Giovani skeettisti crescono
Michele Poeta, Matteo D’Amico e Stefano Privitera hanno vivacizzato la qualifica Allievi nella disciplina del Pull e del Mark al secondo Gran Premio del Settore Giovanile
(di Massimiliano Naldoni)
Sono storie sportive anche molto diverse quelle che caratterizzano i tre atleti che hanno occupato le sedi del podio degli Allievi dello Skeet al Gran Premio del Settore Giovanile di Moschettieri del Nera, ma un denominatore comune c’è: un talento agonistico in ascesa che giorno per giorno si consolida e permette di guardare con fiducia ai futuri cimenti.
Quella di Michele Poeta – il vincitore del Gran Premio con 110/125 e un ottimo 36 di finale – è ad esempio una carriera tiravolistica che si sta facendo strada tra lo studio e la musica. Lo skeettista di Roma, che avrà venti anni il prossimo 28 giugno, si è diplomato l’anno scorso al Liceo Scientifico Giorgi della capitale e nel prossimo settembre si iscriverà alla facoltà di Agraria, ma, oltre all’impegno nel volontariato, Michele Poeta è anche il chitarrista di una band che si è formata in questi anni nella scuola di musica di Torre Angela. La recente affermazione dell’allievo di Umberto Ortolani è stata in certo modo una vera sorpresa e lo stesso Michele Poeta non ne fa mistero.
“Non posso certo dire che la vittoria fosse in programma, – rivela l’atleta romano – però era certamente il momento giusto per mettere in atto alcuni accorgimenti tecnici che avevo elaborato recentemente con il mio allenatore Umberto Ortolani. È stato proprio Umberto che mi ha sollecitato a fare quella gara per verificare il lavoro che avevamo fatto in queste settimane a proposito della posizione delle canne e del posizionamento in pedana. Vittoria a sorpresa, sì, ma si tratta di un responso che mi rende davvero molto contento perché appunto non era neppure previsto che io partecipassi al Gran Premio. L’anno scorso ho deciso di dedicare il mio tempo allo studio per diplomarmi e quindi ho svolto un’attività molto ridotta sia nella stagione scorsa che anche all’inizio di quest’anno. Infatti in questa stagione sono tornato in Seconda categoria dopo aver militato in Prima fino a tutto il 2024.”
“La sorpresa delle sorprese del Gran Premio – spiega ancora Michele Poeta – è stata sicuramente quel 25 della terza serie. Per la mia attuale condizione tecnico-agonistica non credevo assolutamente di poter conseguire un parziale di quel livello. Nella seconda giornata ero invece stanco: ho avvertito proprio un deficit di energia determinato dal ridotto allenamento. Non era agitazione quella che mi ha costretto al 21 e al 20 della seconda giornata perché sinceramente in carriera non ho mai sofferto l’evento-gara, ma semplicemente stanchezza.”
“Quanto alla finale – dice ancora Michele Poeta – ho sempre avuto un debole per le doppie inverse e quindi, pur non facendo un’attività assidua, mi sentivo pronto per la finale. Questa situazione mi ha avvantaggiato molto e mi ha permesso di affrontare con fiducia la finale anche appunto senza aver condotto un grande allenamento. Certamente ancora manca l’abitudine alla gara lunga e per ottenere quella condizione devo dedicare più tempo all’allenamento. Ma in ogni gara mi dà conforto un motto che applico sempre e che recita: non è detto che ci riesca, ma ci provo sempre.”
Descrivere il riverbero della medaglia d’argento conquistata da Matteo D’Amico come un convincente riflesso dorato non è una forzatura giornalistica. Al Gran Premio sulle pedane del Tav Moschettieri del Nera l’atleta di Catania ha totalizzato il miglior punteggio di qualificazione (113/125) e ha poi condotto in testa buona parte della finale collocandosi poi sul secondo gradino del podio con 33 centri.
