Trap Uno: l’anno della svolta

Il Grand Prix of Italy del 22 e 23 luglio a Mesero rappresenterà il debutto internazionale ufficiale della disciplina in Italia in vista dell’Europeo francese di agosto: le considerazioni del Dt Giampaolo Micheletti e del massimo dirigente del club milanese Alberto Castoldi

(di Massimiliano Naldoni)

Il 2023 si preannuncia indiscutibilmente come un anno importantissimo per il Trap Uno che vedrà celebrato dal 25 al 27 di agosto il primo Campionato d’Europa nella sede francese di Pompiey. L’Italia si è già mossa con largo anticipo per approdare a quell’appuntamento nel migliore dei modi e il Grand Prix of Italy della specialità che si disputerà sulle pedane dell’Atavic Mesero esattamente un mese prima dell’evento continentale costituirà a sua volta uno snodo strategico fondamentale per lo sviluppo del Trap Uno sul territorio nazionale. Ne è perfettamente convinto anche Giampaolo Micheletti, Direttore tecnico della specialità.

“Utilizzerò il Grand Prix di Mesero – spiega il coach capitolino – come test fondamentale in vista dell’Europeo francese di agosto. L’appuntamento sulle pedane del Presidente Alberto Castoldi si rivelerà tecnicamente molto interessante: un test sulla distanza di duecento piattelli fornirà infatti indicazioni molto utili e ben delineate in particolare per verificare il comportamento di ogni atleta sulla lunga distanza. Credo che, proprio per l’importanza che il Grand Prix di Mesero rivestirà in vista della gara continentale, l’appuntamento italiano di luglio sarà scelto da moltissimi atleti e da moltissime atlete delle altre nazioni d’Europa come test preparatorio, quindi con Alberto Castoldi ci attendiamo anche una forte e qualificata partecipazione e questo elemento di grande spettacolarità costituirà un richiamo ulteriore per i nostri appassionati che potranno vedere all’opera i massimi talenti del panorama internazionale e misurarsi direttamente con quelli. In occasione del Campionato europeo di Fossa Universale ho avuto una serie di contatti con numerosi dirigenti Fitasc e ho ricevuto assicurazione che la partecipazione all’appuntamento di Mesero sarà certamente intensa proprio per il suo ruolo di prova generale del primo Europeo della storia del Trap Uno.”

Il Direttore tecnico della nazionale di Trap Uno Giampaolo Micheletti

D’altronde anche Alberto Castoldi (protagonista della foto di copertina) ribadisce che l’Atavic Mesero si presenterà all’appuntamento internazionale di luglio forte di un restyling significativo e di un impegno ormai di anni in favore della disciplina del Trap Uno.

“Siamo il club che ha certamente investito di più sulla specialità – afferma perentorio il massimo dirigente del sodalizio milanese – e ci presentiamo al Grand Prix di luglio con quello che io amo definire: il nuovo Mesero. Si tratta di uno stand che ha certamente lasciato quel profilo locale coltivato efficacemente per molto tempo in favore di un ruolo ormai internazionale. Come dirigenza del club abbiamo appunto voluto effettuare alcuni investimenti anche ingenti per ospitare quella che sarà di fatto la prima gara internazionale di Trap Uno in Italia. Ci presentiamo all’appuntamento con quattro campi perfettamente attrezzati per la specialità: un’operazione che mi ha impegnato moltissimo in prima persona in questi ultimi mesi, tant’è che ormai ho privilegiato il ruolo di dirigente a quello, in realtà sempre amato e mai abbandonato, di agonista.”

L’Atavic Mesero ospiterà il Grand Prix of Italy di Trap Uno il 22 e il 23 luglio

Il movimento del Trap Uno certamente continua a interrogarsi sulla fisionomia originale della disciplina, ma Giampaolo Micheletti in questo senso non ha dubbi.

“Il Trap Uno – precisa il coach azzurro – è una specialità che si rivolge essenzialmente al neofita perché propone lanci con angolazioni meno vertiginose e con ridotta velocità. Del resto ho visto in questi anni molti nuovi tiratori che hanno iniziato volentieri con il Trap Uno e poi si sono spostati gradualmente su altre discipline come la Fossa Universale o l’Olimpica. Ho l’abitudine di ripetere che il Trap Uno è una disciplina generosa che produce realmente tiratori: che avvicina in maniera soft il neofita all’attività agonistica e poi lascia che quel neofita voli da solo.”

Il coach Giampaolo Micheletti

“Sì, corrisponde assolutamente a verità, – prosegue Giampaolo Micheletti – che al Grand Prix di Mesero saranno presenti sicuramente anche alcuni specialisti della Fossa Universale che mi hanno già assicurato l’adesione. Ma non concordo con il concetto che una disciplina sottragga forze all’altra: semmai è proprio il contrario. Il Trap Uno è propedeutico al tiro a volo in generale perché rappresenta il giusto tramite tra l’attività schiettamente amatoriale e l’agonismo, ma è anche una palestra utile per l’allenamento degli specialisti delle discipline a più alto tasso di agonismo.”

Su questo interessante doppio profilo della specialità e dei suoi frequentatori esprime alcune interessanti considerazioni anche Alberto Castoldi.

“L’esperimento che abbiamo condotto a Mesero in questi ultimi anni – dichiara il massimo dirigente del club milanese – è emblematico delle prerogative della disciplina. Sulle nostre pedane si è creato infatti un gruppo di praticanti del Trap Uno: si tratta di una quarantina di atlete e atleti che frequentano l’impianto con regolarità e io li definisco volentieri prima appassionati e poi agonisti. Non si tratta di soli tesserati di Mesero: il gruppo comprende ad esempio atlete e atleti di Accademia Lombarda, di Belvedere e di Arluno. Come dicono loro, sono tesserati e praticanti, sì, ma soprattutto amici. Non c’è infatti la pressione della competizione nell’attività che svolgono perché sono convinti che il Trap Uno è e deve restare essenzialmente un divertimento. E io non posso che concordare pienamente.”

Il Presidente dell’Atavic Mesero Alberto Castoldi

“Ho coniato una regola – conclude Alberto Castoldi – in questi anni di militanza nel Trap Uno e di impegno personale e intenso per promuoverlo. È una definizione per certi aspetti semplice ma rende perfettamente l’idea e recita: il Trap Uno è propedeutico a non far fuggire l’aspirante tiratore. Che cosa significa? Che al neofita che già frequenta il mio campo da qualche tempo devo permettere di uscire di pedana con un 15 o con 17, altrimenti se quel neofita non sperimenterà tangibilmente dei progressi abbandonerà il mio campo e in generale l’attività del tiro a volo. Penso ai tanti giovani che vedo avvicinarsi al nostro sport: il modo per conservare la loro presenza è farli appassionare al risultato. Il Trap Uno in questo modo offre gratificazioni agonistiche immediate ed è disciplina che crea aggregazione divertendo. L’80% dei frequentatori del Trap Uno la pensa così ed è assolutamente anche il mio pensiero. Certamente adesso, con un circuito nazionale e internazionale che sta assumendo una fisionomia sempre più precisa, vedremo arrivare anche talenti dalla Fossa Olimpica e dall’Universale, ma la disciplina del Trap Uno ha ormai acquisito questa molteplice funzione, quindi potrà essere adeguata palestra per gli agonisti e in contemporanea laboratorio efficace per i tantissimi nuovi praticanti che vedremo frequentare le nostre pedane.”