Flipper europeo

La voce delle azzurrine e degli azzurrini al confronto continentale di Trap

(di Massimiliano Naldoni)

Flipper – apparecchio e termine in certo modo un po’ desueti – evoca efficacemente l’idea dell’intervista corale e intermittente che proponiamo per celebrare le luminose prove degli atleti e delle atlete under 21 in maglia azzurra in gara nella Fossa Olimpica al Campionato europeo di Lonato del Garda. In questo intervento a tante voci spazieremo con disinvoltura tra i diversi esiti della gara, dando la parola al Commissario tecnico e appunto a tutte le atlete e a tutti gli atleti. Come nei romanzi di una volta, prima di iniziare si richiede pertanto un accurato elenco dei personaggi e dei ruoli svolti dagli stessi in questa straordinaria avventura dell’Europeo 2024.

Personaggi e ruoli:

Daniele Di Spigno: Commissario tecnico della squadra azzurra delle Juniores e degli Juniores – Matteo D’Ambrosi, campione europeo individuale, a squadre e nel mixed team – Giorgia Lenticchia, campionessa europea nel mixed team e a squadre – Elena Navelli, medaglia d’argento individuale e campionessa europea a squadre – Marika Patera, campionessa europea a squadre – Luca Gerri, medaglia di bronzo individuale e campione europeo a squadre – Riccardo Mirabile, campione europeo a squadre – Valentina DolciElia Di Famiano

 

Coach Di Spigno, il responso di questo Europeo dice: un oro, un argento e un bronzo nelle gare individuali e un oro nel mixed team e anche due ori nella gara a squadre. Coincide con la previsione che aveva formulato alla vigilia?

Non c’è mai una previsione, anche perché la storia sportiva ci insegna che anche gli altri non stanno a guardare. In più il panorama europeo contempla tiratrici e tiratori molto forti. Però del risultato sono davvero ampiamente soddisfatto. C’è anche da considerare il fattore-campo: giocare in casa qualche volta può rappresentare un vantaggio, ma impone anche l’obbligo morale di far bene e questo aumenta sempre la pressione sulle atlete e sugli atleti. Ma posso soltanto dire di nuovo: brave e bravi! Alle ragazze e ai ragazzi ho fatto presente questa problematica della gara in casa, loro si sono sottoposte e sottoposti ad un opportuno isolamento, hanno limitato il contatto con familiari e amici che talvolta, anche involontariamente con un semplice riferimento, può destabilizzare tutto il lavoro che è stato fatto. Niente altro da dire quindi se non appunto: piena soddisfazione.

Matteo, all’Europeo sei stato un campione di regolarità con una sequenza di 24 in qualificazione, tranne un 22 alla seconda serie: che cosa è successo in quella serie?

Un problema di incertezza. Come dice il nostro Ct Daniele Di Spigno: entrare in pedana con un atteggiamento di difesa è già una posizione di debolezza rispetto a un atteggiamento di attacco. Certamente in quella serie sono entrato in pedana con un po’ di tensione e un po’ di timore: ho sbagliato subito il primo e a breve è arrivato il secondo zero che è stata una conseguenza diretta del primo. Al ventitreesimo invece ho fatto lo zero su un piattello che avevo già sbagliato: un sinistro basso in terza pedana sul quale ho anticipato troppo la fucilata.

Elena, domanda inevitabile per l’esito della tua gara individuale: si vince l’argento o si perde l’oro?

In questo caso è stato un po’ perdere l’oro perché io mi sentivo perfettamente in gara: prima di affrontare gli ultimi dieci piattelli ero in vantaggio, poi però ho iniziato a scendere anche sul piano delle energie fisiche e mentali, non sono riuscita a resistere e a stringere i denti come ho saputo fare altre volte. Ci sono riuscita di nuovo negli ultimi cinque piattelli ma subito prima, per una decina di piattelli, c’è stato un calo vistoso: quasi un buio. Come sempre, anche questa volta io ho fatto molto affidamento sul contributo di Daniele Di Spigno che anche in questo caso ha saputo darmi, seppure a distanza, un supporto fondamentale, ma evidentemente in quel passaggio della finale non ero in grado di mettere in campo altre energie.

Luca, nella gara individuale hai fatto una qualificazione impeccabile come spesso ti è accaduto anche in altre gare: prima di affrontare questo Europeo sentivi di poter totalizzare un punteggio altissimo come il 123?

