Giovanissimevolmente: Maria De Vito e Matteo Maglio
La diciassettenne campana è campionessa italiana 2024 delle Allieve e il diciannovenne ligure è il nuovo detentore del titolo tricolore tra gli Allievi: ecco come hanno vissuto la gara più brillante della loro stagione
(di Massimiliano Naldoni)
Risponde al nome di Maria De Vito la nuova campionessa italiana delle Allieve di Fossa Olimpica: la diciannovenne avellinese (nella foto di copertina al vertice del podio con Michelle Spitoni e Ambra Parodi) che frequenta il quarto anno del Liceo Linguistico ha saputo rendersi protagonista della gara che sulle pedane di Montecatini – Pieve a Nievole ha assegnato gli scudetti under 21 della stagione 2024 prima con un 100/125 che le ha fornito l’accesso in finale con il dorsale numero tre e poi con un brillante 18 nell’ultimo round che le ha consegnato la medaglia d’oro. Il nuovo campione italiano degli Allievi è invece Matteo Maglio: cresciuto alla scuola di Cristina Bertamini e Marco Capurro. Nato a Sanremo e residente a San Biagio della Cima, il diciannovenne imperiese – che aveva tentato anche la strada del calcio con un provino al Torino nel ruolo di centrocampista – al confronto tricolore si è aperto la strada della finale con un solido 116/125 e nella frazione conclusiva ha fissato con un 21 la sua superiorità su tutti gli avversari.
Maria, possiamo dire che la tua gara al Campionato italiano è anche il vertice qualitativo della stagione?
Sì, anche se ci sono stati molti progressi nell’arco della stagione: quest’anno mi sono allenata moltissimo e infatti ho raggiunto tanti obiettivi. Immediatamente prima della gara di Montecatini naturalmente ho fatto allenamento sparando anche tre o quattro volte alla settimana, ma anche con attività fisica e ho dedicato anche un po’ di tempo proprio a prepararmi mentalmente alla gara. Vivo a Torella dei Lombardi e il mio campo di riferimento per l’allenamento è il Tav Fontanarosa Skeet, ma sparo abitualmente in molti impianti della Campania: al Tav Falco, al Tav Raimondo, al Tav Il Campione. Questo è proprio il sistema che adotto per non sparare sempre sullo stesso campo, perché se spari sempre con gli stessi lanci e lo stesso sfondo non puoi crescere tecnicamente.
Maria De Vito con il Presidente della Commissione del Settore Giovanile della Campania Francesco Trinchese
Matteo, anche per te possiamo considerare questa gara la vetta della stagione?
È stata certamente la mia gara migliore nel 2024. Del risultato delle altre gare dell’estate non ero certamente soddisfatto: al Gran Premio di Cieli Aperti non ero proprio in giornata e al Criterium ero in una fase di esperimenti, ho fatto delle prove e ancora non ero in grado di fare un buon risultato.
Maria, la tua storia agonistica è indubbiamente molto interessante e hai dimostrato di avere le idee molto chiare sul tuo futuro: dove vuoi arrivare?
L’ambizione immediata sarebbe di entrare a far parte di un gruppo sportivo dei Corpi dello Stato e poi magari di ricevere la convocazione per la Nazionale. Ma io ho sempre detto con chiarezza che il mio obiettivo è andare a gareggiare alle Olimpiadi. Il mio modello di atleta è Silvana Stanco la cui famiglia fra l’altro è originaria di una località a nemmeno mezz’ora da casa mia. Silvana Stanco mi ha ispirato molto in questi anni: l’ho vista per la prima volta in pedana al Tav Fontanarosa di Gesualdo, dove appunto mi alleno anche io. È stato in occasione di una grande festa che è stata organizzata per Silvana che era appena dalle Olimpiadi di Tokyo con il quinto posto. Ma io allora sparavo allo Skeet. Mio padre è un tiratore di Skeet e in quel momento mi aveva avviato a quella disciplina e andavo a sparare a Montella. Poi, però, nel 2022 ho scelto di passare alla Fossa Olimpica. Trovavo lo Skeet molto difficile e non riuscivo ad ottenere risultati e allora è maturata appunto la decisione di passare al Trap.
Matteo, anche nel tuo caso c’è un prima e un dopo dell’attività del tiro a volo, vero..?
