Il futuro inizia qui
Al Tav Delle Alpi un gruppo di atlete e atleti under 21 di Trap e di Skeet ha affrontato un impegnativo test di tre giorni per perfezionare la tecnica di pedana e la preparazione atletica
(di Massimiliano Naldoni)
Nel cuore dell’estate l’officina del futuro è stato il Tav Delle Alpi: all’impianto vercellese di Cigliano i Tecnici federali della Fossa Olimpica Daniele Lucidi ed Emanuele Bernasconi e i loro omologhi dello Skeet Umberto Ortolani e Nicola Irene, insieme al Preparatore atletico Carlo Alberto Zandomeneghi, hanno condotto un raduno di tre giorni con ventiquattro tra atlete e atleti. Ogni meeting di questo genere è naturalmente sempre un vivace laboratorio di esperienze agonistiche anche molto diverse e la tre giorni di Cigliano non ha fatto davvero eccezione: le atlete e gli atleti designati per questo appuntamento hanno avuto infatti la possibilità di mettersi a confronto in un test che si è rivelato un utile momento di verifica e di crescita.
È sicuramente da annoverare tra gli atleti più esperti Gabriele Barone che ha partecipato al raduno piemontese nell’area della Fossa Olimpica.
“Per quanto mi riguarda – spiega il diciottenne napoletano di Sant’Anastasia – il raduno è andato molto bene perché a livello tecnico il supporto di Daniele Lucidi e di Emanuele Bernasconi è stato particolarmente utile. È stato un lavoro a tutto campo perché ci siamo dedicati alla serie tradizionale a due colpi, ma abbiamo anche eseguito serie ad un colpo e poi abbiamo testato le finali con la formula Issf e abbiamo anche simulato qualche shoot-off. È stata la giusta occasione per chiarire qualche dubbio ed eliminare qualche imperfezione. Fra l’altro le settimane che hanno preceduto il raduno al Delle Alpi sono state intense: ho avuto anche l’opportunità di partecipare alla Green Cup con il gruppo degli Juniores della Nazionale e quindi quella è stata un’esperienza molto formativa perché ho sperimentato l’atmosfera di una competizione di alto livello con tutto il gruppo dei miei coetanei. Sono pertanto molto grato a Daniele Di Spigno che ha voluto inserire anche il mio nome tra i convocati per quel test a Umbriaverde. Con il raduno dei primi di agosto ho certamente immagazzinato un buon livello di fiducia riguardo alle serie a un colpo, anche perché affrontare la serie a un colpo non investe soltanto l’aspetto tecnico, ma richiede anche l’assunzione di un certo atteggiamento che devi allenare gradualmente. Sicuramente la seconda canna é importante per costruire il risultato, ma poiché le fasi finali delle gare si svolgono ad un colpo, mi rendo conto che occorre dedicarsi con molto impegno anche a quella tipologia di competizione.”
“L’altro aspetto molto importante del raduno di Cigliano – precisa Gabriele Barone – è stato il consueto passaggio di fine pomeriggio dalla pedana alla palestra: anche in quel caso ogni giorno con Carlo Alberto Zandomeneghi abbiamo svolto un lavoro molto vario che si componeva di alcune sedute di corsa e poi prevedeva l’esecuzione di una serie di esercizi. Carlo Alberto ha insistito giustamente sull’importanza della preparazione atletica e ci ha raccomandato di curare molto l’attività fisica in parallelo all’allenamento che faremo in queste settimane in vista del Campionato italiano di settembre. Anche perché l’attività fisica in realtà va ad agevolare il livello di attenzione e la lucidità in gara. Io ho l’abitudine di alternare corsa e camminata a passo veloce e intendo continuare ad associare proprio quel genere di attività all’allenamento di pedana. Per il Campionato italiano l’obiettivo è quello di svolgere una bella gara che sarebbe pertanto anche il giusto premio per un lavoro serio e accurato che in realtà ho svolto in tutta la stagione.”