Prima di entrare in gara in questo Europeo non avevo aspettative sul risultato dal momento che si è trattato della mia prima gara internazionale. Ho avuto qualche piccola difficoltà negli allenamenti ufficiali e sentivo la tensione, però devo ringraziare il mio Ct Daniele Di Spigno che ha saputo aiutarmi perfettamente: mi sono così ritrovato la mattina della gara molto sicuro di me stesso e rilassato. Sapevo di poter fare una bella gara, ma non pensavo di poter totalizzare un punteggio così alto come 123 soprattutto con il peso di gareggiare in casa.

Valentina, ha pesato psicologicamente gareggiare in un impianto che conosci bene?

Non so se il fatto di giocare in casa abbia influito tanto sull’ansia e sullo stress perché si sarebbero manifestate sia a Lonato che magari all’estero. Effettivamente ho commesso qualche errore nei primi piattelli di ogni serie e si è trattato dell’effetto della tensione che c’è sempre e che dobbiamo imparare a gestire. Qualche volta, però, la tensione è tanta e gestirla risulta un problema.

Elia, il responso di questo Europeo è probabilmente al di sotto delle tue aspettative. Che cosa non ha funzionato?

Direi di sì: è al di sotto. Il primo giorno sono partito con un po’ di tensione, infatti durante la prima serie ho messo subito tre zeri nei primi undici piattelli. Dopo però mi sono ripreso bene con la seconda serie, mentre nell’ultima la troppa voglia di far bene e la paura di fare degli errori non mi ha permesso di sparare tranquillo e purtroppo sappiamo tutti com’è andata. Il secondo giorno invece sono entrato con una marcia diversa, ero più deciso e fin dalla prima serie mi sono reso conto che ero riuscito a superare quel momento buio del primo giorno.

Matteo, alla vigilia di questo Europeo avevi fatto una previsione di punteggio per la qualificazione? Coincideva con il 118 che hai poi realizzato?

Dal modo in cui stavo tirando ultimamente mi aspettavo qualcosa di più. Sono incappato in quel 22 che poteva essere un 24 se fossi entrato in pedana più convinto. Devo dire che quella serie del 22 mi ha insegnato tanto: mi ha spiegato che non devo entrare in pedana con timore e infatti in tutte le altre serie sono riuscito a rispettare il 24 anche se si è riproposta qualche difficoltà. Significa che avevo accolto la lezione.

Giorgia, nell’individuale dopo un primo giorno un po’ più problematico, sei stata autrice di una bella seconda giornata. Poi c’è una finale con luci e ombre: che cosa è successo in quella finale?

Sì, nella seconda giornata sono stata molto soddisfatta del modo in cui ho tirato: per la finale non ho grossi rimpianti, credo anche di aver fatto una buona finale con alcuni errori che purtroppo mi hanno impedito di andare avanti. Si è trattato di qualche momento buio anche dettato dalla tensione che nella fase finale di questo Europeo ho avvertito molto.

Coach Di Spigno, aveva individuato questa formazione già da tempo o c’è stata qualche decisione, se non proprio dell’ultim’ora, comunque maturata nelle gare più recenti?

La formazione maschile e quella femminile sono state individuate nella squadra nazionale che ho definito con i risultati dello scorso anno. Fra l’altro per gare internazionali come questa le designazioni si formulano un mese prima e quindi non c’è tempo di fare selezioni mirate. Del resto anche le stesse occasioni per testare nuovi elementi sono state poche, anche se dopo il secondo Gran Premio del Settore Giovanile, ad esempio, ho richiesto al Consiglio federale di inserire nella rosa della nazionale un altro ragazzo, Diego Martelli, e di inserire di nuovo Sofia Gori che è al suo ritorno in azzurro. Questo è avvenuto in funzione dei punteggi che hanno realizzato l’uno e l’altra. Voglio però tornare a sottolineare che la squadra nazionale non è chiusa. Io valuto continuamente quello che i ragazzi e le ragazze fanno nei Gran Premi del Settore Giovanile, ma soprattutto quanto fanno nei Gran Premi Fitav e in tutte le gare a125 piattelli come Green Cup ed Emir Cup. In tutti i fine settimana poi mi aggiro idealmente per i campi grazie alle varie applicazioni che mi permettono di vedere chi, dei miei ragazzi e delle mie ragazze, spara e soprattutto che punteggi vengono realizzati. Mi faccio un’idea di massima di chi sta crescendo e di chi invece è fermo sul proprio rendimento e in funzione di questi dati compongo o modifico le squadre.

