Giovanissimevolmente: Franco Botton ed Emanuele Franchi

Lanciati dall’Uno d’Oro, lo skeettista trevigiano degli Allievi e il romano delle Giovani Speranze della Fossa Olimpica saranno in pole position al Campionato italiano del Settore Giovanile

(di Massimiliano Naldoni)

Attenti a quei due! E i due in questione sono Franco Botton (nella foto di copertina) ed Emanuele Franchi. Quelle dei due atleti under 21 sono storie sportive per molti aspetti diverse, ma con qualche interessante affinità. È vero che Franco Botton è un diciassettenne trevigiano di Sernaglia della Battaglia che si dedica allo Skeet e milita tra gli Allievi ed Emanuele Franchi è invece un sedicenne romano di Fiano inquadrato nelle Giovani Speranze che ha eletto la Fossa Olimpica quale sua disciplina preferita, ma entrambi hanno sia un retroterra che un presente ad alta concentrazione sportiva. E questa familiarità con l’agonismo e con la preparazione atletica potranno pesare molto positivamente per entrambi nei numerosi anni di militanza nel Settore Giovanile che entrambi hanno davanti a loro. L’affermazione nell’Uno d’Oro di questa estate 2025 è l’altro importante punto in comune di questi due giovanissimi atleti emergenti. Franco Botton è andato a conquistarsi la vittoria a Conselice, con una partenza non fulminante in qualificazione, ma vincendo poi la semifinale con il capolista Matteo Cavallini per 23 a 21 e poi svettando in finale con 21 davanti a Daniel Collet e a Filippo Benci.

“L’Uno d’Oro di questa stagione – spiega Franco Botton – è una gara in cui sono maturati punteggi un po’ al di sotto della media per tutti. Io fra l’altro ero un po’ a corto di allenamento in quelle settimane. Ad esempio nella prima serie, quella del 19, non ero ben concentrato. Nella seconda e nella terza serie c’è stato un progressivo recupero che poi si è concretizzato con il bel 23 della semifinale e il 21 della finale.”

Franco Botton

Franco Botton è approdato al tiro a volo dopo un percorso costellato da molte esperienze sportive: il diciassettenne atleta tesserato a Santa Lucia di Piave vanta nove anni di pratica del nuoto a cui successivamente si è affiancato per quattro anni il rugby e poi lo sci e anche il calcio e infine una veloce escursione nel kickboxing.

“Non è stata una gara in cui sono riuscito ad essere costante, – commenta l’atleta trevigiano – anche se in tutta sincerità quella dell’Uno d’Oro è una formula interessante per una gara estiva, ma certamente secondo me non potrebbe essere applicata ad una gara valida per un titolo. Prendiamo quello che è successo nel caso della semifinale: io, da sesto, ho affrontato Matteo Cavallin che aveva fatto il punteggio migliore del gruppo e ho vinto per 23 a 21. È vero che nel nostro caso in qualificazione c’erano soltanto tre piattelli di differenza, ma può accadere che ci sia un divario maggiore e se sei in testa alla classifica con un bel punteggio e poi vieni eliminato nello scontro diretto da un atleta che in qualificazione ha fatto molto meno di te, effettivamente dal punto di vista sportivo non è molto equo. Però può essere appunto una formula di gara anche appassionante per un test estivo. È insomma certamente un buon allenamento.”

L’attività sportiva è stata ed è una costante anche nella vita di Emanuele Franchi che è stato rivelato dal segmento di Spinella dell’Uno d’Oro nella Fossa Olimpica. L’exploit dell’atleta romano delle Giovani Speranze è tecnicamente interessante perché Franchi frequenta le pedane da appena un anno e svolge la pratica tiravolistica in parallelo all’attività calcistica che lo vedrà impegnato nella prossima stagione come portiere nel Città di Fiano. All’Uno d’Oro di Spinella Emanuele Franchi ha conquistato la testa della classifica in qualificazione con un ottimo 70/75 impreziosito dal 25 della terza serie. Con 19 centri in semifinale ha guadagnato l’accesso al round conclusivo in cui 17 centri gli hanno permesso di svettare su Flavio Pollicino e Pasquale Prisco.

Emanuele Franchi

“All’Uno d’Oro a Spinella – precisa Emanuele Franchi – ho totalizzato un punteggio che davvero non mi aspettavo. Ritrovarmi primo nella mia qualifica con 70 e con un 25 alla terza serie è stata davvero una sorpresa. In quel 25 ci sono state molte prime canne, ma anche qualche utile seconda che in qualificazione ti permette di fare il risultato. Il campo bello in cui abbiamo gareggiato e i piattelli perfetti mi hanno certamente aiutato a comporre un punteggio di quel genere. Anche perché, per l’impegno della scuola, in questa stagione non mi sono ancora dedicato ad un allenamento particolarmente intenso. Certamente adesso occorre anche immaginare di dover gareggiare in situazioni meno favorevoli in cui si deve comunque puntare ad un buon risultato. Il calcio mi ha abituato in questi anni a fare una preparazione atletica molto regolare, quindi sotto quell’aspetto mi sento molto preparato anche se il mio ingresso nel mondo del tiro a volo risale soltanto ad un anno fa. E la preparazione atletica, sia nel calcio che nel tiro a volo, mi aiuta certamente a livello muscolare, ma anche sul piano della concentrazione. Dopo l’Uno d’Oro adesso ci si aspetta qualcosa da me anche al Campionato italiano di Montecatini: io mi sto preparando per quell’impegno con molta determinazione. Ma senza obiettivi particolari: vediamo strada facendo quello che viene.”

Emanuele Franchi

Al Campionato italiano del Settore Giovanile guarda naturalmente con attenzione anche Franco Botton.

“In vista di quella scadenza – racconta lo skeettista veneto – in queste ultime settimane ho fatto sedute di allenamento, tra Santa Lucia di Piave e Porpetto, con una crescita progressiva di intensità. Sto facendo molto allenamento sulle finali, ma anche semplicemente sulla tecnica di tiro. Infatti in questo modo ho alzato abbastanza la media per ogni serie di un bel po’ di piattelli. In realtà si può dire che non ho mai fatto stop nell’allenamento durante l’estate, ma in queste settimane di settembre farò un allenamento più intenso proprio in preparazione del Campionato italiano. È andato bene l’Uno d’Oro ed è andato bene anche il Criterium, quindi le gare dell’estate le ho curate. Certo: se avessi fatto quelle due gare senza nemmeno andare a podio, mi sarei magari allarmato un po’ e avrei continuato con un ritmo serrato anche in piena estate. Il livello di allenamento in effetti dipende sempre dall’esito delle gare che fai: quelle sono un indicatore importante anche per i dettagli. Al Criterium a Lonato, ad esempio, ho fatto qualche zero sulla pedana 2 e sulla 6, ma subito mi sono dedicato a quelle pedane in allenamento e ho risolto il problema. In questa fase non posso dire che ci sia una pedana che mi crea problemi. E anche per la preparazione atletica, il fatto di aver praticato tanti sport diversi mi ha attribuito la mentalità giusta. Anche se io sostengo che non è proprio sempre vero che uno sport aiuta l’altro. Ad esempio, per continuare a praticare il rugby avrei dovuto plasmare il mio fisico in un modo che non sarebbe stato molto adatto per i movimenti e le torsioni dello Skeet. Quindi per il momento non penso al rugby e guardo invece allo Skeet e soprattutto al Campionato italiano di Montecatini.”

Foto: Sofia Salinaro