La voce del futuro

Le impressioni, le aspirazioni e le speranze di ragazze e ragazzi che hanno partecipato al Campionato delle Nuove Leve a Roma: oggi diamo la parola a Simona Nardillo, Giuseppe Mileti, Carlotta Parrotto, Mattia De Fusco e William Anselmi

(di Massimiliano Naldoni)

Tra le atlete più titolate di questa prima edizione del Campionato nazionale delle Nuove Leve di Fossa Olimpica ha certamente conquistato una posizione di primo piano Simona Nardillo: dalla gara di Roma la diciannovenne di San Severo è rientrata infatti con una medaglia d’oro a squadre in collaborazione con Mattia De Fusco sotto le insegne della Puglia e con un prestigoso secondo posto individuale.

“Non mi aspettavo minimamente di riuscire a centrare il podio – precisa l’atleta foggiana – e tantomeno di vincere come invece è avvenuto nella gara a squadre. Anche perché il punteggio che ho conseguito a Roma non corrisponde realmente alla mia media di questo momento. Al Gran Premio di Gioia del Colle a cui ho partecipato nello scorso fine settimana ho rispettato infatti una media un po’ superiore che mi appartiene di più. E fra l’altro sulle pedane della Gioiese avevo sparato soltanto in occasione della qualificazione regionale del Progetto C.a.r.e.”

Simona Nardillo al vertice del podio delle squadre con la formazione della Puglia completata da Mattia De Fusco: sul secondo gradino è salito il Lazio di Sara D’Urbano e Lucian Savitchi davanti alla Toscana di William Anselmi e Rebecca Camus

“In ogni caso posso dirmi soddisfatta dell’esperienza vissuta a Roma – spiega Simona Nardillo che frequenta il quinto anno dell’Istituto Di Sangro Minuziano Alberti di San Severo – anche se comprendo che in quella gara potevo fare di meglio. Ma d’altronde il vero problema in occasione di quella gara si è rivelata l’ansia che mi ha costretto a commettere qualche errore. Dovrò lavorare su questo aspetto per migliorarmi. In realtà il tiro a volo non è il primo sport che affronto in modo sistematico: infatti ho praticato e pratico anche il pugilato. Sono due sport fortemente individuali ma sono diversissimi dal punto di vista della concentrazione. Il tiro a volo richiede molta tranquillità: il minimo pensiero ti produce infatti un’immediata deconcentrazione. Il pugilato è invece una pratica di grande attività fisica, di grande sforzo e praticarlo è in realtà proprio il modo di scaricare la tensione. D’ora in poi proverò a far convivere queste particolarità e queste differenze perché sia il pugilato che il tiro a volo saranno una costante della mia vita.”

Anche Mattia De Fusco, che proprio insieme a Simona Nardillo sotto le insegne della Puglia ha vinto il titolo a squadre al Campionato delle Nuove Leve, è convinto che il tiro a volo abbia preso ormai definitivamente piede nella sua vita.

“Ho iniziato a praticare il tiro a volo con il mio papà – racconta l’atleta diciassettenne – e inizialmente mi dedicavo soltanto al Compak. L’interesse per la Fossa Olimpica è arrivato proprio quando l’istituto di San Severo che frequento ha aderito al Progetto C.a.r.e. ed è stata un’esperienza sportiva interessantissima. Devo dire che l’atmosfera sportiva anche intensa nella mia vita non si è presentata soltanto adesso con il tiro a volo, perché in realtà io ho praticato il nuoto a livello agonistico per nove anni, fino da quando ne avevo cinque di età, in molte competizioni interregionali. Sicuramente quella mentalità agonistica che avevo acquisito in vasca mi sta aiutando anche in pedana.”

“Ho affrontato due gare di tiro a volo a breve distanza, – spiega ancora Mattia De Fusco – a Roma per il Campionato delle Nuove Leve e a Gioia del Colle per il Gran Premio del Settore Giovanile, ma si è trattato di un’esperienza intensa molto interessante. Alla Gioiese ho avuto la possibilità di misurarmi anche con altri ragazzi in possesso di un’esperienza tiravolistica maggiore della mia e con un livello agonistico certamente più alto: ma lo sport consiste proprio nel mettersi continuamente in gioco. Forse a Roma, sì, mi aspettavo qualcosa di più in termini di punteggio. Negli ultimi due piattelli mi sono distratto e li ho sbagliati entrambi: quel mio 18/25 lo possiamo chiamare un 20 mancato. Sicuramente l’emozione ha giocato il suo ruolo. Era quasi finita la gara e ho perso la concentrazione. Ma non l’ho vissuto come uno smacco: fa parte di nuovo dello sport e mi indurrà a curare di più la concentrazione per le occasioni successive. Una cosa è certa: adesso il tiro a volo è entrato nella mia vita e non ne esce più!”

Chi è scesa in pedana con la precisa consapevolezza di una competenza tiravolistica non comune è certamente Carlotta Parrotto che al Campionato delle Nuove Leve ha gareggiato in solitudine nel comparto delle Juniores.

Carlotta Parrotto sul podio delle Juniores

“Ho partecipato a questa gara nazionale sapendo già che sarei stata l’unica della mia categoria ma comunque ho provato a dare il meglio di me nonostante le difficoltà che ho avuto. Essendo un’atleta di questo sport già da tempo, i piattelli che sparo quotidianamente hanno una velocità maggiore sia in allenamento che in gara rispetto a quelli che ho affrontato alla gara di Roma e per potermi adeguare ho dovuto addirittura modificare il metodo di sparo e la tecnica che possiedo.”