Valentina, nel tuo Europeo c’è una bella quinta serie e un posto in finale conquistato in shoot-off che ha rappresentato un buon modo per affacciarsi al round conclusivo: che cosa non ha funzionato però in finale?

Ero contenta di essere entrata in finale ma come si dice sempre: la finale è una gara a sé. E forse ho sbagliato approccio a quella finale facendo prevalere l’ansia. Non sono riuscita a concentrarmi fino dai primi piattelli: è quello che ha provocato poi i primi zeri e in quell’occasione non sono riuscita a riprendermi sotto il profilo mentale come invece riesco a fare di solito. Anche perché nella gara a un colpo tutti gli errori si amplificano.

Elena, sotto il profilo strettamente aritmetico in qualificazione la prima e la quinta risultano le tue serie più faticose: come lo spieghi?

Le difficoltà che ho incontrato nella prima e nell’ultima serie sono state diverse. Nella prima la difficoltà consisteva nel fatto che ancora non ero entrata benissimo nel focus-gara e quindi qualche zero ci è scappato per distrazione. Mentre nell’ultima serie è tutto il contrario: ero veramente molto stanca per la qualificazione impegnativa che avevo fatto e infatti quei tre zeri sono risultati tutti molto ravvicinati. A quel punto ho fatto un bel respiro per provare a portare in fondo la serie, ma è stato certamente un momento di buio e stanchezza.

Riccardo, la quarta serie un po’ sbiadita ha condizionato il risultato. Adesso, a mente fredda, che giudizio ne dai?

il primo zero non mi ha influenzato molto. Il problema di quella serie è che ho perso la concentrazione negli ultimi dieci piattelli, ho faticato molto a livello mentale e per questo motivo sono venuti degli zeri di troppo.

Matteo, c’è stata una partenza difficile nel duello degli ultimi dieci piattelli della finale con Nico Sciberras: con la tua bicicletta in quel momento hai dato un piattello di vantaggio al tuo avversario. Come hai vissuto quel momento?

Avevo sparato quasi venticinque piattelli facendo un solo zero. Mi sono detto: adesso spariamo bene anche questi ultimi dieci. Però probabilmente mi sono messo di nuovo in difesa e ho fatto quella bicicletta che effettivamente mi ha un attimo sorpreso. C’è anche un aspetto tecnico che dobbiamo considerare. Il campo di Lonato ha molti pregi: tra questi pregi c’è il fatto che il piattello si vede sempre bene in tutte le condizioni. E sembrerà perfino strano a chi non conosce il nostro sport, ma vedere molto bene il piattello ti porta a non avere sempre quel grado di attenzione necessaria per non distrarti. Perché sai che il bersaglio è sempre lì: perfettamente visibile. Infatti tutti gli zeri che ho fatto in questa gara hanno quella motivazione: guardi il piattello che si vede perfettamente e non presti sufficiente attenzione alla posizione del fucile e al movimento.

Marika, proviamo a fare una radiografia generale di questo tuo Europeo

L’Europeo a livello tecnico l’avevo preparato bene. Sono contenta di non aver mai mollato, nemmeno nei momenti di difficoltà. Ovviamente il 19 alla terza serie non ci voleva, però nonostante quello scivolone mi sono rialzata e sono riuscita ad arrivare ad un piattello dalla finale. Certamente l’emozione per questo Europeo non mi ha fatto essere fredda e costante come so essere, sicuramente è qualcosa su cui devo lavorare gara dopo gara. D’altronde la stagione è lunga, ma sono contenta del percorso che sto facendo quest’anno. Lavorerò su me stessa per poter essere performante in qualsiasi condizione. Questa esperienza è stata anche un po’ una doccia fredda ma una doccia fredda che non mi ha abbattuta: anzi mi ha svegliata.

Luca, stride il bronzo se confrontato con il risultato di grande pregio della qualificazione?

Non rimpiango nulla e sono fiero di aver conquistato una medaglia di bronzo alla mia prima prova internazionale! Sono molto contento e soddisfatto del risultato ottenuto, soprattutto della mia prestazione in gara che ho completato con un 25/25 che mi ha fatto totalizzare appunto 123/125.