Si è trattato invece di un debutto assoluto per Ada Fochesato: la quattordicenne vicentina di Malo si è avvicinata per un breve periodo al tiro a volo seguendo la strada del Compak, ma da tre mesi è approdata con convinzione allo Skeet.
“È stato un momento molto utile sotto il profilo tecnico – conferma l’atleta veneta tesserata al Giorgio Rosatti di Ponso – perché gli allenatori mi hanno fornito delle spiegazioni molto preziose che mi hanno permesso di trasferire efficacemente la mia tecnica dal Compak definitivamente allo Skeet. Devo ad esempio ancora migliorare l’imbracciata perché subisco in realtà un po’ ancora l’eredità di quel periodo di militanza nel Compak. Sempre in senso tecnico è stato poi importante anche il supporto delle altre atlete dello Skeet che a loro volta mi hanno offerto appunto un forte aiuto. In gara ci sono ancora aspetti che non controllo con piena sicurezza: all’Uno d’Oro, ad esempio, in qualificazione ho esordito con una buona serie ma poi sono scivolata su punteggi meno buoni sicuramente per la partenza lenta nel movimento. O forse anche perché non sono riuscita a conservare la concentrazione per tutte e tre le serie e qualche volta mi sono presentata in pedana un po’ distratta. Per quanto riguarda invece la preparazione atletica mi sento certamente più solida: alle spalle posso vantare quattro anni di militanza nella ginnastica artistica che è un’attività che intendo proseguire in questi anni in parallelo allo Skeet.”
Frequenta le pedane invece da quattro anni Cristian Zonetti: il diciottenne di Fara Sabina, inquadrato nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro, ha esplorato molti ambiti sportivi come il nuoto e il ciclismo prima di decidere di dedicarsi interamente alla Fossa Olimpica.
“Sono rimasto davvero ben impressionato da tutto quello che abbiamo fatto nel raduno al Delle Alpi. – Spiega l’atleta della scuderia di Montopoli – Accogliente ed efficiente il campo e utilissimo il supporto dei Tecnici che mi hanno aiutato a risolvere molti dubbi. Devo dire, poi, che ci siamo anche divertiti sparando tutti insieme e facendo gruppo.”
“Sotto l’aspetto strettamente tecnico – precisa Cristian Zonetti – ho potuto risolvere un problema che mi aveva tormentato da tempo. Per abitudine collocavo infatti la mano sull’astina del fucile in posizione abbastanza arretrata e secondo il mio parere agevolava il mio movimento. Invece nel confronto con Bernasconi e Lucidi è emerso che quella posizione della mano dipende anche dalla tua struttura fisica ed è in base a quella che devi capire qual è la posizione corretta. Ecco appunto un esempio che ti dice che il confronto con i Tecnici durante un raduno del genere diviene fondamentale per individuare le soluzioni giuste. Anche in termini di piattelli colpiti ho notato un incremento sensibile: prima del raduno sbagliavo qualche sinistro e con i Tecnici ho invece trovato la quadra per effettuare il movimento giusto.”
“Il raduno è stato anche davvero intenso. – Spiega ancora Cristian Zonetti – Il primo giorno abbiamo fatto tre serie di selezione, uno shoot-off e una finale a 50 piattelli. Il secondo giorno due serie di qualificazione e ancora una finale e nell’ultima giornata due finali. Abbiamo lavorato molto a due colpi e a un colpo. Sinceramente io avevo una certa sicurezza anche a un colpo: totalizzavo 21 e 22 prima del raduno, ma adesso mi sono attestato intorno al 23 e anche al 24. Personalmente non trovo grande differenza tra la gara a un colpo e quella a due colpi: perché sono convinto che se ci sei con la testa e riesci a conservare la concentrazione, il problema davvero non c’è.”
Si è trattato di un debutto per la piemontese della Fossa Olimpica Alice Garoppo.