“La medaglia d’oro era vicinissima, – ammette il sedicenne skeettista siciliano delle Fiamme Oro – ma è scappata: proprio nelle ultime battute della gara. Però sono molto soddisfatto perché sono riuscito ad essere molto regolare nei punteggi, senza quei cali di rendimento che si sono verificati magari qualche altra volta. La costanza con cui sono riuscito a gestire tutta la gara è l’aspetto che mi ha dato davvero maggiore soddisfazione. Del resto anche dalle serie di allenamento mi erano arrivati segnali incoraggianti: in prova avevo appunto già sparato bene. Un inconveniente imprevisto c’è stato però: sono stato in condizioni fisiche perfette per tutta la giornata di allenamento, ma invece il sabato mattina, all’inizio della gara, ho dovuto fronteggiare un attacco influenzale, con febbre e una diffusa sensazione di malessere, che mi ha accompagnato per tutta la gara, con il risultato che ho dovuto soprattutto gestire il recupero delle forze nelle pause della qualifica.”
“Io entro sempre in finale con il pensiero che si tratti di una gara totalmente a parte, – spiega ancora Matteo D’Amico – e anche questa volta il meccanismo ha funzionato perché infatti nei primi trenta piattelli ho sparato a livelli altissimi totalizzando 27/30. Negli ultimi dieci, invece, molto probabilmente a livello inconscio è intervenuto il pensiero che stavo concludendo la gara e ho avuto un crollo di energie. Il calo fisico di quel momento mi ha impedito di conservare la lucidità sufficiente per restare in testa. Nell’ultimo giro è arrivata la bicicletta alla doppia inversa alla pedana 3, poi ho commesso altri due errori: a quel punto è mancata totalmente la forza per concludere sullo stesso livello di qualità della prima parte della finale. Ma il bilancio resta appunto molto positivo perché sono davvero riuscito a fare l’impensabile se si considera lo stato fisico generale con cui ho affrontato tutta la gara.”
Dopo un quasi-podio al Campionato italiano invernale, il bronzo conquistato a Moschettieri del Nera (con 110 in qualifica e 25 in finale) è la seconda medaglia della stagione per Stefano Privitera. Il diciassettenne di Pistoia, allievo di Simone Pastacaldi, sta forgiando il suo talento in quel laboratorio avanzato che è rappresentato dal Tav Montecatini – Pieve a Nievole ed è pienamente consapevole del buon traguardo raggiunto, anche se è costantemente alle prese con quello che Andrea Benelli, con un traslato calcistico, ha sempre descritto come lo zero da fischio di inizio.
“La stagione è iniziata con il piede giusto, – dichiara Stefano Privitera – sono molto soddisfatto. È già da un po’ che sto lavorando in maniera costante e anche duramente e con grande impegno con il mio allenatore Simone Pastacaldi, ma anche questa volta non avevo ambizioni precise di podio o di vittoria. L’unico pensiero era quello di trasferire in gara tutte le sensazioni ricevute in questi ultimi tempi dall’allenamento. Mi chiedo: sono riuscito a realizzare quel proposito? Direi di sì, almeno in parte: ma naturalmente c’è ancora tanto da lavorare.”
“Forse al Gran Premio della Gioiese c’era stata un po’ più di regolarità, – spiega l’atleta toscano – mentre a Moschettieri c’è stata una partenza difficile alle prime due serie: quelle che poi sono risultate un 21 e un 18. Soprattutto nella seconda serie il risultato è da imputare al mio modo di affrontare la serie. Ci sono stati senz’altro errori gravi alla pedana 1: sul singolo e sul doppio. Ultimamente è proprio quella la pedana in cui sono meno sicuro. Questa volta, anzi, volevo trovare le mie sicurezze in quella serie e questo stato mentale mi ha portato a fare un punteggio decisamente non buono. Poi nelle serie successive effettivamente ho ritrovato le sensazioni giuste. Sì, devo ammettere che sono sempre un po’ in tensione alla partenza della serie. Occorre certamente fare una preparazione mentale mirata a quel momento della gara. In finale poi giudico di aver sparato benino, anche se ho sbagliato alcuni piattelli sulle doppie normali che davvero non andrebbero sbagliati. Insomma, c’è da lavorare, d’accordo, ma io sono prontissimo a metterci tutto l’impegno.”
Foto: Clikkami