Lazio: uniti si vince davvero!

Il selezionatore Manrico Lodi, l’azzurrina Eleonora Ruta e gli under 21 Francesco Fortunati e Daniel Tolli raccontano l’affermazione del team al Trofeo delle Regioni di Skeet

(di Massimiliano Naldoni)

Favoritissima alla vigilia, nella prima metà del Trofeo delle Regioni di Skeet la squadra del Lazio non aveva ancora dispiegato tutte le sue potenzialità ed era costretta a stazionare in una posizione defilata della classifica. Poi, invece, il grande ritorno: il team del selezionatore Manrico Lodi nella terza e nella quarta frazione è tornata in cattedra e con una prova da manuale ha totalizzato 533/600 assicurandosi il tiolo e precedendo Sardegna e Toscana. Con capitan Edoardo Aloi, al punteggio hanno contribuito anche Eleonora Ruta, Francesco Fortunati, Michele Poeta, Sergio Forlano e Daniel Tolli. Per comprendere meglio come si è snodato il percorso verso il successo della formazione del Lazio, oggi diamo la parola al selezionatore Manrico Lodi, a Eleonora Ruta, al diciassettenne Francesco Fortunati, allenato da Andrea Filippetti, e a Daniel Tolli. Nel prossimo articolo tornerà a parlare Manrico Lodi con Edoardo Aloi, Sergio Forlano e Michele Poeta.

Manrico Lodi

Coach Lodi, quella di designare molti under 21 per la squadra è stata una scelta coraggiosa.

Sì, lo è stata, ma ne ero anche convinto. Ad esempio, per il nostro atleta di Terza categoria, Daniel Tolli, si trattava del debutto in squadra e naturalmente sparare in un team non è la stessa cosa che sparare da soli. All’inizio della gara Daniel ha sentito fortemente la pressione: temeva il giudizio degli altri che ovviamente vedeva come elementi di maggiore esperienza e questo ha pregiudicato la sua prova nella prima serie. Anche se, a dire il vero, nessuno degli altri componenti gli ha rimproverato niente dopo quella prima serie, né gli avrebbe rimproverato comunque niente se anche l’esito della gara alla fine fosse stato meno favorevole per noi. Ho parlato con Daniel dopo la prima serie e ho cercato di convincerlo ad affrontare la gara come se si trattasse di una prova individuale. E devo dire che lui ha recepito il messaggio ed è riuscito a fare una buona seconda parte di gara. D’altronde Daniel Tolli è un ventenne che nelle gare della stagione ha fatto la media dell’87, quindi meritava la convocazione ed è un ottimo tiratore di Terza che malgrado il risultato meno brillante della prima serie ha comunque contribuito a questa nostra vittoria.

Qual è stata la sorpresa positiva che ha ricevuto dalla gara del Trofeo delle Regioni?

Dei giovani chi è andato veramente bene è Francesco Fortunati che ha fatto un’ottima gara e in qualche momento è stato capace perfino di trainare tutti gli altri. Anche lui ha avuto un momento di difficoltà nella seconda serie quando ha sofferto le prerogative del campo in cui abbiamo sparato, ma un atleta che in una gara di questo genere assembla un 25, un 24 e un 23, sta fornendo una prova di alto livello. Ma lo stesso potrei dire di Eleonora Ruta che a sua volta è stata un po’ sottotono nella prima serie, ma anche lei ha fatto un 25, un 24 e un 23: sono proprio i punteggi che hanno spinto la squadra verso la vittoria.

Coach Lodi, ha creduto sempre nella vittoria?

Sì, anche se è stata una gara sofferta: non lo si può negare, perché dopo le prime due serie eravamo terzi a quattro piattelli dalla seconda squadra e a nove dalla prima. Poi la terza serie ha restituito il vero slancio: con il 137 siamo andati a pari con la seconda e abbiamo ridotto a quattro piattelli il distacco dalla prima. Naturalmente poi il 142 della quarta ci ha fatto passare in testa alla grande, ma ci voleva proprio quel punteggio perché stazionare sul 137 o 138,  che significava comunque fare una buona serie, non sarebbe stato sufficiente per vincere. E anche con 139 nella quarta saremmo andati allo spareggio. Ma se vogliamo parlare di numeri possiamo dire che la mia prima vittoria al Trofeo delle Regioni con la squadra del Lazio risale al 2021: eravamo al Tav Falco come questa volta e abbiamo vinto proprio con il punteggio di 533/600, quindi abbiamo idealmente fotocopiato quella gara e conquistato una nuova bellissima vittoria.

Eleonora Ruta

Eleonora, com’è stato il tuo Trofeo delle Regioni?

Nella nostra vittoria al Trofeo delle Regioni secondo me come gruppo innanzitutto abbiamo dato la dimostrazione pratica di un concetto molto semplice e molto importante che vale nello sport e nella vita. Nonostante una partenza non favorevole e malgrado che a volte, come si dice comunemente, sembra che stia andando tutto male, non ci si deve mai arrendere perché tutto può cambiare da un momento all’altro. Quindi, al di là della forte e importantissima coesione del nostro gruppo, perché ci siamo davvero sostenuti a vicenda per tutta la gara, io mi sono resa conto che sono state la nostra determinazione e la nostra voglia di continuare a combattere che ci hanno aiutato molto ed sono state l’elemento determinate che ci ha permesso di vincere.

