Sardegna e Toscana: la business class dello Skeet

Condotte con esperienza dai coach Efisio Loi e Nino Calantoni, le due formazioni hanno meritato pienamente il podio nel Trofeo delle Regioni di Skeet

(di Massimiliano Naldoni)

Non solo Lazio: il Regioni 2025 di Skeet ha infatti confermato l’alto livello agonistico delle scuole della Sardegna e della Toscana che hanno meritato rispettivamente l’argento e il bronzo alle spalle del team di Manrico Lodi. A guidare la formazione isolana (nella foto di copertina) è stato Efisio Loi nel doppio ruolo di Ct e atleta. Uomo di sport a tutto tondo con una militanza ultraventennale nel calcio (Sono stato un terzino di ferro alla Gentile: confessa il Veterano di Orosei) e con l’approdo al tiro a volo intorno ai trentacinque anni di età, Loi ha composto e guidato la squadra completata da Antonio Bellu, Nicolò Diturco, Pietro Pileri, Gianluca Flore e Andrea Miscera che con 530/600 è salita sul secondo gradino del podio del Regioni. Anche la Delegata Fitav della Sardegna Federica Riu ha voluto seguire l’intera trasferta della squadra al Tav Falco per testimoniare la partecipazione dell’intera comunità tiravolistica della regione.  Ho deciso di essere presente a questa gara di Skeet – ha spiegato la Delegata Riu – perché la nostra squadra in ogni stagione procura grandi soddisfazioni e anche quest’anno ha prodotto un eccellente risultato. Ho visto i ragazzi impegnarsi davvero e dare il massimo.

Anche nel caso della Toscana il Ct della formazione, Nino Calantoni, è stato costretto a scendere in campo anche nel ruolo di atleta per un rimaneggiamento della formazione dell’ultimo minuto. A comporre la compagine etrusca sono stati chiamati Yari Giandolfi, Matteo Bragalli, Tommasi Calistri, Paolo Micheli e Lorenzo Forasassi.

Abbiamo chiesto allora ai due team-leader di ripercorrere le fasi che hanno portato alla composizione delle squadre e di rivivere quella intensa giornata di gara.

Il podio del Regioni di Skeet con il Lazio al vertice davanti a Sardegna e Toscana

Efisio Loi

Coach Loi, con quale obiettivo la Sardegna si era presentata al Regioni di Skeet?

Siamo partiti per il Trofeo delle Regioni convinti di poter anche vincere. Poi naturalmente in ogni gara occorre attendere il responso del campo che è quello che conta, perché infatti è avvenuto proprio nell’ultima serie il sorpasso del Lazio che ha realizzato una serie eccezionale. Onore al merito, come si dice in questi casi: la squadra del Lazio ha saputo davvero cogliere l’attimo e meritare la vittoria.

Nella prima serie, come del resto è accaduto proprio anche al Lazio e ad altre squadre, avevate però totalizzato un punteggio al di sotto del vostro vero standard.

Io ho fatto un esame attento di quello che è capitato. Innanzitutto va detto che per la nostra squadra pesa sempre un po’ la fatica del viaggio che è una parte importante e pesante di ogni trasferta. Questo, anzi, suggerirebbe di anticipare l’arrivo della squadra sul campo di gara, se possibile, anche almeno di un giorno in più rispetto al programma che abbiamo seguito questa volta al fine di neutralizzare l’effetto del viaggio. Non trascurerei neppure il fatto che il Regioni è l’ultima gara della stagione e molti di noi arrivano letteralmente stanchi di gare a quell’appuntamento. Diciamo infine che già in allenamento avevamo incontrato qualche difficoltà con la colorazione dello sfondo del campo di gara in base alla luce dei diversi momenti della giornata e la prima serie di gara è stata necessaria per completare il corretto adeguamento di ciascuno a quelle condizioni. I due atleti più giovani del gruppo, Antonio Bellu e Nicolò Diturco, sono stati proprio quelli che hanno risentito meno di questi inconvenienti: a risentirne un po’ di più paradossalmente siamo stati invece noi con più esperienza.

La squadra della Sardegna è stata una delle prime a completare le quattro serie: poiché il vostro quarto punteggio è stato certamente di buon livello, possiamo dire che in quel momento eravate convinti di vincere?

Devo dire sinceramente che appena abbiamo completato la nostra quarta serie, anche ipotizzando che le altre squadre in corsa per la vittoria riuscissero a fare un punteggio davvero buono, si è consolidata quella convinzione di poter vincere che era appunto l’atteggiamento con cui eravamo partiti. Poi è arrivata la prestazione eccellente del Lazio ed è cambiato tutto. Ma va bene così: in fin dei conti in questi anni la Sardegna ha fatto un primo posto, due secondi, un terzo… Come si dice, gira gira la Sardegna è sempre lì.

Se dovesse sintetizzare in un aggettivo le prerogative degli atleti della sua squadra?

