Giovanissimevolmente: Guadalupe Lamagna e Marco Cistaro
Nel Trap la quindicenne pugliese è la campionessa italiana delle Giovani Speranze e il quattordicenne piemontese è il miglior Esordiente della stagione: ecco le loro impressioni in vista degli impegni agonistici del prossimo anno
(di Massimiliano Naldoni)
Nella scorsa estate Guadalupe Lamagna si era ritagliata il ruolo di protagonista nel segmento pugliese dell’Uno d’Oro e nelle considerazioni che la giovanissima atleta aveva formulato dopo quella gara sulle pedane di Spinella aveva fatto comprendere di guardare con convinzione alla partecipazione al Campionato italiano del Settore Giovanile. Detto, fatto. Perché la quindicenne di Andria (ritratta al centro della foto di copertina insieme alle compagne e ai compagni di squadra e all’Istruttrice Angela Maggi) a Montecatini ha saputo conquistare il titolo tricolore stagionale delle Giovani Speranze di Fossa Olimpica guadagnando il transito alla qualifica Juniores per la stagione 2026. All’appuntamento toscano di settembre Guadalupe Lamagna aveva esordito con sicurezza nella prima giornata, poi una lieve flessione di rendimento nella seconda giornata, se non aveva certo messo in discussione la qualificazione alla finale, aveva però costretto l’atleta pugliese, allieva di Cosimo Di Chiano, (approdata a quota 90/125) ad un impegnativo reset in vista del round decisivo. Ma in quella finale a un colpo Guadalupe Lamagna svettava poi brillantemente conquistando il titolo con 17 centri davanti al 16 di Lisa Taccola e al 14 di Sara Tursi.
Guadalupe, dal punto di vista tecnico che gara è stata quella che a Montecatini ti ha consegnato il titolo italiano delle Giovani Speranze?
Il primo giorno è andata bene: sono partita supermotivata. Nel secondo giorno, invece, è intervenuta sicuramente un po’ di stanchezza per una gara che è abbastanza lunga. E poi, curiosamente, ha pesato anche la mia troppa convinzione che nel tiro a volo non è un elemento positivo e può cambiare tutto. Dopo il 17 della quarta serie sono entrata in pedana per l’ultima serie dicendo a me stessa che dovevo fare di più. Però certamente in quell’ultima serie non sono riuscita a conservare l’attenzione: mi sono distratta. Ne è venuta fuori una serie con molti errori distribuiti e la delusione per quella serie si è poi riflessa anche sullo shoot-off successivo.
Guadalupe Lamagna
Ecco, appunto: sicuramente il momento più difficile è stato quello prima della finale: l’ultima serie di qualificazione un po’ in affanno e poi il veloce shoot-off per il dorsale che non è andato bene: come hai resettato in quel momento?
Dopo la sconfitta nello shoot-off per il dorsale avevo temuto di aver perso la concentrazione per poter affrontare la finale, ma a quel punto mi sono detta: no, non posso buttare questa occasione! Ho ritrovato la concentrazione e poi sono andata in pedana e ho dato il meglio. Sono molto contenta del risultato che ho ottenuto soprattutto perché sono riuscita a dare una grande soddisfazione al mio papà che mi sta sostenendo in questa mia passione sportiva. Il mio allenatore Cosimo Di Chiano, che è stato molto importante in tutta questa fase di preparazione al Campionato italiano, non era presente a Montecatini, ma con frequenti contatti telefonici mi ha sostenuto nel corso della gara ed è stato un sostegno determinante appunto in quell’ultima serie di qualificazione quando mi ero un po’ persa. Un contributo altrettanto importante in quel momento lo ha fornito Angela Maggi che mi segue in tutte le trasferte e un grande sostegno lo ha assicurato anche il nostro Delegato regionale Cosimo Moretto che è sempre molto vicino a noi nelle gare e sempre molto attento alla realtà giovanile.
Guadalupe Lamagna al vertice del podio delle Giovani Speranze di Trap con Lisa Taccola e Sara Tursi
Qualche mese fa, parlando del tuo risultato all’Uno d’Oro, avevi spiegato che non era nelle tue abitudini fare allenamento a un colpo: per il Campionato italiano hai fatto una preparazione diversa?
