Nell’officina dei giovani talenti

Al Tav Conselice lo staff del Settore Giovanile ha riunito un gruppo di ragazze e ragazzi della Fossa Olimpica e dello Skeet per una “tre giorni” di intenso lavoro in pedana e in palestra: ecco le impressioni di un gruppo di atlete e atleti

(di Massimiliano Naldoni)

L’impianto di Conselice è stato il palcoscenico del più recente raduno federale del Settore Giovanile che si è svolto nella struttura ravennate dall’8 all’11 aprile. Il Coordinatore nazionale del Settore Giovanile Alberto Di Santolo, con la collaborazione di Margherita Fiori dello staff organizzativo, ha diretto l’importante appuntamento romagnolo a cui ha partecipato tutto lo staff tecnico composto da Daniele Lucidi ed Emanuele Bernasconi per la Fossa Olimpica, da Nicola Irene e Umberto Ortolani per lo Skeet e dal preparatore atletico Carlo Alberto Zandomeneghi. Ventiquattro tra ragazze e ragazzi della Fossa Olimpica e dello Skeet hanno affrontato tre intensissimi giorni in cui il lavoro in pedana si è alternato a quello in palestra. Il bilancio di questo primo raduno primaverile del Settore è certamente positivo e, a conferma di questa impressione ricevuta dallo staff tecnico e da quello organizzativo, siamo andati ad interpellare proprio alcune protagoniste e alcuni protagonisti dell’evento di Conselice.

“Sicuramente è stato un evento formativo, non solo a livello sportivo, ma anche ad esempio sotto il profilo della educazione alla disciplina perché in un raduno ci sono degli orari che devi rispettare e se non li rispetti ricevi inevitabilmente delle sanzioni.” A parlare è Riccardo Matarazzo, diciassettenne skeettista romano che nell’occasione ha affrontato il suo primo raduno collegiale ufficiale. “Ho notato subito molta professionalità: sono stato posto sotto le ali di Nicola Irene che, oltre ad essere un tecnico molto preparato come del resto il suo omologo Umberto Ortolani, si è dimostrato anche sempre molto disponibile a rispondere a tutti i dubbi che un ragazzo potesse avere. Mi è apparso molto chiaro anche un altro aspetto importante: possiamo dire che in un raduno di questo genere tutti sono lì per tutti, indipendentemente dalla propria disciplina, e questo ingenera un prezioso interscambio di informazioni.”

Riccardo Matarazzo impegnato in allenamento al Tav Roma

È stato un debutto anche per Elisa Castellana: convocata a Conselice tra le Junior della Fossa Olimpica.

“Sì, si è trattato del mio primo raduno in assoluto, – spiega la diciottenne atleta ligure – e mi è piaciuto molto. Trovo che sia stato organizzato molto bene: con le sessioni in pedana sia al mattino che nel primo pomeriggio e con il lavoro in palestra a fine giornata. Sono molto soddisfatta del lavoro in pedana perché i due tecnici Lucidi e Bernasconi non si sono limitati a fornirci delle nozioni e a correggere i nostri errori, ma sono stati molto disponibili ad ascoltare le nostre richieste e tutti i nostri dubbi. E mi hanno ispirato subito molta fiducia perché infatti grazie ai suggerimenti dei tecnici ho anche notato dei miglioramenti immediati.”

Elisa Castellana

Certamente più navigato invece Alessandro Materazzo che, oltre ad aver partecipato già ad alcuni raduni precedenti, arrivava a Conselice fresco del brillante successo con la squadra delle Fiamme Oro al Campionato invernale delle Società di Trap a Fasano. Pur equipaggiato con un’esperienza di pedana già significativa, anche per l’atleta viterbese – che sarà diciannovenne il prossimo 29 aprile – il lavoro con i tecnici federali si è comunque rivelato prezioso.

“Il ruolo di Daniele Lucidi e Emanuele Bernasconi è importantissimo in raduni come questo perché loro sono stati e sono grandissimi tiratori che hanno contribuito a fare la storia del tiro a volo e quindi la loro esperienza è un valore aggiunto. Grazie a loro ho avuto l’opportunità di intervenire su qualche aspetto tecnico molto specifico: ad esempio la posizione dei piedi sul quadrato della pedana per ottenere un equilibrio migliore e abbiamo poi lavorato anche sull’avvio del movimento per ottenere appunto una partenza più lenta in quell’azione che si conclude poi più velocemente nell’aggancio del piattello.”

“Sì, le giornate sono state intense – dice ancora Alessandro Materazzo – perché al mattino abbiamo sempre sparato due o tre serie, poi altre due serie dopo la pausa del pranzo e infine abbiamo fatto un’ora e mezza di palestra con Carlo Alberto Zandomeneghi. Sarò sincero: fino ad ora non mi ero dedicato tantissimo alla preparazione atletica, però Carlo Alberto mi ha suggerito un piano di lavoro che si adatta alle mie esigenze e quindi aumenterò sicuramente il lavoro in palestra. Certamente molto utile in questo raduno è stato l’approfondimento delle tecniche di riscaldamento pre-pedana: Carlo Alberto è stato a sua volta un tiratore Junior e quindi sa bene cosa significa mettersi nei nostri panni.”

