Giovanissimevolmente: Giulia Zanardini e Samuele Di Censi
La diciannovenne Allieva bresciana e il diciassettenne Allievo tiburtino hanno guadagnato il vertice del podio nel Gran Premio del Settore Giovanile di Cieli Aperti
(di Massimiliano Naldoni)
Accade spesso nello sport che due percorsi diversi conducano ad un esito analogo. Il Gran Premio del Settore Giovanile di Cieli Aperti nella Fossa Olimpica ha fatto coincidere le strade agonistiche di Giulia Zanardini e Samuele Di Censi attribuendo alla diciannovenne atleta di Pisogne e al diciassettenne di Tivoli la vittoria nel comparto Allieve/Allievi. Ma certamente il retroterra sportivo dell’una e dell’altro sono dissimili. Con l’affermazione recente Giulia Zanardini (protagonista della foto di copertina) compone infatti una splendida sequenza in questa prima metà della stagione 2025: l’atleta del Trap Concaverde ha inanellato infatti due vittorie e un terzo posto nei tre Gran Premi del Settore Giovanile e questo patrimonio qualifica la specialista bresciana come la migliore esponente della sua qualifica in questo primo scorcio della stagione. Per Samuele Di Censi la vittoria di Cologno al Serio è invece una piacevole e sorprendente sorpresa che colloca l’atleta del Tav Roma – allievo di Federico Fronzoni – tra le rivelazioni del segmento primaverile-estivo della stagione. Andiamo allora a indagare direttamente nelle parole di Giulia e Samuele le impressioni che sono state attivate dalla recente prestazione agonistica.
Giulia, commentando la vittoria alla Gioiese avevi messo in evidenza un difetto di concentrazione in alcune fasi della gara. Com’è andata questa volta?
Anche in questa gara il problema si è un po’ ripresentato: il primo giorno infatti con un 19, un 16 e un 19 non era andato molto bene. Poi il secondo giorno mi sono riassestata e sono riuscita ad entrare in finale tra le prime. Quello del livello di concentrazione è un problema che non si manifesta con la stessa portata in ogni gara. Ad esempio, sempre a Cieli Aperti la settimana prima del Gran Premio ho partecipato alla prova del Campionato regionale della Lombardia per il conseguimento del passaggio in Seconda categoria e sono riuscita a fare un’ottima gara con 88/100 in qualificazione e 109/125 al termine della finale che rappresenta fra l’altro anche il punteggio più alto di tutta la mia carriera. Quindi, appunto di quella gara che si è svolta soltanto qualche giorno prima del Gran Premio sono veramente molto soddisfatta.
Allora che cosa innesca il deficit di concentrazione?
Sono convinta che occorre credere fortemente ogni volta nelle proprie potenzialità: è quello che ti motiva a sparar bene e ad essere sempre concentrata. Se senti una motivazione precisa, sei anche concentrata nella maniera corretta. In realtà poi la mancanza di concentrazione si attiva esattamente nel momento in cui devo compiere i gesti tecnici che contano: mi serve ad esempio svuotare la mente nel momento in cui imbraccio e chiamo il pull. È proprio in quella fase, infatti, che mi ripeto anche le indicazioni precise per compiere correttamente i gesti: è un mantra che mi aiuta a stare concentrata sui gesti che ho assimilato. Ma devo limitarmi a compiere quei gesti perché se penso troppo anche ai movimenti da compiere, allora appunto perdo la concentrazione.
E come giudichi la tua finale di Cieli Aperti?
Sinceramente: molto bella, perché sono riuscita ad essere sempre in corsa con Michelle Lisca anche se Michelle era andata molto bene nei primi venti piattelli ed era riuscita a prendere un po’ di vantaggio. Io sono andata meglio nello step successivo e ci siamo trovate a pari a 17 e poi sono riuscita a vincere allo shoot-off.
Giulia, tu hai sperimentato anche altri sport sebbene molto diversi dal tiro a volo: nelle altre attività sportive come il motociclismo e il kickboxing non si è mai presentato questo problema del deficit di concentrazione?
Tra tutti gli sport che ho praticato il tiro a volo è certamente quello più mentale, quindi quello della concentrazione è un problema che è apparso proprio quando ho iniziato a sparare al Trap. Forse prima non ci avevo pensato neanche troppo a quel problema. Con il tiro a volo ho iniziato a concentrare il pensiero su ogni momento della gara e su ogni movimento da compiere. E mi sono resa conto che senza la concentrazione al massimo, anche se sei una tiratrice brava non riesci a raggiungere il risultato.
Samuele, a Cieli Aperti hai centrato il miglior risultato della tua carriera: sentivi che quello poteva trasformarsi nel tuo giorno migliore?
È certamente il miglior risultato della mia carriera, ma, no: non mi aspettavo un responso così perché in realtà ormai da un anno non riesco ad allenarmi in maniera regolare per una serie di impegni tra cui ovviamente anche la scuola. Non avevo davvero grandi aspettative e quindi è stata davvero una sorpresa.
Tra l’invernale di Roma e il Gran Premio alla Gioiese, da un lato, e dall’altro invece questo recente risultato c’è però decisamente un bel progresso anche in termini di qualità del punteggio.
Sì, al Gran Premio della Gioiese l’ultima serie è andata male e quel 16 ha fatto precipitare il mio punteggio. Nel Gran Premio di Cieli Aperti non mi ero dato appunto nessun obbiettivo perché spesso succede che se mi fisso su un traguardo da conseguire, poi magari proprio l’emozione della gara mi impedisce di raggiungere quell’obbiettivo. Quindi ho deciso di vivere questa gara senza fare previsioni su quello che poteva o non poteva essere.
Samuele Di Censi al vertice del podio degli Allievi con Nicolò Garbetti e Alberto Zecchin
Quella di Cieli Aperti è stata una gara di regolarità: forse però c’è stata un po’ di sofferenza di nuovo nell’ultima serie?
Sì, decisamente. Sono intervenute l’emozione e l’ansia. Essendo consapevole di aver fatto un buon punteggio fino a quel punto, sentivo di dover far bene per chiudere la gara con la promozione alla finale. Infatti la concentrazione degli errori nei primi e negli ultimi piattelli della serie spiega la tensione che ho vissuto in quel momento. È un problema che ho avvertito anche altre volte quando appunto è intervenuta la tensione: controllo bene la parte centrale della serie, ma all’inizio e alla fine sono in sofferenza.
Non è un dettaglio che tu sia stato autore anche di una bella finale al Gran Premio di Cieli Aperti.
Sono riuscito a concentrarmi nella maniera corretta anche se in effetti si è trattato della prima finale che ho disputato. In realtà in finale nemmeno mi sono accorto di quanti zeri avevano gli altri e di quanti ne potevo avere io: ho solo sparato. Non avrei saputo dire neppure se ero in testa fino dall’inizio: so che per me è maturato qualche errore nella fase centrale della finale ma poi ho recuperato e infatti siamo arrivati a pari con Niccolò Garbetti e ho vinto lo shoot-off che è stata comunque un’altra esperienza del tutto nuova. Tutto è stato davvero un risultato inaspettato: una sorpresona che mi stimola nei prossimi mesi a dare più regolarità al mio allenamento.