Matteo, con quale stato d’animo affronti gli shoot-off? Ti senti, per così dire, un rigorista oppure preferisci sempre chiudere la partita nei tempi regolamentari?

Nello shoot-off riesco ad essere aggressivo al 100%. È successo al Mondiale in Corea, ma anche a questo Europeo di Lonato quando ho fatto lo shoot-off per con il britannico Thomas Betts per il dorsale in finale. È vero che lo shoot-off è un terno al lotto in cui, se sbagli anche una piccola cosa, sei fuori, però io negli shoot-off riesco a chiudermi in una bolla: mi sento bene, perfino meglio che in finale.

Elena, il 114 della tua qualificazione coincide con le previsioni?

Per come ho sparato in tutta la gara potevo anche totalizzare qualche piattello in più, però alla fine sono contenta perché è un punteggio che mi ha permesso di entrare da prima in finale. I piattelli non erano per niente facili e gli schemi erano molto impegnativi, quindi sono soddisfatta. Ero partita con l’idea di fare un buon punteggio di qualificazione e una buona gara: che è il proposito che formulo in tutte le gare che faccio, in effetti, ma in una gara importante come un Europeo è un risultato che mi ha reso davvero soddisfatta.

Giorgia: mixed team o gara individuale? Qual è la tua preferita e in che proporzione?

Il mixed team in questo Europeo è stata certamente la mia gara preferita perché ho saputo offrire un rendimento maggiore, quindi dovendo fare una proporzione direi: 60 mixed team e 40 gara individuale.

Elia, in effetti i problemi sembrano concentrati nella tua prima giornata. Nel secondo giorno hai sparato invece con molta più convinzione. Concordi con questa lettura?

Si purtroppo non è andata come speravo, mi sono allenato molto nelle settimane precedenti alla gara proprio perché volevo arrivare nella migliore forma possibile: purtroppo però mi è mancata quella cattiveria in più soprattutto nel primo giorno. Sicuramente la troppa voglia di fare bene e la parallela paura di fare errori mi ha portato a sparare in difesa e sappiamo bene che le gare non si vincono così, ma attaccando.

Matteo, l’Europeo non è mai stata proprio la tua gara in questi anni di militanza tra gli under 21: vuol dire che in questa occasione hai cambiato il tuo approccio alla gara?

Ho fatto il primo Europeo a Lonato nel mio primo anno da Junior nel 2019 e rimasi escluso dalla finale per qualche piattello. Diciamo che la gara in casa pesa sempre perché hai qualche motivo di distrazione in più. Però anche all’Europeo di Osijek l’anno scorso a fine stagione ho avuto qualche difficoltà. Non posso dire che l’anno scorso abbia inciso l’appagamento determinato dalla vittoria al Mondiale perché io non mi sento mai appagato: sono sempre alla ricerca di soluzioni anche per dettagli piccoli. Proprio in questi giorni ho riguardato le mie due finali di Lonato: quella individuale e quella del mixed team perché ci sono sempre aspetti da correggere. Un’altra persona forse potrebbe dire: ho vinto l’Europeo, perché dovrei andare a cercare gli errori? Invece io sono andato subito a controllare quello che ho fatto in quelle due finali. Perché da ogni vittoria e da ogni sconfitta c’è sempre qualcosa da imparare. Magari vorrà dire cercare il pelo nell’uovo, ma è un modo per fare un piattello in più in un’altra gara. A Lonato la sera stessa della finale individuale sono andato a rivedere quello che avevo fatto, mi sono accorto che dovevo cambiare qualcosa e il giorno dopo ho messo subito in pratica quelle correzioni nella finale del mixed team.

 

Elena, nella finale di mixed team hai attraversato un momento difficile in cui Daniele Di Spigno ha chiesto il time out: che suggerimenti ti ha dato in quel momento il coach?

Mentre gli errori della finale individuale sono da attribuire a un cedimento fisico, gli zeri della finale del mixed team hanno un’origine mentale. In quella finale avevo appena fatto lo zero all’ultimo piattello della prima serie che aveva provocato il pareggio con la Gran Bretagna. I due zeri della serie successiva sono stati indotti proprio da quella situazione, perché mi sono innervosita per il fatto che avevo fatto perdere il punto alla nostra squadra. Non sono riuscita a rimettere subito la testa a posto. In quel momento è stato utilissimo l’intervento di Daniele Di Spigno che mi ha spronato a tornare a pensare ad un piattello alla volta e poi a una serie per volta. Devo dire che in tutta la gara di mixed team, sia nella qualificazione che in finale, il ruolo di Daniele per me è stato fondamentale.

