Giovanissimevolmente d’inverno: Gabriele Duggento, Arianna Nember, Davide Mondini, Valentina Dolci, Marco Coco e Leonardo Bernardini

Una nuova carrellata di dichiarazioni di alcune delle nuove campionesse e di alcuni dei nuovi campioni del confronto nazionale di Roma dedicato al panorama under 21

(di Massimiliano Naldoni)

Gabriele Duggento ha quattordici anni e le idee molto chiare. Perché questo giovane atleta pugliese della Fossa Olimpica, campione italino d’inverno delle Giovani Speranze, coltiva parallelamente la passione sportiva per il calcio e per il tiro a volo, ma propende certamente per quest’ultimo e nel 2025 intende profondere il suo maggiore impegno proprio in direzione della disciplina di pedana. Anche se il Football Club Delli Santi – la squadra di San Giorgio Ionico in cui l’atleta tarantino risiede – di un difensore centrale di talento come lui vorrà certamente servirsi ancora a lungo.

“So bene che questo è un momento importante per la mia attività sportiva – rivela con atteggiamento realistico Gabriele Duggento – perché il 2025 è il mio primo anno da Giovane Speranza e capisco che sarà difficile ottenere dei buoni risultati.”

Il 44/50 con cui l’atleta pugliese ha vinto lo scudetto a Roma (con un 20/25 alla prima serie e un solido 24 alla seconda serie che ha impresso la spinta al risultato) spiega che l’attitudine agonistica indiscutibilmente c’è ed è stata probabilmente già ben forgiata sia sull’erba dei campi di calcio che sulle pedane perché in realtà Gabriele è già stato brillantemente argento tra gli Esordienti al Campionato italiano di Montecatini della scorsa stagione.

“Non mi aspettavo quel risultato a Roma – conferma Gabriele Duggento – perché ho avuto una sensazione strana quando sono entrato in gara: il senso di una forte pressione psicologica che mi poteva condizionare e insieme la volontà di controllare quella pressione.”

“Ho fatto certamente una buona preparazione nel corso dell’inverno – precisa l’atleta tarantino che attualmente svolge il suo allenamento al Tav Spinella – con due o tre sedute settimanali e una quantità complessiva di sei serie alla settimana a cui ho aggiunto qualche gara nei weekend.”

Chi ha partecipato all’Invernale del Settore giovanile con un diffuso senso di serenità è certamente Arianna Nember: la campionessa europea delle Juniores ha centrato la vittoria con 44/50 ad appena due giorni da un analogo risultato conseguito al Gran Premio Interforze.

Mi sono divertita molto, come del resto mi ero ripromessa. – Precisa l’atleta bresciana di Lumezzane – Il punteggio dell’Interforze semmai non mi è piaciuto tantissimo: mi ha certamente un po’ deluso quel 18 iniziale, ma dal momento che non c’era stato un allenamento adeguato nelle scorse settimane, in certo modo ho capito anche quel genere di punteggio e l’ho assimilato. Del punteggio del Campionato Invernale, invece, pur considerando sempre che non c’era un allenamento intenso alle spalle, sono contenta. Se guardo sia al Gran Premio Interforze che alle due serie dell’Invernale, non vedo errori puntualmente ripetuti: non ci sono stati zeri specifici su di una pedana in particolare. D’altronde è anche vero che due serie soltanto, come nel caso dell’Invernale, rappresentano un test difficile da valutare: è come se fosse semplicemente il secondo giorno di gara. Certamente il risultato ci dice che occorre lavorare tantissimo perché ancora non ho alle spalle il giusto allenamento: adesso, però, libera per alcune settimane dall’impegno pressante degli esami all’università, potrò concentrarmi sul tiro a volo.”

Il campione invernale degli Esordienti della Fossa Olimpica è Davide Mondini: un quattordicenne bresciano di Comezzano Cizzago che all’impianto capitolino ha totalizzato 43/50.

“Mi aspettavo di arrivare al podio, – rivela il giovanissimo atleta lombardo che ha esordito nel tiro a volo sulle pedane del Bettolino per approdare poi al Tav S. Fruttuoso di Castelgoffredo – anche se non ero certo di vincere: quello, davvero, magari no. Di certo so che il punteggio che ho fatto, con un 21 e un 22, è stato un po’ più alto di quello che pensavo, perché in allenamento sono sempre stato tra il 19, il 20 e il 21 e si sa che in gara in questi casi, per la tensione, non si riesce a dare proprio il meglio.”