In tutta sincerità: non tanto diversa, perché quando sparo ad un colpo cambio completamente la mia mentalità di gara e quindi continuo ad avere l’impressione che se mi allenassi molto ad un colpo poi non farei gli stessi risultati. Affrontare la finale senza troppa preparazione specifica fino ad ora è stato proprio il mio punto di forza. Quindi il mio allenamento si svolge principalmente a due colpi; poi naturalmente in ogni sessione di allenamento mi dedico a un breve allenamento a un colpo, ma questo avviene per andare a individuare semmai i piccoli errori che ci sono e sui quali devo intervenire. Il mio allenatore in realtà preme perché mi alleni di più ad un colpo perché giustamente è convinto che potrei dare di più in finale. Ma come dicevo, questa è al momento la mia impostazione mentale per affrontare la finale. Però non escludo di accogliere i suggerimenti e di cambiare modalità di allenamento, anche per il fatto che dal prossimo anno militerò tra le Juniores: sarò la più piccola di età e dovrò provare a dare il doppio rispetto a quello che ho fatto fino ad ora. Nessuno certamente avrebbe immaginato che io riuscissi a centrare così presto una vittoria così importante: e neanche io in effetti. Però questo è anche il prodotto del grande impegno che metto nella pratica del tiro a volo. Ho lasciato infatti il nuoto e l’equitazione che praticavo in precedenza per dedicarmi alla Fossa Olimpica e adesso infatti svolgo tre sedute settimanali di allenamento e in parallelo effettuo anche la preparazione atletica in palestra. Adesso in prospettiva ci sono mesi importanti di lavoro intenso: la prossima sarà una nuova stagione impegnativa ma anche molto stimolante.
Marco Cistaro a Montecatini è stato invece il protagonista degli Esordienti del Trap: il quattordicenne del Settore Giovanile del Piemonte, che risiede in Svizzera, nell’area di Lugano, e svolge il suo allenamento al Tav San Giovanni di Vercelli in cui è tesserato, ha totalizzato 105/125 nelle serie di qualificazione e poi in finale si è imposto con 20 centri davanti a Damiano Maccaglia e Manuel Gravina. Marco Cistaro pratica il calcio già da tre anni nel ruolo di difensore in una squadra svizzera under 16, ma la sua frequentazione delle pedane di Fossa Olimpica risale invece nei fatti soltanto a questa stagione ed è certo quindi che il suo Istruttore Davide Lavizzari, in collaborazione con il papà di Marco: Armando e con il fratello Michele, hanno saputo in breve tempo individuare e valorizzare il talento del neo-campione degli Esordienti.
Marco, la vittoria al Campionato italiano era nell’aria?
Ero andato abbastanza determinato perché al Criterium, cioè la gara che aveva preceduto il Campionato italiano di qualche settimana, ero arrivato secondo. Al Criterium in effetti ho sparato anche meglio che a Montecatini: sono riuscito a rispettare la media del 22, fra l’altro con un 24 alla terza serie. Al Campionato italiano, invece, ad esempio ho avuto qualche difficoltà nella seconda serie che ho affrontato al campo 1 dove non avevo sparato in allenamento: e su quel campo ho sofferto un po’ i destri.
Marco Cistaro al vertice del podio degli Esordienti di Trap con Damiano Maccaglia e Manuel Gravina
Il 2025 è stato l’anno del tuo debutto agonistico nella Fossa Olimpica: come sono andate le altre gare della stagione?
A Umbriaverde, che è stato proprio il mio primo Gran Premio dopo che ho partecipato ad una primissima gara al Tav San Giovanni, non mi sono qualificato per la finale per un solo piattello. E poi ho gareggiato anche al Gran Premio di Cieli Aperti con un discreto risultato.
In finale al Campionato italiano hai totalizzato 20 che a un colpo è davvero un bel punteggio: ti eri preparato con cura?
No, in realtà non avevo fatto un allenamento specifico a un colpo. Ho provato la serie a un colpo soltanto nel weekend precedente al Campionato italiano, quindi, sì: è stato davvero abbastanza sorprendente per me scoprirmi bravo in questo tipo di finale!
Foto: Clikkami