Ho sparato al Compak prima di approdare alla Fossa Olimpica. Posso dire che il Compak mi ha aiutato ad arrivare alla Fossa con un po’ più di maturità agonistica. Le prime gare le ho fatte proprio al Compak ed è stato un modo utile per iniziare a sperimentare l’atmosfera della gara. Un altro elemento che mi ha permesso di maturare tecnicamente è il fatto di allenarmi al Tav Ventimiglia in cui si spara spesso con il vento che rende i lanci molto difficili. È un esercizio importante che ti costringe ad essere più concentrato.
Matteo Maglio al vertice del podio degli Allievi con Federico Costantin e Tommaso Zella
Maria, gettando uno sguardo alla stagione che si sta concludendo cosa vedi?
Quest’anno qualche gara non è andata proprio come avrei voluto. Al Gran Premio di Umbriaverde, ad esempio, ho avuto qualche problema tecnico che mi ha impedito di fare un risultato soddisfacente. E sono stati problemi che mi hanno accompagnato anche al Gran Premio di Cieli Aperti. Avevo iniziato bene la stagione, invece: al Gran Premio al Tav Gioiese avevo fatto 95/125 ed ero entrata in finale. Però al Campionato italiano sapevo di poter fare bene perché avevo messo tutto l’impegno e appunto mi sono allenata davvero molto.
Matteo, nelle settimane che hanno preceduto il Campionato italiano stavi sparando sulla media che hai poi rispettato in gara?
No, non proprio: però sentivo che poteva andare meglio delle altre gare. Non pensavo di poter fare questo risultato, ma sapevo c’era la possibilità di fare una buona prova.
Non hai partecipato alle prime gare del calendario, però l’esordio stagionale a Umbriaverde era stato di buon livello.
Sì, in quella gara ho totalizzato 113/125 e nel corso della gara sono andato anche sempre in crescendo. Sono entrato nello shoot-off per accedere alla finale. Poi lo shoot-off non è andato bene, d’accordo, ma è stata comunque una buona partenza.
Maria, nella tua gara di Montecatini c’è un’ultima serie davvero pallida. Che cosa è successo?
Il cedimento nell’ultima serie di qualificazione è dovuto all’ansia: ho cominciato a sentire un po’ la paura della gara importante dopo un 23 che era anche un buon punteggio. Ma dopo quella serie sono riuscita a riprendere il controllo e a calmarmi. Anche in finale in realtà all’inizio ero un po’ ansiosa e si è visto nella sequenza: ho colpito il primo ma poi ho fatto uno zero, poi altri due buoni e altri due zeri. Insomma, ai quindici piattelli avevo cinque zeri e ho anche rischiato un po’ nel primo segmento della finale.
Maria De Vito con l’Istruttore Giuseppe Ciccarelli
Matteo, nel tuo Campionato italiano c’è una prima giornata da montagne russe con un bel 24 di apertura e un fantastico 25 alla terza serie, ma con un 21 nella serie mediana. Come lo spieghi?
Ho sparato al campo 5 e ho avuto un vuoto di concentrazione al quinto e al sesto lancio e poi ancora al ventiquattresimo e al venticinquesimo. La seconda bicicletta mi ha davvero un po’ lasciato sotto shock perché dopo i primi due zeri avevo preso bene il ritmo e vedevo molto bene i piattelli. E invece alla fine della serie ho sbagliato due volte lo stesso piattello. Difficilmente rivolgo lo sguardo fuori dallo spazio visivo dei lanci, ma dopo il primo doppio zero effettivamente ho gettato un’occhiata a Cristina e Marco per indagare quello che era successo.
Come hai gestito poi la tua finale?
Il terzo piattello, un sinistro alto, mi ha colto di sorpresa e su quel lancio ho fatto uno zero. Non ho visto la partenza del piattello e l’ho strappato. Però sono arrivato ai quindici piattelli con un solo zero. Poi c’è stata la sosta per definire i primi eliminati dei finalisti e subito dopo l’interruzione, alla ripresa della gara, ho intervallato colpiti e mancati e ho fatto tre zeri. Ma sono riuscito a riprendere in pugno la gara e a conquistare il titolo. Sicuramente è stata una bella esperienza agonistica che mi ha aiutato a crescere sportivamente e mi ha preparato per altre belle imprese.
Matteo Maglio
(foto: Clikkami / Fitav Campania / Fitav Liguria)