Le atlete e gli atleti presenti al raduno di Conselice con lo staff organizzativo e lo staff tecnico

Anche secondo Elisa Castellana il raduno di Conselice ha permesso di intervenire proficuamente su alcuni aspetti tecnici.

“Il problema tecnico su cui ho lavorato molto in questo raduno – spiega l’atleta di Albenga – è ad esempio il movimento dal pull allo sparo: perché l’inizio di quel movimento è sempre stato un po’ il mio punto debole. Anche al Gran Premio di Acquaviva mi sono trovata ad affrontare dei piattelli per me veramente molto veloci e molto diversi rispetto a quelli che sparo al Gran Premio del Settore Giovanile e quindi ho strappato molto alla partenza. È vero che era la mia prima vera gara fuori dal Settore Giovanile, quindi ero anche un po’ impacciata e ho vissuto la gara con un po’ di ansia. Certamente una situazione come quella ti crea emozione e ansia, però è bello esserci. Con Lucidi e Bernasconi abbiamo appunto lavorato su questo aspetto che dovrò continuare poi a curare negli allenamenti da fare nei compiti a casa. Anche per quanto riguarda la preparazione atletica i giorni del raduno sono stati molto utili per me per capire quali esercizi devo eseguire nell’allenamento quotidiano e soprattutto per perfezionare gli esercizi di riscaldamento da eseguire prima di entrare in pedana.”

Elisa Castellana

È certamente molto interessante il percorso sportivo che ha compiuto Riccardo Matarazzo in questi anni.

“Prima del tiro a volo praticavo il basket – spiega lo skeettista capitolino – che è uno sport che continuo ad amare anche se non lo pratico ai livelli di prima. Uno sport a livello agonistico richiede impegno, costanza e concentrazione e naturalmente non avrei potuto dedicarmi nello stesso modo all’uno e all’altro sport. Ho sempre avuto la passione delle armi, ma in realtà non è una passione ereditata dalla mia famiglia nella quale non ci sono mai stati degli appassionati di tiro. La scoperta dello Skeet, poi, risale al primo novembre del 2022. In quelle giornate era stato organizzato l’open day in molti stand italiani: la mia mamma, interpretando questo mio interesse per l’attività del tiro, ha scoperto appunto che c’era la possibilità di sperimentare il tiro a volo e allora siamo andati al Tav Bottaccia. In quell’occasione ho sparato per la prima volta e ho provato lo Skeet. Ho sparato cinque piattelli prendendone quattro: oggi direi che è stata più fortuna che bravura perché forse con più consapevolezza non li avrei colpiti. Ma considerato il risultato, l’istruttore mi chiese se volevo continuare: visto che era proprio quello che mi interessava, ho deciso di continuare e ho intrapreso subito la strada dello Skeet che mi è piaciuto subito perché è una disciplina molto dinamica.”

Riccardo Matarazzo

“Queste di Conselice – dichiara ancora Riccardo Matarazzo – sono state giornate sicuramente intense, però gli istruttori sono stati abili a infondere un clima di amicizia e cordialità che ha alleggerito le tante ore trascorse in pedana e poi in palestra. Ci siamo impegnati molto, ma c’è stata anche l’occasione di scherzare. Nello sport, almeno ai nostri livelli, ci deve sempre essere certamente anche una quota di divertimento. Ed è stato un momento importante anche a livello tecnico. Ad esempio Nicola Irene mi ha fatto spostare più avanti la mano sinistra sull’astina del fucile rispetto alla posizione che assumevo naturalmente e mi ha anche suggerito una posizione diversa in pedana che mi ha permesso di risolvere qualche problema ottico: già in questi giorni ho messo in atto i suoi consigli e credo che si stiano rivelando spunti importanti per migliorare il risultato.”

“Ho partecipato al Gran Premio del Settore Giovanile a Taranto – spiega ancora l’atleta romano – e quello che ho conseguito in quella gara lo definisco un risultato base: nel senso che mi sono attestato sulla media del 19 che è la media che riesco ormai a rispettare in allenamento. Quindi significa che sono riuscito a portare in gara quello che ho sviluppato in allenamento. Considerando poi che in alcune serie a Taranto si è alzato un vento forte, direi che non mi sono comportato male. L’ho vista quindi a suo modo come una “vittoria”, in quanto è stato un autentico miglioramento sportivo e personale.”

Un raduno come quello di Acquaviva è certamente un efficace banco di prova per esaminare al microscopio le prove recenti ed è proprio quello che ha fatto anche Ambra Giabbecucci: reduce dal Gran Premio del Settore Giovanile di Fossa Olimpica alla Gioiese e dal Gran Premio Fitav di Acquaviva.

