Giovanissimevolmente: Carlotta Parrotto, Simone Roncen e Alberto Vitullo

La diciannovenne pugliese, il quindicenne veneto e il quattordicenne capitolino raccontano la loro prova all’Uno d’Oro 2025

(di Massimiliano Naldoni)

L’edizione più recente dell’Uno d’Oro ha proposto qualche significativa rentrée e quel fenomeno si è replicato anche nel segmento femminile della qualifica Juniores di Fossa Olimpica della gara al Tav Spinella: le pedane brindisine hanno infatti offerto una nuova ribalta a Carlotta Parrotto che un problema di salute ha tenuto lontano dalla pratica tiravolistica per tutta la stagione 2024. La diciannovenne di Casarano si è assicurata la vittoria in una gara impegnativa che l’ha opposta ad una delle stelle del Trap femminile campano: Maria De Vito.

“È una gara che ho gestito bene in tutti i momenti, – spiega l’atleta salentina – anche in quelle situazioni in cui si sono verificati alcuni inconvenienti. Come ad esempio nella seconda serie, quando, mente tirava vento e faceva un gran caldo, ho perso la lente a contatto sinistra e non ho più visto niente mentre sparavo. Ma non potevo certo sospendere la serie: ho provato a raccogliere quello che potevo, ma naturalmente il risultato di quella serie riflette tutti i problemi di quel momento.”

Carlotta Parrotto

“Sicuramente in questa gara è un po’ mancata quell’atmosfera agonistica che c’è in una competizione con molte atlete, però in realtà da atleta sai bene che anche quando concorri da sola puoi e devi dimostrare quanto vali. Infatti, anche se non eravamo tantissime in gara, giudico questa prova un test importante per me dal punto di vista tecnico. È stato un’occasione che mi ha permesso di verificare che la voglia di gareggiare e di vincere ci sono. E poi devo dire che Maria De Vito ha sparato molto bene e ha rappresentato davvero una valida avversaria che mi ha in certo modo costretta a dare il meglio: agonisticamente Maria ha reso la mia vita complicata in questa gara e questo è un merito che le va riconosciuto. Ed è un atteggiamento che appunto ha permesso anche a me di esprimermi al meglio. E comunque, ripeto: in una gara, anche quando le contendenti non sono molte, ti stai battendo per il primo posto e questa sensazione per me è sempre positiva.”

“Tutto l’anno scorso – dice ancora Carlotta Parrotto – sono stata distante dalle pedane per motivi di salute e ho affrontato un lungo periodo di riabilitazione. Mi sono riavvicinata alla pratica sportiva con molta prudenza e gradualità. A dire il vero, ancora sto riprendendo con molta gradualità il ritmo agonistico che mancava. Soltanto a gennaio ho davvero ripreso a sparare. E ho dovuto ricominciare tutto da capo: come se fossi tornata al livello di Esordiente. Devo dire che dal gruppo della Marina Militare ho ricevuto sempre graditissimi segnali di interesse per le mie condizioni di salute. A dicembre, quando appunto stavo avviando il mio recupero sportivo, ho ricevuto una telefonata da Ferdinando Rossi che mi annunciava la conferma del mio inquadramento in quel Gruppo sportivo. Sarò sincera: in quel momento l’emozione è andata alle stelle. Ho apprezzato davvero molto quel gesto. E sono davvero molto grata al Gruppo sportivo della Marina di aver deciso di includermi nelle sue atlete anche per questa stagione nonostante l’anno di sosta forzata. È una prova di sensibilità e attenzione di cui avevo già avuto ripetute conferme perché appunto dal Gruppo della Marina si sono sempre tenuti in contatto con me in tutto il percorso di recupero che ho compiuto.”

Carlotta Parrotto al vertice del podio delle Juniores di Trap con Maria De Vito

“Gareggiare è sempre bellissimo. – Conferma Carlotta Parrotto – Io, poi, ho il vantaggio di trasformarmi letteralmente in finale e di riuscire ad esprimermi al meglio proprio in quella fase della gara. È come se fossi veramente un’altra persona nella finale rispetto alle serie di qualificazione: sale la tensione e sale l’emozione, ma proprio per questo rendo molto di più. E l’emozione, sì: quella c’è sempre! E magari è diversa ogni volta che fai un podio: però è sempre più bella. Ti potrai abituare ai risultati, ma non ti abituerai mai a vincere!”

