Giovanissimevolmente: Fabrizio Fisichella

Il catanese di Misterbianco si è rivelato la star incontrastata del Trap all’Issf Junior World Cup di Suhl: le impressioni del ventunenne siciliano e del Ct Daniele Di Spigno

(di Massimiliano Naldoni)

Buonissima la prima! È bastato appena un ciak perché Fabrizio Fisichella si rivelasse attore di grande talento sul set internazionale della Fossa Olimpica: al suo debutto in azzurro l’atleta catanese ha centrato infatti la vittoria individuale e il bronzo nel Mixed Team – in tandem con Martina Montaninell’Issf Junior World Cup di Suhl. Sulle pedane della Turingia, che nelle ultime quattro decadi hanno assistito a imprese leggendarie dei tiravolisti di ogni bandiera e che da un ventennio rappresenta il trampolino per i migliori talenti in erba, la squadra azzurra del Ct Daniele Di Spigno ha composto l’en-plein. Nella gara individuale di Trap Fabrizio Fisichella ha centrato la medaglia d’oro in un duello appassionante con il britannico Thomas Betts, ma anche Maria Teresa Maccioni e Martina Montani hanno conquistato rispettivamente l’argento e il bronzo. Nel Mixed Team Luca Gerri e Maria Teresa Maccioni hanno conquistato il gradino più alto del podio, ma un prestigioso bronzo ha premiato anche il team Fisichella/Montani. In questa prima ricognizione abbiamo chiesto allora proprio a Fabrizio Fisichella e al Ct Daniele Di Spigno di raccontarci le giornate di Suhl.

Fabrizio, un risultato così brillante al debutto in azzurro è veramente una grande impresa.

Ho preparato questa gara nel miglior modo possibile perché vestire la maglia azzurra in una competizione internazionale era un sogno che avevo nel cassetto da molto tempo. In questi anni vedevo in rete le immagini delle gare internazionali con i miei colleghi e le mie colleghe del Settore Giovanile e dicevo: magari un giorno ci sarò anche io in una gara così! Quando è arrivata la convocazione mi sono messo d’impegno e appunto ho preparato bene la gara anche per premiare la mia famiglia che in questi anni mi ha sempre sostenuto negli allenamenti e nelle tante trasferte.

Evidentemente sentivi già nelle settimane precedenti alla World Cup che avevi raggiunto uno stato di forma molto avanzato?

Attraversavo certamente un momento di ottima forma e poi al raduno che abbiamo fatto a Lonato con il Ct Daniele Di Spigno ho avuto la possibilità di compiere quegli aggiustamenti che sono stati determinanti. Ci sono dettagli che fanno la differenza sia in qualificazione che in finale e il Ct Di Spigno è stato abilissimo ad aiutarmi a individuare quei piccoli problemi e a intervenire per risolverli. Dire che sentissi di poter vincere, è certamente troppo. Però ero convinto di poter fare una bella gara: quello, sì!

Le serie di prova sul campo di Suhl ti avevano confermato il trend positivo?

Abbiamo sparato una serie a fine pomeriggio il giorno dell’arrivo e poi alcune serie nella giornata successiva, nell’allenamento ufficiale, però naturalmente in quelle serie non guardavo al risultato: mi interessava trovare il giusto puntamento delle canne, verificare lo sfondo e il modo di dirigere lo sguardo, anche perché il campo di Suhl è un terreno difficile. Ma ogni campo in fin dei conti può essere difficile: sta all’atleta saper capire le caratteristiche del terreno di gara e adattarsi ogni volta per ottenere il miglior risultato.

Ma davvero questo debutto in azzurro non ha prodotto un po’ di emozione in alcune fasi della gara?

Una certa emozione c’è in ogni gara, ma devo dire che mi sono perfino meravigliato perché non ho sentito tutta quella pressione addosso che di solito ti trasmette naturalmente un debutto di questo genere. Invece sono riuscito a vivere questa gara in maniera serena, tranquilla e spensierata. Ho vissuto l’esatto contrario di quello che immaginavo: ho sperimentato magari maggior pressione qualche volta in un Gran Premio nazionale che in questa Coppa del Mondo che invece avrebbe dovuto suggerire più tensione dal momento che una finale si svolge ad esempio con la musica e con l’incitamento per i vari atleti che arriva dalla tribuna alle spalle della pedana. Insomma, è stata una scoperta molto positiva di alcune delle mie doti caratteriali. Forse, semmai, si è affacciata un po’ di tensione nella parte conclusiva della finale: io non stavo facendo i conti, però, quando siamo rimasti in gara Thomas Betts e io, capivo che potevo farcela a condizione di non fare disastri proprio in quella fase. Sapevo di aver fatto una bella sequenza negli step precedenti e quindi mi sono potuto permettere qualche zero senza pregiudicare il risultato.