Direi: affidabili. Hanno dimostrato di esserlo i più maturi, ma anche i due più giovani. Soprattutto affidabili per assicurare unità, coesione e armonia al gruppo. D’altronde è proprio la serenità del gruppo che ho voluto coltivare perché in una trasferta di alcuni giorni devi evitare che l’argomento della gara sia preponderante e devi anche moderare l’abitudine di dispensare raccomandazioni a questo o a quello, perché è chiaro che siamo tutti lì per rompere i piattelli e tutti nei fatti lo sappiamo fare. Ma vorrei sottolineare anche quanto è stata preziosa la presenza nella trasferta della Delegata Federica Riu che ha rappresentato innanzitutto la nostra prima tifosa: e poi ci ha sostenuti e ci ha dato prova lampante della vicinanza istituzionale della regione.

Nino Calantoni

Coach Calantoni, come il suo collega Loi della Sardegna, anche lei è stato impegnato su due fronti.

Ebbene, sì! In realtà ho partecipato da atleta perché Adriano Bandini ha dovuto rinunciare all’ultimo momento per un imprevisto di ordine personale. Avevo provato a coinvolgere altri Veterani con un giro di telefonate perché l’obiettivo della squadra era vincere: per tradizione la Toscana non va soltanto a partecipare. Ho provato a tirar fuori il classico coniglio dal cilindro, ma purtroppo nessuno era nelle condizioni di poter assolvere quel compito e allora mi sono trovato a scendere in campo personalmente. Erano quattro o cinque mesi che non facevo una gara: non avevo fatto neppure una prova del regionale a cinquanta piattelli ed erano addirittura anni che non partecipavo ad una competizione importante come il Regioni. Ho sentito il peso del compito e soprattutto la responsabilità che il mio punteggio finisse per condizionare pesantemente il risultato di tutti e infatti sono partito malissimo. Gradualmente mi sono ripreso, ma naturalmente la zavorra della partenza è rimasta. Sicuramente se al mio posto ci fosse stato Adriano Bandini, che è un atleta che garantisce sempre un buon livello di risultato, avremmo potuto stare in corsa per la vittoria.

Come ha vissuto la gara tutto il team della Toscana?

Al primo giro eravamo tutti in tensione: non soltanto io. Forse ho trasmesso io quella tensione? Sì, può essere che ci sia stata un po’ di condivisione di quella situazione. Ma siamo stati anche capaci di scrollarci di dosso quella pressione e dopo la squadra ha ingranato. E ci è stato anche riconosciuto: quando al termine della gara mi sono complimentato con Manrico Lodi per la vittoria e con Efisio Loi per l’argento, proprio Manrico ha riconosciuto che abbiamo fatto una sorta di miracolo nel riuscire a recuperare posizioni dopo una partenza difficilissima che è stata una situazione che hanno vissuto un po’ tutte le squadre. Abbiamo gareggiato in campi in condizioni molto buone e con piattelli eccellenti, quindi la difficoltà generale è evidentemente da individuare nella grande partecipazione emotiva con cui tutti hanno vissuto la gara.

Nino Calantoni e il team della Toscana

Come ormai tradizione per la Toscana, la squadra ha ruotato intorno a un nucleo molto giovane.

Sì, fra l’altro i giovani del gruppo, Yari Giandolfi, Matteo Bragalli, Tonmmaso Calistri e anche Paolo Micheli, che è appena uscito dal Settore, hanno sparato molto bene. Per i Terza categoria ho voluto premiare un cinquantenne della Società di Laterina che segue molto attivamente l’attività: Lorenzo Forasassi è cresciuto nel Compak e si è poi spostato nello Skeet. È un atleta che si integra perfettamente nel gruppo e che con quel gruppo sa identificarsi. È colui che si definisce comunemente un uomo-squadra. Ha meritato pienamente questa designazione e ha davvero dato tutto se stesso per tutta la gara.

Coach Calantoni, ha attribuito al Campionato regionale un ruolo centrale nella designazione del gruppo?

In effetti la considerazione del regionale è stata piuttosto blanda. Ho fatto un’operazione diversa. Avevo annunciato per tempo a tutti gli skeettisti della Toscana che avrei tenuto in considerazione le ultime tre gare della stagione: il Campionato delle Società, le gare del Settore Giovanile, il Campionato italiano soprattutto per l’Eccellenza. Devo dire che nel Campionato regionale quest’anno c’è stata una forte flessione di partecipazione: mi sono trovato alla finale del circuito regionale con poco più di venti persone e non avrebbe rispecchiato la realtà dello Skeet toscano effettuare le designazioni in base a quelle presenze e a quei risultati. Inoltre il regionale si conclude a giugno e tra giugno e ottobre ci possono essere vistose differenze nella condizione generale di un atleta. Questo sistema ha permesso invece di comporre una squadra che ha offerto un’ottima prova e ha meritato la presenza sul podio del Regioni 2025.

Foto: Fitav Sardegna e Fitav Toscana