Riccardo, il punteggio di qualificazione è al di sotto delle previsioni che avevi formulato alla viglia di questo Europeo?

Il punteggio di qualificazione è stato molto al di sotto delle mie aspettative: avevo preparato bene questa gara, la partenza era stata “giusta”, mentre il finale mi ha sinceramente un po’ deluso. Sono state una gara ed una settimana molto stressanti a livello mentale: per questo non sono riuscito ad esprimermi al meglio anche nel mixed team.

Elena, questa medaglia d’argento è un bel traguardo in questo ultimo anno del Settore Giovanile: come guardi al tuo passaggio alla tua futura carriera di atleta?

Nell’ultimo anno da Junior è normale per tutte e tutti provare a dare il più possibile. Per quanto abbia detto che reputo di aver perso l’oro, però sono contentissima di questo argento che è la mia prima medaglia internazionale. Quindi cercherò di portare a termine questo mio ultimo anno da Junior più concentrata possibile con la speranza di conquistare anche più medaglie possibile.

Luca, anche nella finale del mixed team si è ripresentata qualche incertezza: forse le finali sono l’aspetto ancora un po’ meno solido nella tua preparazione generale?

Come ho detto prima, questa è stata la mia prima gara internazionale, oltretutto giocata in casa, e quindi sentivo una maggiore pressione che sono comunque riuscito a gestire al meglio. Certamente cercherò di migliorarmi sempre di più per poter arrivare ad essere pronto al meglio nelle prossime gare internazionali e soprattutto appunto nelle finali. Dopo questa bella esperienza vorrei cogliere l’occasione per ringraziare la Fitav, lo staff tecnico, il Ct Daniele Di Spigno e il preparatore Alberto Zandomeneghi e le aziende che mi forniscono gli strumenti di pedana per il costante supporto ricevuto.

Valentina, se anche l’esito della gara ti ha magari un po’ deluso, questo Europeo lo giudichi comunque una bella esperienza agonistica?

Ho imparato veramente tanto da questo Europeo perché in realtà impari più dalle gare in cui non vai al massimo che in quelle in cui va tutto perfetto. I miei compagni e le mie compagne di squadra e il Ct mi hanno dato un grande aiuto per affrontare e gestire le emozioni che sono totalmente nuove rispetto a quelle che affronti in un Gran Premio Fitav o nelle gare del Settore Giovanile.

Matteo, mixed team e gara individuale: due situazioni agonistiche molto diverse, ma qual è quella che preferisci?

Non posso dire di preferire l’una o l’altra. Come dice Daniele Di Spigno: tutte le gare sono importanti nello stesso modo, sia che si tratti dell’individuale, del mixed team o della gara a squadre a tre tiratori. Certamente ad esempio nel mixed team questa volta avevo un po’ di consapevolezza che era maturata con la vittoria nell’individuale. C’è anche molta sintonia con la mia compagna di squadra Giorgia Lenticchia: nel mixed team questo aspetto è importantissimo. Con Giorgia siamo legati da un bel rapporto di amicizia da anni, abbiamo fatto qualche altra gara di mixed team e questa collegialità ha contribuito a produrre il risultato. Nella gara a squadre, poi, anche grazie al punteggio stratosferico di Luca, abbiamo dato venti piattelli di distacco agli avversari più vicini e anche questo dice molto della coesione del gruppo.

Elia, al di là del risultato tecnico, che esperienza è stata emotivamente questo Europeo?

Ovviamente se mettiamo da parte il risultato tecnico, posso dire che è stata un’esperienza che sicuramente non dimenticherò mai. È  stata, diciamo, un uragano di emozioni, dalle più brutte per via delle serie del primo giorno alle più belle, durante le varie finali disputate dai miei compagni che sono stati veramente formidabili. Del resto siamo un bel gruppo e abbiamo passato dei giorni che non dimenticheremo facilmente.

Matteo, di che colore è una giornata in cui si vince un titolo importante come l’Europeo?

Azzurro. Vincere è sempre di colore azzurro…

(foto: Alessia Tonizzo)