Giovanissimevolmente: Luca Gerri

Per il diciannovenne bresciano, campione italiano degli Juniores di Fossa Olimpica, il 2024 è stato un anno di grandi risultati che lo hanno portato a gareggiare nelle principali competizioni della categoria

(di Massimiliano Naldoni)

Il 2024 è stato certamente un anno di grandi emozioni per Luca Gerri che si è visto proiettato nel ruolo di protagonista della Fossa Olimpica under 21 nelle principali competizioni internazionali della stagione. Medaglia di bronzo al Campionato europeo di Lonato e finalista al Mondiale di Lima, in entrambe le occasioni il diciannovenne bresciano di Erbusco si è aggiudicato il titolo a squadre in collaborazione con Matteo D’Ambrosi e Riccardo Mirabile e ha poi coronato questa luminosa stagione con la conquista dello scudetto individuale degli Juniores (nella foto di copertina Luca Gerri è al vertice del podio del Campionato italiano con Riccardo Mirabile e Francesco Tanfoglio). Ma qual è il giudizio di Luca Gerri su questa prima stagione in azzurro?

Luca, all’inizio dell’anno avresti detto che adesso avremmo parlato di te come del primo degli under 21 italiani del Trap?

Puntavo certamente a questo traguardo ma non me lo aspettavo.

Luca Gerri con le medaglie dell’Europeo

Possiamo dire che quella al Campionato italiano è stata la tua gara perfetta del 2024?

Sì, possiamo definirla gara perfetta, ma parlando esclusivamente di punteggi perché in realtà ho avuto molte difficoltà tecniche la settimana prima del Campionato italiano e ne ho avuti anche in quella ancora precedente. Si è ingenerata qualche insicurezza alla vigilia della gara forse prodotta dal fatto che avevo voluto cambiare fucile proprio nell’avvicinamento a quell’appuntamento. Di conseguenza mi sono allenato tanto in quelle settimane prima della gara, ma come succede sempre: più fai e più insorgono alcune insicurezze. Anche se è altrettanto vero per un altro verso che più fai e più raggiungi il risultato. È accaduto quindi che in quelle settimane si sia manifestata qualche incertezza, ma si siano prodotti anche tanti risultati buoni come ad esempio quello che mi ha permesso poi di vincere il titolo italiano degli Juniores. In sostanza nelle settimane che hanno preceduto il Campionato italiano riuscivo a rispettare la media che poi ho fatto a quella gara, ma con più difficoltà. Non certamente con quella facilità con cui, ad esempio, ho fatto il 121 al Gran Premio di Lonato di giugno: quello è stato il momento della stagione in cui ero al massimo di me stesso.

Nella stagione ci sono stati però momenti in cui forse è mancato il guizzo: penso alla finale del Mondiale di Lima che non ti ha permesso di ottenere quella visibilità che avresti meritato.

Facciamo una premessa: in questo anno ho avuto tanti momenti belli con grandi soddisfazioni e anche qualche bastonata. Sono arrivato al Mondiale e ho detto: ho solo da guadagnare da questa situazione. È la mia prima trasferta all’estero ed è il mio primo Mondiale. Ce l’ho messa tutta ma ho avuto davvero tante difficoltà a sintonizzarmi con il campo di Lima. C’erano piattelli che uscivano in ritardo e non sono riuscito ad adattarmi al campo. Quindi se pensiamo alla qualificazione, il Mondiale è stato sicuramente la gara più difficile che ho affrontato quest’anno.

Luca Gerri con il Ct Daniele Di Spigno

Anche il 22 della prima serie al Mondiale infatti parla della difficoltà di quella gara…

Esatto. È la serie in cui fra l’altro ho sbagliato il primo e l’ultimo piattello: esattamente la stessa situazione che mi era capitata anche al Criterium della scorsa estate in cui ho sbagliato il primo e l’ultimo e poi ho fatto 73/75. Direi che questi errori così localizzati sono proprio il segno di difficoltà tecniche evidenti. Il Criterium, ad esempio, era la prima occasione in cui tornavo in gara dopo la Coppa del Mondo di Porpetto: per quel motivo sentivo fortissima l’esigenza di far bene e allora si è manifestata la difficoltà a rompere i piattelli.

Che cosa è successo nella finale del Mondiale che ti ha impedito di esprimerti al meglio?

Ero molto teso. Ma la difficoltà del campo ha continuato a pesare. Ero riuscito a gestire quella difficoltà in qualificazione e infatti sono riuscito a entrare in finale, ma nella gara a un colpo sono usciti fuori di nuovo tutti i problemi che quel campo mi creava. Sinceramente, dal momento che era un momento dell’anno in cui il punteggio lo stavo facendo, avevo pensato di riuscire ad andare a podio. Sicuramente poteva andar meglio del sesto posto che ne è scaturito, ma essendo la prima vera uscita internazionale giudico il responso positivo.

Luca Gerri celebra la conquista del titolo mondiale a squadre con Matteo D’Ambrosi e Riccardo Mirabile

Forse però è stato all’Europeo di Lonato, dopo il 123 in qualificazione, che ti aspettavi di concludere con una vittoria?

Aspettarlo: no, ma meritarlo: sì. Mettiamola così. Anche perché all’Europeo in qualificazione c’erano stati momenti davvero disastrosi: in prova con Daniele Di Spigno eravamo disperati. Poi, invece, la gara ha detto tutt’altro…

Alla luce di queste finali di cui stiamo parlando, per il 2025 stai già lavorando in maniera più convinta sulla gara a un colpo?

C’è sempre da lavorare su tutto. Certamente riconosco che quest’anno nelle finali a un colpo ho sofferto molto. Per principio, comunque, cerco sempre di migliorarmi giorno per giorno. Però sono dell’idea che, essendo stato il primo anno di Nazionale, ha pesato sempre molto l’emotività. Ma in queste settimane dell’autunno non ho mai smesso di allenarmi e soprattutto di prepararmi mentalmente per la nuova stagione.

(foto Alessia Tonizzo e Issf)