A Conselice tra gli Juniores della Fossa Olimpica è stata battaglia serrata fino dalle prime battute, ma a spuntarla è stato un atleta di carattere come Simone Roncen: il veneto di Feltre in qualificazione è stato promosso dal punteggio di 71/75: ha superato in semifinale Marco Sabba per 23 a 20 e con un superbo 24 (in realtà: un quasi 25, come capiremo dalle sue parole) ha dominato la finale costringendo alle piazze d’onore Davide Battisti e Giuseppe Piscitelli.

“Una gara che mette insieme la fase di qualificazione tradizionale e poi gli scontri diretti è molto bella. – Conferma il quindicenne atleta delle Fiamme Oro – Il 71 di qualificazione è un buon punteggio, ma è stato un po’ al di sotto delle mie previsioni: il 22 della seconda serie, infatti, è stato sotto tono rispetto al mio standard. Avrebbe dovuto essere almeno un 23 per lasciarmi soddisfatto. Meglio ancora: un 24!”

Simone Roncen

“Non avevo mai sparato sul campo di Conselice e il fatto di non aver mai provato i campi in precedenza non mi ha permesso di essere subito concentrato a sufficienza. Infatti nel 24 della prima serie ho fatto lo zero subito al primo piattello: un centrale in prima pedana. Nella seconda serie invece c’è stato effettivamente un momento critico più o meno a metà della serie. Avevo colpito una decina di piattelli, poi è arrivata una bicicletta, poi ho fatto ancora tre o quattro turni pieni e ancora un altro zero. Il primo zero è quello che mi ha provocato un po’ di rabbia perché sinceramente volevo chiudere quella serie senza errori. Non l’ho digerito e ha prodotto subito il secondo.”

“La semifinale – precisa Simone Roncen – è stata difficile perché, mentre tutti gli altri atleti in gara stavano facendo un discreto numero di zeri, Marco Sabba invece stava sparando veramente bene, quindi siamo stati testa a testa per buona parte della semifinale. Poi Marco negli ultimi piattelli ha fatto qualche errore di più ed è lì che sono riuscito poi a conquistare il passaggio, ma è stata davvero una serie combattuta. La finale invece è filata decisamente più liscia: ho fatto l’unico zero al penultimo piattello quando ormai il risultato era acquisito, perciò sono davvero soddisfatto di questa mia prova all’Uno d’Oro.”

Carlotta Parrotto ha appena sottolineato come ogni vittoria sia sempre un’emozione nuova e certamente Alberto Vitullo (in primo piano nell’immagine di copertina) ha ben utilizzato l’edizione 2025 dell’Uno d’Oro per iniziare a comprendere che cosa significa sperimentare il primo gradino del podio. Figlio d’arte (il papà Massimo è un nome noto del panorama agonistico dello Skeet italiano di questo primo quarto di secolo), Alberto Vitullo ha centrato la vittoria tra gli Esordienti dello Skeet sulle pedane di Spinella in un bel duello con Niccolò Giuseppe Nucera ad appena un anno dal suo approccio vero e proprio al semicerchio della disciplina.

“Era una gara che aspettavo, – spiega il quattordicenne capitolino tesserato al Tav Roma – perché mi ero preparato bene e mi sentivo sicuro nel giro della serie. È vero che non sono riuscito a dare proprio il massimo, però è stata una bella gara. Nelle prime due serie di qualificazione ho avuto problemi alla pedana 2: è già da tempo che ci lavoro con il mio papà, ma è una pedana che ancora non riesco a sparare bene. I piattelli della 2 continuano a sembrarmi velocissimi e non funziona ancora bene l’aggancio. Stiamo lavorando sulla 2, ma c’è da migliorare anche il risultato di altre pedane perché in questa gara gli zeri non son arrivati solo a quella pedana, ma ad esempio anche alle doppie alla 4.”

Alberto Vitullo al vertice del  podio degli Esordienti di Skeet a Spinella con Niccolò Nucera 

“Nei Gran Premi – dice ancora Alberto Vitullo che sulle pedane di Lunghezza si allena spesso con Marco Sablone – in qualificazione sono andato sempre bene, ma ho bucato le finali: non le abbiamo ancora preparate benissimo perché ci siamo concentrati sul giro della serie della qualificazione. Prossimamente il lavoro si svolgerà proprio sui lanci della finale, ma occorre comunque anche alzare il punteggio delle serie di qualificazione. Adesso l’allenamento sarà tutto rivolto al Campionato italiano perché il mio obbiettivo è proprio andare a vincere il titolo degli Esordienti.”

Foto: Sofia Salinaro