“Sì, primo raduno della mia carriera e bellissima esperienza. – Conferma la sedicenne della scuderia del Tav San Giovanni – Sicuramente una situazione molto diversa dal metodo di allenamento che adotto personalmente. A livello tecnico è stato utilissimo perché ad esempio da sola non ho mai fatto un allenamento sistematico a un colpo e poi è stato molto importante il confronto immediato con i Tecnici e anche con le altre atlete. Ma soprattutto il raduno è un momento davvero utile perché puoi anche andare a chiedere subito spiegazioni di quello che ti viene indicato. Il dialogo è importante e lo è soprattutto perché ti confronti con Tecnici che appunto non ti vedono sparare quotidianamente. Quando ti alleni da sola a un colpo non è infatti davvero come simulare una finale con altre sei atlete in cui si innescano lo spirito di competizione e il desiderio di emergere e in cui vivi comunque l’atmosfera da finale che non puoi ricreare nell’allenamento in solitaria. D’altronde, ad esempio, anche all’Uno d’Oro in finale ho fatto qualche pasticcio, complice il maltempo e il vento, ma certamente anche per il fatto di non aver saputo controllare l’emozione in finale. Ed è per quello che simulare le finali in un raduno diviene determinante per riuscire a costruire la nostra solidità tecnica.”
“Se invece c’è stato un momento di vero e proprio trauma – rivela Alice Garoppo – è stato nelle ore dell’attività in palestra. Mi considero negata per la preparazione atletica: davvero poco coordinata. Ma Carlo Alberto Zandomeneghi è stato molto bravo, perché è andato leggero sul programma di lavoro. Sta di fatto, comunque, che l’ultimo giorno del raduno ero distrutta. Tecnicamente queste prossime settimane non sono il momento adatto per stravolgere niente perché il calendario è intenso. Superata questa fase, però, ci sarà tempo anche per qualche sperimentazione. C’è tutto l’inverno per le novità.”
Daniel Collet, sedicenne atleta veneto dello Skeet, alla luce del lavoro compiuto al raduno al Delle Alpi ha voluto esaminare anche le sue più recenti prove agonistiche.
“All’Uno d’Oro ho conquistato l’argento, d’accordo, – spiega l’Allievo della scuderia di Santa Lucia di Piave – ma non mi sentivo sicuro quando affrontavo le pedane, quindi, malgrado il risultato, la considero una delle gare meno buone della stagione. Il 61/75 della qualificazione è molto al di sotto della media che sono in grado di rispettare: in allenamento staziono sulla media del 22/23. E fra l’altro di solito sparo meglio in gara che in allenamento.”
“Il raduno mi è servito molto – conferma Daniel Collet – e si è visto subito al Criterium a Lonato. Ringrazio davvero i due Tecnici Nicola Irene e Umberto Ortolani per avermi convocato. Ho lavorato con tutti e due in maniera molto efficace. Avevo dei dubbi sulla pedana 5 e dopo il lavoro che abbiamo fatto al raduno mi sento molto più sicuro in quella pedana. Quest’anno ho fatto anche dei buoni punteggi, ma sono stato sicuramente più forte in qualificazione che in finale: per quel motivo adesso mi sto dedicando proprio alla fase conclusiva della gara.”
“So di aver fatto un buon lavoro anche nelle ore di preparazione atletica, – conclude Daniel Collet – nonostante che l’allenamento fisico in realtà non sia mai stato e non sia uno dei miei pezzi forti. Ho però tenuto conto del lavoro che abbiamo fatto in palestra insieme a Carlo Alberto e agli altri atleti e cercherò di replicarlo poi anche nell’allenamento dei prossimi mesi.”
Le ragazze e i ragazzi del raduno
Fossa Olimpica: Sofia Chiampesan, Alice Garoppo, Ambra Giabbecucci, Maria Iovinella, Aurora Rocchi, Greta Sforzi, Gabriele Barone, Davide Battisti, Francesco Cecchetti, Luca Chessa, Simone Roncen, Cristian Zonetti
Skeet: Sara Bianchi, Erika Cangiano, Giulia Castrichini, Ada Fochesato, Franco Botton, Giacomo Breda, Matteo Cavallin, Daniel Collet, Massimo Gaino, Antonio Marasco, Mattia Peloso, Riccardo Salsa
Foto: Tav Delle Alpi