TUTTI INSIEME TIRAVOLISTICAMENTE
Il club manager del Tav Roma Francesco D’Aniello e alcuni degli autori delle prove più brillanti alla gara della Struttura federale spiegano il significato di questo importante momento di aggregazione dell’intera Italia del tiro a volo
(di Massimiliano Naldoni)
“A parer mio sono state due giornate fantastiche.” Con queste significative parole Francesco D’Aniello – club manager del Tav Roma che ha ospitato l’edizione 2022 della gara della Struttura federale e protagonista della foto di copertina – ha sintetizzato le prerogative del tradizionale appuntamento di fine stagione. “E il giudizio non è emesso semplicemente perché quasi trenta gradi di temperatura hanno fatto da cornice all’evento e pertanto abbiamo potuto vivere quelle stesse due giornate all’aperto come in una manifestazione estiva, ma soprattutto perché è stato celebrato il Consiglio Federale e successivamente il Presidente federale ha incontrato le Società e c’è stata quindi la possibilità di parlare tutti insieme di quello che sarà il tiro a volo nel futuro.”
“È superfluo sottolineare – spiega ancora il vincitore dell’argento nel Double Trap a Pechino 2008 e oggi dirigente del sodalizio capitolino – che si sta verificando un aumento generalizzato di costi e occorre correre ai ripari in favore della nostra utenza. Questi aumenti producono ovviamente effetti negativi anche per le Società che devono a loro volta sostenere costi spesso triplicati. Credo allora che si debba trovare un giusto rapporto tra quello che può offrire una Società e quello che possono richiedere i tiratori. Anche queste due giornate bellissime del resto hanno palesato la situazione di crisi, perché c’è stato un calo di partecipazione rispetto all’anno scorso di una quarantina di unità, però va precisato energicamente che ha prevalso il clima di collaborazione e si è comunque trattato di una vera festa. Perfino in questi giorni che hanno seguito la manifestazione ho continuato a ricevere telefonate di persone che hanno partecipato alla gara e che hanno apprezzato il genere di accoglienza e la qualità tecnica dei campi.”
“C’è stata quindi una partecipazione convinta e soddisfatta – prosegue Francesco D’Aniello – soprattutto anche da parte di quel gruppo di persone che genericamente includiamo nel novero degli accompagnatori. Si tratta di molte persone che appartengono al nostro mondo tiravolistico che appunto non hanno partecipato alla gara, ma hanno voluto essere presenti per ascoltare l’intervento del Presidente federale e per capire quale futuro attende il tiro a volo. Per il nostro impianto si è trattato di un altro esame importante che abbiamo superato brillantemente e che ci fa immaginare che il Tav Roma nella prossima stagione possa essere magari la sede di un evento internazionale. I complimenti e i ringraziamenti del Presidente federale e del Consiglio a proposito dell’organizzazione generale dell’evento mi fanno comprendere che siamo sulla strada giusta per far tornare la nostra struttura al centro della geografia impiantistica italiana e mondiale.”
A proposito della “due giorni” di Roma Luigi Padula, primo classificato nella graduatoria dell’Organizzazione territoriale in gara nel Trap, sottolinea il significato anzitutto sportivo dell’appuntamento.
“Quel pizzico di agonismo che ci mettiamo anche in queste rassegne – spiega il Delegato regionale Fitav della Basilicata – alla fine funziona sempre. Quando c’è il tricolore di mezzo, ciascuno di noi mette in campo il meglio della propria condizione: lo si è visto anche negli shoot-off molto combattuti.”
“È il secondo anno consecutivo che vinco nella mia qualifica di appartenenza – scherza Luigi Padula – e quindi sto diventando l’uomo da battere! Va detto che sono riuscito a sfoderare la performance anche in un anno in cui, per motivi professionali, ho potuto condurre un allenamento davvero molto ridotto. Il campo di Roma del resto è molto impegnativo da quando Francesco D’Aniello se ne è assunto la responsabilità tecnica e ricordo con piacere che l’anno scorso alla gara della Struttura con 48/50 sono stato il primo assoluto.”
“Agonisticamente in questa gara – prosegue il numero uno del tiravolismo della Basilicata – spari 50 piattelli ma non a scorrere, quindi devi sostenere un intervallo di due o tre ore tra le due serie. Questo determina qualche calo anche incredibile che risulta prodotto dalle aspettative che ognuno riversa sulla seconda serie. Sappiamo bene, infatti, che nel tiro a volo anche i dettagli contano sul piano tecnico. Certamente si tratta di un evento che non va preso con fanatismo: mi si passi il termine. Però, se la Federazione decide di assegnare dei titoli, vuol dire che intende dare un aspetto di competizione a questa manifestazione, altrimenti faremmo una festa e basta. Ne consegue che le prerogative agonistiche devono esserci e manifestarsi. D’altronde ci sono ambiti in cui, per il numero di partecipanti, la competizione si crea, eccome! Nel Settore arbitrale, ad esempio, ci sono centoventi tiratori e diventa una gara vera e propria, ma anche nella Organizzazione territoriale siamo trenta e la sfida è sempre aperta.”
