Sandro Polsinelli: una vittoria è sempre una straordinaria sorpresa

Il Direttore tecnico della Nazionale di Fossa Universale commenta il risultato brillante delle azzurre e degli azzurri all’Europeo di Maribor

(di Massimiliano Naldoni)

Di vittorie ne ha sottoscritte moltissime in questi anni nel ruolo di Direttore tecnico della Nazionale di Fossa Universale, ma Sandro Polsinelli (in primo piano nella foto di copertina con il Consigliere Manno e i tre campioni della qualifica Man) non nega di continuare a guardare sempre con rinnovata meraviglia ai successi e ai brillanti piazzamenti che le atlete e gli atleti della sua squadra inanellano nelle principali competizioni internazionali.

Coach Polsinelli, allora è vero che ogni gara è una nuova storia?

“Ma certo! – dice perentorio il Ct dell’Universale – E dirò di più: in una competizione importante il risultato, e in particolare una vittoria, è sempre una sorpresa perché tu vai magari più che preparato, ma capita un imprevisto e può accadere che incappi in qualche serie negativa. Tanto per scendere subito al dettaglio realistico dell’Europeo di Maribor di cui ci stiamo occupando, questa teoria potrebbe in realtà essere clamorosamente smentita in effetti dalla gara degli azzurri della qualifica Man: Alessandro Camisotti, Stefano Narducci e Triscari sono infatti partiti bene e poi hanno proseguito nello stesso modo fino alla fine senza inconvenienti. Ma del resto anche Bianca Revello ha saputo conquistare il suo straordinario titolo con il pieno controllo dell’intera competizione. D’altronde Bianca è la straordinaria e salda atleta che conosciamo. Il caso di Gero Gibiino tra i Master conferma invece in effetti quella imponderabilità di ogni gara: questa volta Gero è stato infatti abile a restituire slancio alla gara dopo una che veramente partenza difficile.”

La tensione agonistica è stata anche questa volta, come molte altre, uno degli elementi determinanti nel responso di alcune prove individuali.

“La pressione psicologica è un altro elemento ineludibile in una gara di questo genere. Prendiamo ad esempio il Veterano Livio Elli che è un tiratore di grande esperienza e che tuttavia nello spareggio per il titolo ha accusato davvero tanta tensione. È partito subito male nella serie di spareggio: ha fatto tre zeri all’inizio anche se poi si è calmato. Per molti aspetti è bello, coinvolgente e commovente vedere un atleta di settant’anni che entra in pedana e prova ancora una grande emozione. Per lui questa situazione ha avuto un effetto dannoso, ma in effetti è una reazione che riflette una grande passione. Quella reazione del resto ha emozionato anche tutti noi: ci ha dato una grande forza. Certamente, dal punto di vista del tecnico personalmente posso esprimere disappunto perché Livio Elli ha perso l’opportunità di conquistare un titolo importante, ma sotto il profilo dell’umanità giudico quella reazione straordinaria. Livio ha trasmesso la sua grande volontà di fare e lo spirito combattivo: che sono elementi fondamentali nell’atleta. Se tremi in pedana dopo aver fatto 190 in qualificazione, dal punto di vista della sportività è un capolavoro. Lo zero, poi, specialmente se ripetuto, per l’avversario è ovviamente un’iniezione di fiducia e di speranza. E certamente quei tre zeri iniziali hanno un po’ consegnato il titolo a Gonzalez che peraltro è un tiratore forte e di esperienza che non si è fatto sfuggire l’occasione.”

Nel caso di Alessando Camisotti la situazione è differente?

“Sì: per Camisotti dobbiamo fare un discorso diverso. Alessandro è entrato in pedana ben determinato con la sua grande esperienza. Uno zero, che nel suo caso è arrivato a metà serie, fa parte del gioco. Peraltro Alessandro aveva sbagliato l’ultimo piattello della penultima serie e quello è stato purtroppo un errore segnante che ha lasciato una traccia: costringendo innanzitutto il nostro atleta allo spareggio. I piattelli, come sappiamo, sono tutti uguali per dimensione e peso, ma il valore emotivo di ciascuno non è lo stesso. Un piattello mancato, tra i pochissimi sbagliati in una gara così lunga, quando già si sente di poter intascare un’altra serie piena, rappresenta ad esempio uno smacco che per un atleta ha un suo peso.”

Il Dt Sandro Polsinelli e il Consigliere federale Roberto Manno con tutta la squadra azzurra dell’Europeo

Un giudizio sul debuttante Triscari.

“Vincenzo era effettivamente al suo difficile debutto con la Nazionale: in una serie non è riuscito ad andare oltre il 22 però ha dimostrato carattere e grinta perché ha superato perfettamente quella momentanea crisi fornendo un contributo determinante per la vittoria della squadra. Un debutto è sempre complicato. Prendiamo anche il caso di Matteo Vecchiarelli tra gli Juniores. Anche Matteo era appunto al debutto e ha pagato lo scotto. La giacca della Nazionale pesa molto la prima volta che si indossa. Matteo è una bella persona: infatti mi ha rivelato che era molto onorato di poter contribuire al risultato della squadra. E quando esci dalla pedana e mi dici: ho fatto tutto quello che potevo, più di questo non potevo certamente, allora tu hai già vinto. E io non posso che dirmi soddisfatto di quel risultato. Perché al di là delle capacità tecniche, in quel caso si gioca con la capacità di resistenza psicologica dell’atleta. Ci sono casi in cui vai in pedana e senti di poter fare 25 ma invece non vai oltre il 19. Accade: è l’imponderabilità della gara di cui si diceva prima. L’importante è che tu non ti sia fatto trasportare da emozioni o da sensazioni negative che ti hanno indotto a rinunciare.”

Coach Polsinelli, si attendeva la vittoria di Andrea Diana?

“Andrea è cresciuto molto in questo ultimo anno dalle precedenti convocazioni in Nazionale all’Europeo e al Mondiale della scorsa stagione e indiscutibilmente il suo progresso tecnico e agonistico lo ha prodotto proprio la partecipazione alle trasferte internazionali. Diana è risultato ben determinato e maturo. Consideriamo che il suo avversario diretto, il francese Massiani, ha fatto 100 su 100 negli ultimi due giorni. Infatti io sinceramente osservavo con prudenza e rispetto questo grande ritorno di Massiani nella fase finale della gara dopo una partenza peraltro sotto tono. Andrea però non ha mai consultato i risultati e ha continuato a fare la sua gara senza abbandonarsi a calcoli che in quel momento avrebbero prodotto solo danno. E ha dato ulteriore prova di essere un grande talento.”

Sandro Polsinelli

Un voto alla squadra che ha partecipato a questo Europeo?

“Non ho dubbi: 10 e lode a tutta la squadra. Evidentemente il percorso di selezione era corretto: abbiamo portato le persone valide che in questo caso hanno prevalso su scuole fortissime come Spagna e Francia. Siamo i fieri esponenti dell’attività amatoriale del tiro a volo italiano: andiamo per vincere ma anche per far vincere lo sport del nostro Paese e dobbiamo essere sempre grati alla Federazione che ci mette a disposizione i mezzi per continuare a partecipare a queste gare.”

Foto di Stefano Terrosi