Nel cantiere dell’atleta di domani

Il Tav Sant’Uberto di Manoppello ha ospitato una “tre giorni” di intenso lavoro in pedana e in palestra per un gruppo di under 21 della Fossa Olimpica e dello Skeet: le impressioni delle ragazze e dei ragazzi

(di Massimiliano Naldoni)

Non soltanto appuntamenti agonistici per le atlete e per gli atleti del Settore Giovanile d’Italia in questa primavera 2025 dal pronunciato connotato estivo: nella prima settimana di giugno la struttura del Tav Sant’Uberto di Manoppello (nella foto di copertina) ha ospitato infatti uno dei periodici raduni di preparazione tecnico-fisica che ha riunito venticinque tra ragazze e ragazzi della Fossa Olimpica e dello Skeet. Il Coordinatore nazionale del Settore Giovanile Alberto Di Santolo, affiancato da Margherita Fiori, ha guidato all’impianto abruzzese lo staff composto dai Tecnici Emanuele Bernasconi, Nicola Irene e Umberto Ortolani e dal Preparatore atletico Carlo Alberto Zandomeneghi.

“Si è trattato del tipico raduno di metà stagione – ha spiegato Alberto Di Santolo – che assiste a quella situazione in cui la condizione dei giovani va migliorando, anche se permangono condizioni tecniche su cui lavorare ancora intensamente. Anche la condizione atletica è fatta di alti e bassi con alcuni giovani già rodati e meglio preparati e con altri invece ai loro primi raduni e quindi con una mentalità da costruire. L’ottima impiantistica del Tav Sant’Uberto e l’assistenza del Comune di Manoppello ci ha permesso di svolgere un lavoro articolato e di sicuro effetto positivo per le atlete e per gli atleti.”

Alberto Di Santolo

Il raduno di preparazione tecnico-fisica di Manoppello ha incontrato indiscutibilmente il gradimento anche delle atlete e degli atleti che hanno ricevuto la convocazione da parte dello staff del Coordinatore Alberto Di Santolo. Siamo andati a scandagliare le impressioni sull’appuntamento tecnico di Manoppello raccogliendo le impressioni di alcune atlete e di alcuni atleti: la Junior bresciana Giada Scalvini: allieva di Andrea Miotto; la diciannovenne maceratese di Cerreto d’Esi Michelle Spitoni che sta conducendo la preparazione a Foligno con l’Istruttore Antonio Picone; lo Junior sassarese Luca Chessa che si allena al Tav Mores con Antonello Campus e il quindicenne skeettista fiorentino Lorenzo Ferri: allievo di Renato Ribecai al Tav Cecina.

Giada, come si è inserito il raduno di Manoppello nella preparazione che stai conducendo in questo periodo dell’anno?

Per me il raduno è stato molto utile e io mi sono trovata anche molto bene con gli Istruttori. Sono arrivata subito dopo il Gran Premio di Cieli Aperti che non era andato per niente bene e infatti le giornate del raduno mi hanno permesso di sistemare la mia situazione tecnica. Nel frattempo, subito dopo il Gran Premio, ovviamente avevo interpellato anche il mio allenatore Andrea Miotto e poi mi sono confrontata al raduno con Emanuele Bernasconi che infatti mi ha confermato quegli errori che mi aveva già segnalato Andrea. Ho sempre un po’ sofferto le difficoltà del campo di Cieli Aperti, ma questa volta si è trattato soprattutto di un aspetto mentale. È un campo in cui sparo abbastanza spesso e quindi mi sento un po’ sempre sotto pressione e sotto esame.

Giada Scalvini

Sotto il profilo spiccatamente tecnico, qual è il problema più urgente su cui hai lavorato nelle giornate del raduno?

Mancava un po’ di continuità nella serie, ma non si trattava di particolari problemi tecnici. Sono stati principalmente problemi di tipo mentale legati alla concentrazione. E a Cieli Aperti si è affacciata anche un po’ di mancanza di fiducia in me stessa che invece c’era stata ai Gran Premi di di Gioia e di Umbriaverde.

Il raduno presuppone anche un notevole impegno nei confronti della preparazione atletica in parallelo al lavoro in pedana: ha rappresentato un vantaggio o uno svantaggio?

No, non ho fatto molta fatica a svolgere attività di pedana e attività di palestra perché sono comunque abituata e il mio Istruttore Andrea Miotto è molto attento anche a quel doppio aspetto dell’attività. Certamente, ad esempio nella parte finale del raduno, quando è già un po’ che stai tutto il giorno tra la pedana e la palestra, il lavoro risulta un po’ più faticoso, ma sono convinta che sia una combinazione molto utile.

Michelle, Manoppello è stato per te il primo raduno della carriera: com’è andata?

Sì, era il mio primo raduno e l’ho vissuto bene, anche se devo dire che è stato un po’ arduo per me affrontare cinque serie al giorno perché è un livello di attività a cui sinceramente in allenamento non sono abituata. L’allenamento che svolgo con il mio Istruttore Antonio Picone ormai da tempo consiste in due sessioni di allenamento per ogni settimana e ogni volta sparo soltanto due serie. Di conseguenza il test delle cinque serie al giorno è stato senz’altro stancante, però malgrado tutto ho anche sparato bene ed è stata quindi una bella esperienza: nuova e intensa, ma confortata dal risultato.