Sull’aspetto di momento di confronto insiste invece Andrea Marussi.
”Trovarsi alla competizione della Struttura federale – spiega il Delegato regionale del Friuli-Venezia Giulia che ha svettato nell’Organizzazione territoriale dello Skeet – è sempre una grande occasione che dà la possibilità di partecipare a una bella festa con tutte le componenti del nostro sport. È una importante occasione di ritrovo, ma soprattutto di confronto e di crescita. È qui che ho avuto la possibilità di parlare con il Presidente Rossi e con altri componenti del Consiglio su argomenti riguardanti il nostro sport e così ho avuto l’opportunità di accrescere la mia conoscenza e ricevere lo stimolo giusto per portare avanti la qualità del tiro a volo nella mia regione. Si parla spesso di informazione. Ebbene, la gara della Struttura federale, oltre a segnare la chiusura di un anno sportivo, è davvero anche il più grande evento formativo e informativo per tutti coloro che vi prendono parte.”
La gara della Struttura federale è certamente anche un’occasione per celebrare alcune glorie del mondo del tiro a volo come Sergio Forlano che, da atleta azzurro, ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia del nostro sport.
“È stata una circostanza un po’ strana – precisa lo skeettista capitolino che si è imposto nella qualifica degli Istruttori del Settore giovanile – perché a livello personale arrivavo da un brutto periodo. Ma ci tenevo ad esserci per ritrovare gli amici del tiro a volo e per partecipare a quello che è comunque sempre un suggestivo momento di festa. Nemmeno mi aspettavo di vincere. Ho sparato anche discretamente pur avendo sparato pochissimo in questa stagione. Ma non voglio certo abbandonare l’attività, anche se attualmente mi diverto moltissimo nel ruolo di Istruttore dei ragazzi. Poi naturalmente i Campionati regionali, i Gran Premi e i Campionati italiani li faccio perché la passione resta salda. Anche perché mi piace davvero stare in gara: se non ho lo stimolo della competizione, non riesco davvero a sparare.”
“La gara della Struttura – racconta ancora Sergio Forlano – è anche un momento importante di confronto e posso dire che, non soltanto in queste due giornate, ho raccolto molti appelli dei tiratori di Seconda e Terza categoria a eliminare il giro semplificato e applicare il regolamento internazionale alle gare di tutti i livelli. È evidente che nello Skeet anche i Seconda e Terza categoria vogliono fare le semifinali e le finali e vogliono affrontare le famigerate doppie inverse: ma d’altronde perfino in allenamento tutti affrontano le doppie, non certo il giro semplificato. In tutta sincerità anche io concordo che non ha senso continuare a sparare con il giro semplificato nelle categorie inferiori. In fin dei conti è anche un bel segnale: vuol dire che a tutti i livelli nello Skeet c’è il desiderio di misurarsi con le maggiori difficoltà del nostro sport e questo indica anche che la platea degli appassionati segue molto le gesta dei nostri azzurri e vuole imitarli in pedana o quantomeno immedesimarsi nelle difficoltà che affrontano nelle gare internazionali più importanti.”
Graziano Festa, Presidente del Tav Potenza dal 2021, ha partecipato a questo evento e si è distinto nella Fossa Olimpica tra i dirigenti societari di Eccellenza e Prima categoria anche per sostenere il diritto ad esistere del più antico sodalizio tiravolistico della Basilicata.
“Ho partecipato anche ad altre edizioni – spiega Graziano Festa – e sono quasi sempre salito sul podio, sia sparando da Direttore di tiro che invece gareggiando come Presidente di Società come in questo caso. Si tratta dunque di una gara e soprattutto di un campo, quello di Roma, appunto, che conosco bene, però devo riconoscere che in questa edizione abbiamo potuto gareggiare in condizioni davvero ideali perché l’impianto ha presentato dei lanci perfetti che Francesco D’Aniello e il suo staff hanno approntato per tutti noi.”
Si è presentato agonisticamente preparato anche Sergio Marchini, massimo dirigente del Tav Delle Alpi, che si è aggiudicato brillantemente la medaglia d’oro tra i Presidenti di Società di Seconda categoria.
“Resta un bel momento di festa per tutto l’ambiente del tiro a volo – sottolinea il dirigente piemontese parlando del tradizionale appuntamento di fine stagione – anche se certamente dobbiamo fare i conti con qualche preoccupazione che serpeggia tra coloro che gestiscono gli impianti. Non possiamo nasconderci che allo stato attuale si lanciano meno piattelli e i nostri tesserati riducono l’attività limitando ad esempio gli allenamenti. Occorre certamente mettere in campo idee nuove: ad esempio per il prossimo weekend al Delle Alpi abbiamo organizzato una gara a cui contribuirà significativamente un imprenditore del comparto alimentare che è anche un appassionato e un amico di vecchia data della nostra Società. Ci saranno premi per tutti ed è quindi un invito a partecipare indipendentemente dalle aspirazioni e dalle potenzialità agonistiche di ciascuno.”
“Quanto alla mia prova alla riunione della Struttura federale, – conclude Sergio Marchini – devo dire che lo spirito della gara mi dà sempre slancio: sono fieramente un combattente!”