa Universale del Gruppo A non avevano vinto soltanto Stefano, Claudio e Marco perché dopo quell’affermazione le lacrime agli occhi le avevamo tutti: tutto il numeroso gruppo dei sostenitori che erano presenti alla gara. Per tutta la preparazione della gara ho sempre immaginato che di quella vittoria dovessero sentirsi autori tutti, ma proprio tutti i tesserati di Fagnano.
Va detto che il Tav Fagnano si è ritagliato un bel ruolo anche alla Coppa dei Campioni di Fossa Olimpica.
È stata effettivamente un’impresa stratosferica inserirsi tra le prime dodici squadre con il sesto punteggio al traguardo delle tre serie. Nella terza serie abbiamo avuto davvero un gran pubblico che ci seguiva dietro la pedana! E in quella terza serie si è sperimentato davvero lo spirito sportivo del gruppo perché ho visto Stefano Pavan, che è incappato nella sua peggior serie, correre ad abbracciare piangendo Fortunato Gattuso, che è un Terza categoria, che ha fatto uno strepitoso 25 ed è andato a compensare in positivo il punteggio della squadra. Sono momenti di straordinaria emozione che il nostro sport sa ancora regalarci.
Coach Avveduto, dopo un’altra stagione di strepitosi successi La Contea è in grado di gettare uno sguardo convinto alla Coppa dei Campioni di Fossa Olimpica del 2025?
Grazie anche al nuovo regolamento la Coppa dei Campioni di Fossa Olimpica è divenuta una manifestazione a cui presteremo molta attenzione nella prossima stagione e a cui dedicheremo un programma di preparazione particolare perché questi anni di esperienza hanno spiegato chiaramente a tutti noi che ogni gara richiede tempo e una programmazione specifica. Ecco la nostra più grande sfida per il 2025!