Michelle Spitoni

Come nel caso di altre tue colleghe e altri tuoi colleghi, il raduno seguiva a stretto giro il Gran Premio di Cieli Aperti che nel tuo caso non era andato benissimo.

Purtroppo a Cieli Aperti ho avuto qualche problema di concentrazione. La mia armonia in quella gara si è persa e mi sono ritrovata molto confusa. Non ero al pieno delle mie forze e non ero davvero al massimo della concentrazione. Al Gran Premio di Todi invece ad esempio era andata molto meglio: in quel caso in effetti non pensavo neppure di arrivare al podio. E non posso neppure dire che sia il campo in cui mi alleno regolarmente perché la mia sede stabile di allenamento è Foligno, quindi a Umbriaverde sparerò complessivamente magari quattro volte all’anno. Quel Gran Premio però in realtà l’ho affrontato con molta leggerezza perché c’erano tante ragazze della Nazionale con più esperienza di me e io mi dicevo: ma dove vuoi andare con queste atlete molto più brave..? Questo forse mi ha ispirato la giusta tranquillità e in più sicuramente ho creduto nelle mie possibilità perché l’allenamento con Antonio Picone era stato fatto correttamente. Io giudico la tranquillità nel momento agonistico un aspetto importantissimo: se non hai la tranquillità, perdi il ritmo e butti via la gara. E non soltanto butti via quella gara, ma azzeri anche tutto l’allenamento che hai costruito in precedenza. Questo sport mi ha insegnato tanto e comunque ancora moltissimo dovrà insegnarmi. Io lo considero uno sport delicato, perché richiede molta concentrazione e quindi in gara entra sempre in gioco la tua testa. In questi ultimi mesi posso dire di aver compreso che nel tiro a volo puoi eccellere soltanto se entri in perfetta simbiosi con il tuo fucile e con il piattello che devi inseguire: e soltanto sparando in armonia e tranquillità puoi ottenere il risultato. Tutto questo pensiero lo devo naturalmente agli insegnamenti di Antonio Picone che è stato ed è un maestro straordinario che mi ha permesso non soltanto di acquisire le nozioni di tecnica, ma anche di assumere il giusto atteggiamento in tutti i momenti di una gara: quelli negativi e quelli positivi.

Luca, tu eri senz’altro uno dei più navigati tra i ragazzi del raduno: come si è svolto in tuo lavoro?

Ho lavorato principalmente sul movimento della partenza. Mi sono accorto che al pull partivo molto veloce: per arginare la tensione tendevo ad accelerare il movimento. In un raduno come quello di Manoppello ci sono sempre molti dettagli da limare: provare a risolvere qualche piccolo inconveniente insieme a tutti gli altri atleti diventa utile per tutto il gruppo. Devo ammettere semmai che non sono ancora davvero accurato nel lavoro di preparazione atletica. Dovrei fare certamente di più e infatti il Preparatore Zandomeneghi mi ha suggerito di seguire il programma di lavoro che abbiamo svolto appunto durante il raduno per dare più regolarità alla mia preparazione.

Luca Chessa

Lorenzo, anche nel tuo caso il raduno è stato un debutto: che impressioni ne hai riportato?

L’ho trovato divertente: mi sono trovato bene con gli allenatori ed è stata un’esperienza che è servita per migliorare la tecnica. Anche proprio molto utile perché il raduno è arrivato subito dopo il Gran Premio di Cieli Aperti che è stata la prima gara in cui ho avuto la possibilità anche di entrare in finale. Nell’ultima serie poi ho commesso qualche errore di troppo e purtroppo, almeno questa volta, non si è concretizzato quell’ingresso in finale.

Lorenzo Ferri

A raduno concluso giudichi che ti abbia offerto più soluzioni tecniche o invece più soluzioni sul piano della preparazione atletica?

Sicuramente in tutte e due le direzioni. Diciamo che sul piano della preparazione atletica forse partivo un po’ avvantaggiato: pratico il nuoto da dieci anni e in parallelo da tempo faccio allenamento in palestra. Quindi sono arrivato al raduno evidentemente un po’ più preparato di altri. Dal punto di vista tecnico, da sempre soffro molto la pedana 1 e poi anche la 5 che è naturalmente sempre quella difficile. Alla partenza della serie, alla pedana 1, faccio ancora davvero troppi zeri: su questo problema ho lavorato al raduno con Nicola Irene, ma ci siamo dedicati appunto anche alla 5 e un bel lavoro è stato fatto anche per la pedana 4. Sento di poter andare più sicuro sui piattelli di quelle pedane e il lavoro fatto al raduno mi aiuterà molto nell’allenamento che svolgo regolarmente a Cecina con il mio Istruttore Renato Ribecai.

Lorenzo Ferri (foto: Pavla Dolenska)

Le atlete e gli atleti del raduno di Manoppello

Elisa Castellana, Sofia Chiampesan, Maria Iovinella, Giada Scalvini, Greta Sforzi, Michelle Spitoni, Davide Battisti, Alfredo Caloro, Luca Chessa, Alex Gori, Mirko Alfio Licciardello, Vito Rocca, Sara Bianchi, Giulia Castrichini, Filippo Benci, Tommaso Calistri, Valerio De Nicola, Domenico Diana, Lorenzo Ferri, Michele Manzella, Antonio Marasco, Niccolò Giuseppe Nucera, Nikolas Parlanti, Stefano Privitera