“In allenamento – spiega Davide Mondini – non faccio mai tante serie intere: preferisco dedicarmi a qualche lancio specifico che in quel momento mi crea problemi. Di solito sono i sinistri quelli più complicati, ma dipende anche dal mio stato di preparazione. Anche a Roma effettivamente ho sofferto sui sinistri. Ma sono molto soddisfatto della mia gara: oltre che per la vittoria, per il fatto che sono riuscito a conservare la concentrazione per tutta la serie. Negli anni scorsi, ad esempio, non avevo mai abbastanza concentrazione nella prima serie di ogni gara. Adesso mi sto già preparando per il Gran Premio alla Gioiese che sarà una gara più lunga e darà indicazioni più importanti.”

Di Valentina Dolci (protagonista della foto di copertina in cui appare al vertice del podio con Maria Teresa Maccioni e Sofia Gori), neocampionessa invernale delle Juniores di Fossa Olimpica con 47/50, sappiamo che non ama davvero mai rivelare le sue previsioni sulle gare.

“A parte il fatto che, no, appunto non faccio mai previsioni perché preferisco commentare il risultato a cose fatte, – spiega l’atleta bergamasca – c’è anche da dire che non avrei potuto immaginare un risultato così buono, perché d’inverno i risultati sono sempre molto più bassi rispetto alla parte centrale della stagione. Le sensazioni, però, effettivamente erano buone. Avevo l’impressione che avrei potuto fare una bella gara, ma sono stata più concentrata sul gesto atletico che sul risultato. Confesso che gare di questa portata le uso come test di preparazione ai Fitav: sicuramente è per quello che sono arrivata a Roma con la mente molto libera nei confronti di questa prova. Per le sue caratteristiche, il Campionato italiano invernale è una gara a cui dare il giusto peso: è una gara importante, sì, perché segna la ripresa dell’attività, ma è davvero una gara di preparazione.”

Se c’è un atleta che davvero non può aver niente da recriminare è Marco Coco che ha centrato la conquista del titolo tricolore invernale degli Juniores di Skeet con 50/50.

“Mi ero preparato bene – dichiara perentoriamente l’atleta di Ardea – e poi il Tav Roma è anche il campo in cui conduco regolarmente l’allenamento. Dopo il Mondiale in Perù sono stato fermo un mese e mi sono dedicato esclusivamente alla palestra. Soltanto all’inizio di dicembre ho ripreso a fare attività. Due volte alla settimana in pedana, il martedì e il venerdì, per eseguire cinque o sei serie al giorno.”

“L’obbiettivo preciso non c’è mai. – Spiega Marco Coco – La regola è cercare di dare il meglio gara per gara. Secondo me, infatti, il vero traguardo a tutti i livelli deve essere quello di preparare bene ogni prova. Se hai fatto questo, il risultato verrà.”

È un responso molto positivo anche quello della gara di Leonardo Bernardini: ventenne di Orvieto che a Roma si è assicurato lo scudetto degli Allievi di Fossa Olimpica con 46/50.

 “Sì, sono sicuramente soddisfatto del risultato, ma sono anche consapevole che potevo perfino fare qualcosa di più dal momento che ho iniziato in prima batteria con tanto freddo e quello mi ha subito penalizzato: sono incappato in una bicicletta al secondo e al terzo piattello della prima serie. Ma se vogliamo guardare proprio alla prima serie da un’altra prospettiva, possiamo anche dire che, viste le premesse dei primi lanci, quel 23/25 è un ottimo risultato.”

“Di sicuro – commenta ancora Leonardo Bernardini che si è avvicinato al tiro a volo alla fine del 2022 dietro il suggerimento di alcuni amici – allo stato attuale mi riconosco certamente una maggiore maturità anche tecnica rispetto all’anno scorso. Ad esempio sono molto attento al riscaldamento pre-gara. D’altronde con i miei trascorsi nell’atletica leggera, sui mille e sui duemila metri, certe consuetudini che devono precedere la gara per me sono diventate facilmente un’abitudine naturale. L’attività che ho condotto in pista si sta rivelando molto utile da un punto di vista fisico e psicologico anche per affrontare gare di tiro a volo sulla lunga distanza.”

“Non voglio strafare, – conclude Leonardo Bernardini – ma vorrei passare alla qualifica Junior nell’arco dell’anno. Per il livello in cui sto sparando adesso, potrebbero esserci le premesse per la promozione già al primo Gran Premio. E allora: ci proviamo!”

(foto: Pavla Dolenska e Massimiliano Naldoni)