“Con l’esperienza di pedana che ho acquisito in questi anni – spiega ancora Carlotta Parrotto – spero di aver offerto un aiuto concreto ad altre ragazze e ad altri ragazzi che stanno intraprendendo adesso l’attività del tiro a volo. Proprio la sera prima della gara di Roma alcune ragazze della mia regione mi chiedevano come si può gestire l’ansia che assale ogni atleta e come si può evitare che abbia conseguenze negative sulla competizione che si sta affrontando. Io ho suggerito semplicemente di compiere quelle azioni che per me sono divenute abituali: crearsi una routine nei gesti di pedana, pensare a cose positive, magari anche cantare un motivo nella propria testa o ancora ascoltare il proprio battito e il proprio respiro. Insomma: costruirsi una bolla e chiudersi in quella in modo da trasformare quell’ansia in forza. Tra i tanti meriti del Progetto C.a.r.e. c’è sicuramente quello di aver fatto comprendere a molte ragazze e molti ragazzi che il tiro a volo non consiste soltanto nel collocare una cartuccia in un fucile, chiudere quel fucile, chiamare il piattello e tentare di colpirlo: si tratta invece di un meraviglioso e articolato mondo sportivo che si può disvelare proprio gradualmente quando lo si frequenta. A Roma ho visto sorrisi e ho visto qualche lacrima come succede sempre nello sport, ma l’essenziale è che in tutte e in tutti ho visto il divertimento e il piacere di praticare questo nostro sport.”

Che la gara di Roma sia stata un concentrato di emozioni lo conferma del resto anche William Anselmi che ha sfiorato l’impresa nella gara individuale degli Allievi andando a conquistare un prezioso argento ed è salito sul terzo gradino del podio delle squadre sotto le insegne della Toscana.

“Il traguardo che ho raggiunto a Roma mi ha insegnato a combattere prima di tutto con me stesso piattello dopo piattello per raggiungere appunto il risultato. È bello immaginare che mi sono avvicinato al tiro a volo quasi per caso sul campo di Cecina e nel giro di pochi mesi mi sono ritrovato proiettato sul palcoscenico di una gara nazionale a Roma a confrontarmi con tanti ragazzi di quelle otto regioni che hanno preso parte al Progetto C.a.r.e. Ho addirittura avuto l’opportunità di partecipare ad uno spareggio al termine della gara: ha avuto la meglio il mio avversario Giorgio Arici, e a lui voglio formulare ancora i miei complimenti, ma, anche se condita da tanta emozione, ho potuto conoscere la mia determinazione nel perseguire un traguardo. A questo punto vorrei davvero continuare il mio straordinario percorso nell’agonismo del tiro a volo con l’aiuto dei tecnici che mi hanno aiutato a raggiungere questi risultati.”

Sta costruendo con determinazione e costanza il suo futuro tiravolistico anche Giuseppe Mileti che con un brillante 21/25 al Campionato delle Nuove Leve di Roma ha centrato la vittoria tra gli Juniores.

“Sono il primo della mia famiglia a praticare il tiro a volo – spiega l’atleta barese di Locorotondo che raggiungerà il traguardo della maggiore età il prossimo 12 luglio – e avevo iniziato con il Compak ma ho optato poi per la Fossa Olimpica perché certamente mi attirava di più l’aspetto agonistico e quella disciplina mi costringeva a mettermi in gioco e ad affrontare una stimolante esperienza mentale. Ovviamente quando il mio istituto ha aderito al Progetto C.a.r.e. io ero guardato come colui che aveva un po’ più di esperienza di pedana, però nelle ragazze e nei ragazzi della mia scuola che hanno scelto di compiere questa esperienza ho notato grande impegno e di nuovo una ferrea volontà di mettersi in gioco, quindi tutte e tutti hanno saputo affrontare molto bene questa avventura.”

“In effetti nell’attività sportiva – commenta Giuseppe Mileti che frequenta il quarto anno del Maiorana di Martina Franca con indirizzo elettrotecnico – non raggiungi mai un traguardo definitivo. Me ne sto accorgendo mettendomi a confronto nei Gran Premi del Settore Giovanile con altri ragazzi che effettivamente hanno qualità incredibili e sono in grado di conseguire risultati che io ancora non ho raggiunto. E anche tra coloro che sparano da poco ci sono ragazze e ragazzi che hanno la capacità di ottenere risultati davvero sorprendenti. Il punteggio che ho fatto a Roma, ovvero 21/25, è a grandi linee il mio punteggio medio di questa mia fase. Nel Gran Premio alla Gioiese in effetti nella terza serie del primo giorno c’è stata una flessione netta, ma si deve un po’ al vento e un po’ anche alla tensione della gara. Ci sono tante variabili nella pratica sportiva e ci sono poi svolte che si presentano imprevedibilmente in ogni momento. E questo è proprio l’aspetto dell’agonismo che mi ha appassionato di più e che mi stimola a proseguire questo esaltante percorso!”

Giuseppe Mileti al vertice del podio degli Juniores

Foto di copertina di Pavla Dolenska