Martina Montani e Fabrizio Fisichella

Da Suhl torna un Fabrizio Fisichella sportivamente molto diverso, quindi?

Sì, perché è stata un’esperienza che tiravolisticamente mi ha fatto maturare molto. Ho vissuto un’atmosfera bellissima con tutta la squadra, ho potuto apprezzare ancora di più il lavoro che per noi stanno compiendo il Ct Daniele Di Spigno e il Preparatore atletico Alberto Zandomeneghi e poi, dopo l’individuale, c’è stata l’altra bella esperienza del Mixed Team con un’altra bella gara e con un’altra medaglia importante che ho potuto conquistare grazie alla collaborazione determinante di Martina Montani.

La parola al Commissario Tecnico Daniele Di Spigno

Tutte le atlete e tutti gli atleti hanno gareggiato molto bene in questa World Cup. Se proprio vogliamo analizzare qualche situazione meno positiva, possiamo dire che Luca Gerri è stato sfortunato nella gara individuale perché si è visto costretto ad affrontare lo spareggio per l’ingresso in finale dopo aver lasciato uno o due piattelli in qualifica, un po’ per la condizione fisica non perfetta e anche per un pizzico di superficialità. Andrea Diana ha affrontato la prima serie del secondo giorno con una nebbia molto intensa. Era una situazione “sparabile”, per dirla in gergo, ma Andrea forse si è fatto aggredire dall’inesperienza: è partito impaurito da questa condizione difficile e ha fatto tre zeri nei primi cinque piattelli che hanno poi condizionato tutta la serie. Ma sono soddisfatto soprattutto del gruppo: li ho visti affiatatissimi tutti . Un esempio sugli altri: Luca Gerri ha avuto un problema tecnico nell’ultima serie di qualifica nel Mixed Team e a quel punto proprio Andrea Diana si è prodigato per procurare gli attrezzi per risolvere l’inconveniente. Devo dire che in quel caso Andrea si è rivelato anche un valido centometrista oltre che un bravo tiratore! Quindi c’è stata tanta preziosa individualità, ma anche un bel lavoro collegiale di squadra.

Daniele Di Spigno e Fabrizio Fisichella

C’erano poi numerosi debuttanti in questa trasferta: Fabrizio Fisichella, Camilla Piazza, Martina Montani, Andrea Diana. Con l’uscita dalla Nazionale alla fine della scorsa stagione di alcuni atleti e di alcune atlete del cosiddetto gruppo degli “anziani”, sono entrati in campo questi nuovi elementi che erano per così dire davanti alla porta della Nazionale. Alla luce dei risultati che avevano fatto negli ultimi Gran Premi io e i miei collaboratori abbiamo deciso di farli scendere in campo e la nostra scelta è stata anche davvero subito premiata. Sapevo che tutte e tutti avevano i numeri per poter fare una bella gara, ma sono rimasto piacevolmente sorpreso da quelle atlete che chiamo affettuosamente: le piccole, ovvero Camilla Piazza e Martina Montani. Nell’arco di pochi mesi queste due atlete hanno fatto letteralmente una corsa per compiere il passaggio dalla semplice militanza nel Settore Giovanile alla qualifica Juniores e poi alla Nazionale. Io le avevo convocate perché appunto mi avevano convinto le prestazioni che avevano offerto nelle gare recenti: le avevo portate essenzialmente per consentir loro di fare un’esperienza molto utile, senza la pretesa del punteggio e del piazzamento, e invece sono arrivati subito anche i risultati.

Certamente per tutte le atlete e per tutti gli atleti è stato molto importante il lavoro di rifinitura che abbiamo compiuto nei due giorni prima della partenza a Lonato. Non si è trattato ovviamente di grandi stravolgimenti tecnici, ma abbiamo limato quelle piccole incertezze e quelle sbavature quasi impercettibili la cui soluzione è però determinante in gara. Fisichella, Maccioni e Montani, ad esempio, sono arrivati al raduni di Lonato con una preparazione e una forma molto buone, ma serviva appunto dare un deciso colpo di lima. E, visto il responso, evidentemente in quei due giorni siamo riusciti a fare veramente un buon lavoro.

Foto: Issf e Fitav