“Daniele Lucidi – spiega la diciottenne atleta di Foligno – è per me un interlocutore stabile che mi sorveglia anche fuori dai raduni: siamo spesso in contatto, lo informo se incontro qualche difficoltà e ci confrontiamo sui risultati. Nei raduni poi tutti i tecnici presenti sono sempre disponibili ad accogliere le nostre domande. A Conselice abbiamo certamente parlato delle mie due gare più recenti che sono state molto diverse. Al Gran Premio Fitav ho trovato certamente dei piattelli più difficili rispetto alle gare del Settore Giovanile. Diventa un problema essenzialmente mentale perché quando mi trovo ad affrontare dei piattelli molto veloci, allora tendo a strappare.”

Ambra Giabbecucci

“Avevo già fatto altri raduni – precisa Ambra Giabbecucci – e so che sono sempre impegnativi sia per l’aspetto tecnico di pedana che per quello della preparazione fisica. Io faccio preparazione atletica in maniera molto regolare perché ho attrezzato una palestra in casa. Ho anche il tapis roulant e nella bella stagione mi muovo molto all’aperto. Quindi per me partire fino dalla mattina con gli esercizi di riscaldamento come abbiamo fatto al raduno con Carlo Alberto Zandomeneghi è ormai un’abitudine acquisita.”

Malgrado i quindici anni e mezzo di età, è un veterano dei raduni anche Yari Giandolfi.

“Questo di Conselice – spiega l’atleta toscano di Galleno – è il quarto raduno a cui ho partecipato. C’era un bel programma molto serrato. Quella più impegnativa è stata di certo la preparazione atletica del pomeriggio, perché con Zandomeneghi abbiamo anche affrontato il tema della preparazione da fare soprattutto nei mesi di fermo-attività. Io già da un anno vado in palestra a fare corpo libero e pesi. Anzi, per la precisione: due volte alla settimana in palestra e tre volte al tiro.”

Yari Giandolfi (foto Pavla Dolenska)

Anche per Giandolfi, che ha iniziato la sua avventura con lo Skeet quattro anni fa sotto la guida di Nino Calantoni con saltuarie ma proficue collaborazioni con Sandro Bellini e anche con Gabriele Rossetti, il raduno ha rappresentato un momento di verifica delle prove recenti.

“Sono stato autore di una bella gara a Taranto: un bel punteggio di qualificazione, 117/125, e un quarto posto che forse doveva essere qualcosa in più: me lo hanno anche detto in tanti. Ma si sa com’è l’ansia nelle finali! Non credo che sia mancato un po’ di mordente in finale per il fatto che ero già abbastanza appagato dal punteggio di qualificazione, ma ci sta anche quello… La sensazione certamente era buona fino dall’inizio della gara: semmai non ho digerito uno zero nella prima serie della finale e quell’atteggiamento mi ha danneggiato. Si sa che nel nostro sport se non ci sei con la testa, non puoi certamente fare un’ottima pedana. È uno zero che è venuto fuori alla pedana 4 su un piattello che si spara anche in qualificazione e tanto anche in allenamento. Per quello evidentemente ho perso la pazienza!  Al raduno, infatti, pensando a quell’errore ho lavorato proprio sulla 4 e ancora di più sulla 5. D’altronde, vai a fare un raduno per migliorarti, per correggere gli errori che hai fatto in qualche gara e anche per far vedere al tecnico che ti sta dietro che riesci a capire quello che ti stanno insegnando e che lo sai davvero mettere in pratica.”

Yari Giandolfi (foto Pavla Dolenska)

Una valutazione della prova nel recentissimo Campionato invernale delle Società di Trap l’ha proposta anche Alessandro Materazzo che del resto appunto da quella gara è uscito con un prezioso titolo a squadre con le Fiamme Oro.

“Nella gara di Fasano – spiega l’atleta viterbese che tiravolisticamente ha mosso i primi passi al Tav Vetralla – le mie aspettative erano maggiori dopo che avevo sparato molto bene in allenamento. Sia io che i miei compagni di squadra in allenamento ci siamo attestati su medie superiori rispetto a quelle realizzate in gara. C’erano difficoltà oggettive dei lanci e del vento e poi soprattutto l’atmosfera di gara che è tutta un’altra cosa. Certamente avrei immaginato un 92 o un 93 invece dell’87. Nella prima serie ho sparato bene i primi quindici piattelli, poi c’è stato un calo di concentrazione che ha pesato sul punteggio e mi ha costretto a fare 21. Con Emanuele Bernasconi e soprattutto con Daniele Lucidi, che ha partecipato alla gara di Fasano nella squadra dei Carabinieri, ci siamo confrontati proprio sui punteggi e sulle situazioni che quella gara aveva proposto.”

Alessandro Materazzo al vertice del podio degli Juniores di Trap alla qualificazione di Montecatini-Pieve a Nievole

“Per me – conclude Alessandro Materazzo – è stata importante anche la scaletta del raduno di Conselice perché nei primi due giorni abbiamo effettuato delle serie a due colpi e invece abbiamo fatto la finale ad un colpo nell’ultimo giorno. È vero che io avevo già partecipato a delle finali con formula Issf sia da Giovane Speranza che da Junior, però è stato molto utile fare quel test. Io spero davvero che la Fitav, a cui sono molto grato per l’opportunità offerta, organizzi molti di questi raduni perché sono momenti tecnicamente importantissimi.”