Eleonora Ruta

Possiamo dire che i cuccioli del gruppo hanno dato una bella prova, ma anche tu, insieme agli altri big della squadra, sei stata davvero abile a far leva sulle loro doti migliori?

Se abbiamo vinto non è soltanto grazie a coloro di noi che, all’interno della squadra, ci possiamo definire più esperti, ma è proprio anche grazie ai più giovani perché quando si è in squadra, in realtà si vince sempre insieme. Naturalmente sono contenta di essere stata capace di lanciare questo messaggio di sostegno ai più giovani della squadra e vado anche fiera del mio operato. Certamente questo mio atteggiamento, che a me poi in gara viene naturale, deriva anche dall’abitudine che ho acquisito in questi anni di frequentazione della Nazionale. Anche se il nostro è uno sport individuale, è un moto naturale quello di intervenire e sostenere un compagno di squadra in difficoltà. E questo è già avvenuto ad esempio anche nel corso dell’allenamento che abbiamo condotto insieme subito prima di affrontare il Trofeo delle Regioni.

Eleonora, se volgi lo sguardo alla stagione appena conclusa e poi invece ti rivolgi alla prossima, che cosa vedi?

Vedo una stagione 2025 con una mia partenza non brillante in cui sembrava quasi che mi fossi persa per strada. Poi i miei allenatori, Pierluigi Pescosolido e Andrea Filippetti nella squadra delle Fiamme Oro e Sandro Bellini sul versante della Nazionale, mi hanno aiutato molto e mi hanno permesso di recuperare tanti pezzetti di me e di ricomporli, tant’è che adesso posso dire di essere soddisfatta della mia stagione. Proprio il Trofeo delle Regioni mi ha dimostrato appunto che non ci si deve arrendere mai ed è questo il criterio che vorrò seguire anche nella prossima stagione. Sicuramente nel 2026 vorrei riuscire a centrare un podio individuale in una gara internazionale. Quest’anno alla World Cup di Suhl sono rimasta fuori dalla finale per un piattello e agli Europei, pur essendo in finale, ho mancato però la conquista del terzo posto. Voglio ripartire da questi risultati per continuare a lottare e raggiungere possibilmente un obiettivo ancora più importante.

Francesco Fortunati

Francesco, con il punteggio di 92/100 sei stato tra gli artefici della vittoria: come hai vissuto la gra?

Per me è stata impegnativa e nello stesso tempo emozionante: ho sentito fortemente quello spirito di squadra che è stato molto utile perché dopo le prime due serie, in cui nessuno aveva sparato realmente al proprio vero livello, ci siamo fatti forza l’un l’altro e abbiamo avuto la capacità di tornare in testa.

Tu in realtà dalla prima serie sei uscito anche bene.

Effettivamente ho fatto un bel 24: i miei compagni hanno avuto invece qualche difficoltà e sicuramente mi sono un po’ fatto prendere da quella situazione perché eravamo un po’ tutti abbattuti e allora è venuta fuori la mia serie meno positiva: il 20 della seconda. A quel punto mi sono consultato con Edoardo Aloi e abbiamo ritrovato l’energia: abbiamo incoraggiato un po’ tutti gli altri e allora sono venute fuori le due belle serie che hanno cambiato l’equilibrio della gara.

Che bilancio tracci della tua stagione?

Sono soddisfatto. Le gare più importanti come i Fitav e il Campionato italiano hanno avuto un esito positivo. Ho partecipato alle finali in tutte e quattro le gare, ho fatto un terzo posto a un Fitav e il quarto al Campionato italiano di Laterina. E poi ci sono le tre partecipazioni in Nazionale alla Green Cup, all’Emir Cup e al Grand Prix internazionale di Porpetto con buoni punteggi anche se non sufficienti per l’ingresso in finale. Al Campionato italiano ho sperimentato di nuovo le emozioni che provavo nel mio primo anno di attività perché sentivo l’importanza di quell’appuntamento, ma in effetti queste sensazioni sono proprio quelle importanti per progredire e per puntare a traguardi sempre maggiori.

Daniel Tolli

Daniel, che significato ha avuto il tuo debutto in squadra?

Innanzitutto voglio dire che la squadra è stata davvero brava. Per me è stata una gara costruttiva perché appunto non avevo mai affrontato una gara a squadre. Posso dire che sicuramente non ero ancora pronto per una prova di questo genere e quindi l’ho sentita molto: soprattutto nelle prime serie. Sapere che il mio punteggio avrebbe contribuito al risultato di tutta la squadra è stato difficile da gestire e mi ha un po’ condizionato. Adesso posso dire che certamente non è andata molto bene sul piano del punteggio, ma mi è servita molto per capire alcuni aspetti tecnici.

Daniel Tolli

Nella prima serie i problemi si sono manifestati in alcune pedane specifiche?

La tensione maggiore l’ho accumulata alla pedana 3. Ho fatto la bicicletta nella doppia e lì si è scatenata quella pressione che mi sono portato per tutta la serie. La squadra però è stata molto compatta e gli altri sono riusciti a compensare la mia serie meno buona e soprattutto mi hanno aiutato a crederci comunque fino all’ultimo. Infatti nell’ultima serie, quella del mio 22, quella tensione si era anche un po’ smorzata e sono riuscito a esprimermi meglio. Ho imparato a mie spese che una gara a squadre è molto diversa dall’attività individuale, ma adesso mi sento sicuramente anche più pronto per i prossimi appuntamenti di questo genere.

Foto: Clikkami e Fitav Lazio