L’argento di Sissi, orgoglio Azzurro
Silvana Stanco ha conquistato la medaglia d'argento nella gara di Trap Femminile della XXXIII Olimpiade estiva. A fare il tifo per lei in tribuna anche il Presidente del CONI Giovanni Malagò
Chateauroux (FRA) – Ce l’ha fatta! Silvana Stanco è salita sul podio di Olimpia per mettersi al collo una bellissima medaglia d’argento nel Trap Femminile. La finanziera trentunenne, già quinta classificata ai Giochi di Tokto 2020, ha percorso una lunga strada per arrivare a scrivere il suo nome negli annali di questo Sport, ma alla fine il suo impegno, la sua dedizione e la sua caparbietà sono stati premiati.
“Lo sognavo da sempre, ma non è stato facile – ha spiegato in conferenza stampa dopo il podio – Sono dodici anni che inseguo questo risultato. Per i Giochi di Rio de Janeiro 2016 conquistai la Carta, ma giustamente il posto venne assegnato a Jessica Rossi che doveva difendere il titolo olimpico di Londra 2012. Conquistata la carta anche per i Giochi Giapponesi, entrai in finale ma mi fermai al quinto posto. Quella è stata l’esperienza che mi ha insegnato di più. Tanta amarezza, tanto dispiacere e tanta delusione che ho avuto la forza di trasformare in energia positiva. Ho cambiato approccio e, piano piano, ho trovato il giusto ritmo”.
Quarta al termine delle qualificazioni con 122/125 (+0+1) (punteggio che le sarebbe valso l’ingresso anche nella gara maschile), Silvana ha affrontato la finale con tutta la sua grinta, non lasciandosi impressionare dall’esuberanza dimostrata nelle cinque serie di gara dalle spagnole Mar Moline Magrina, prima con 123/125, e Fatima Galvez, seconda con 122/125 +9, e dalla guatemalteca Adriana Ruano Oliva, terza con 122/125 +8.
“Sapevo di dover restare concentrata, focalizzata sui piattelli e non mollare mai. Ho tenuto i denti stretti, non curandomi di quello che stava accadendo intorno a me. Ho avuto qualche incertezza e sono arrivati gli zeri, ma ho impiegato tutte le mie energie per restare concentrata”.
La prima a mollare la presa è stata la cinese Cuicui Wu, sesta con 17/25, seguita poi dalla Galvez, quinta con 23/30, e dalla Moline Magrina, quarta con 27/35.
“Quando ho capito che eravamo rimaste in tre e che la medaglia era sicura, ho tirato un sospiro di sollievo. Il cuore mi stava esplodendo, ma non era ancora il momento di gioire. Potevo aspirare a qualcosa di più della medaglia di bronzo. Quindi, ho fatto ricorso a tutte le energie rimaste per affrontare i cinque piattelli che mi avrebbero potuto permettere di salire un altro gradino del podio”.
Così è stato e la medaglia di bronzo è andata al collo dell’australiana Penny Smith con 32/40.
“Adriana (Ruano Oliva, ndr) era in largo vantaggio e recuperare terreno era davvero difficile. Sono contenta per lei. L’oro che ha conquistato rappresenta una medaglia storica per il suo Paese ed io sono strafelice per questo argento”.
La finale si è conclusa con la guatemalteca sul gradino più alto del podio con 45/50, nuovo record olimpico, e l’azzurra sul secondo con lo score di 40/50.
“Non mi rendo ancora conto di quello che è successo. Mi han no assalito tante emozioni. Le ho tenute a bada fino a quando non ho salutato mio padre Donato e mia sorella Cristina che erano in tribuna. Con loro mi sono sciolta. La mia famiglia è il mio porto sicuro, la mia forza. Sono il mio tutto”.
“Silvana è stata davvero brava – ha spiegato il Direttore Tecnico Nazionale Marco Conti – Non era facile ne scontato, ma lei è rimasta concentrata e ha dato il massimo”.
A fare il tifo in tribuna anche il Presidente del CONI Giovanni Malagò che, appresa la notizia della sua qualificazione alla finale, si è messo in macchina e da Parigi è arrivato a Chateauroux in tempo per l’inizio del round conclusivo.
Onore a Silvana, “Sissi” per gli amici ed i compagni di squadra, che porta il Trap azzurro sul podio dei Giochi dopo 12 anni dall’oro del 2012 di Jessica Rossi, rimasta fuori dalla finale con 120/125 ed un solo piattello in meno rispetto a quelli necessari per lo spareggio di ingresso.