Filippo Boldrini: Sporting, I’m back!
Con l’affermazione cristallina al primo appuntamento stagionale della sua disciplina di elezione lo specialista toscano è pronto per un ritorno in grande stile
(di Massimiliano Naldoni)
Nella storia agonistica recente di Filippo Boldrini c’è un episodio che il quarantanovenne atleta toscano, per il forte impatto emotivo provocato, non esita ad equiparare al rigore sbagliato da Roberto Baggio al Mondiale del 1994.
“Parliamo del Campionato del Mondo di Sporting a Il Botto nel 2022, – precisa l’atleta di Santa Croce sull’Arno – quando, come già altre volte, ho avuto la straordinaria opportunità di vestire il gilet azzurro della Nazionale di Veniero Spada. Sulla carta eravamo una squadra da titolo mondiale, ma devo ammettere che quel titolo lo abbiamo perso per colpa mia e siamo usciti da quel Campionato del Mondo con la medaglia d’argento. Una bella medaglia, intendiamoci: ma non d’oro. Io ho sparato sottotono in tutta la gara a fronte invece di belle prove dei miei compagni. Confesso che è una ferita agonistica che brucia ancora.”
Filippo Boldrini (in primo piano) con alcuni colleghi della Nazionale
Ma se oggi stiamo parlando di Filippo Boldrini, non è certamente per evocare quel cono d’ombra nella carriera tiravolistica dell’atleta pisano di Staffoli, quanto piuttosto per sottolineare che il portacolori del Tav La Torre sta vivendo attualmente quella che possiamo definire una seconda giovinezza agonistica: indicata in maniera esplicita da quel 187/200 con cui lo stesso Boldrini ha dominato letteralmente il primo Gran Premio Fitav di Sporting della stagione sugli itinerari di Vetralla. Ma lo specialista toscano è comunque prudente nel giudizio.
“In realtà attualmente sto sparando meno degli altri anni. E va detto che invece in parallelo in circolazione nel panorama italiano ci sono anche numerosi tiratori veramente molto quotati. Ogni tanto anche io sono lì con loro in classifica e me la gioco magari alla pari, ma questo non esclude che specialisti come Davide Gasparini, Michael Spada, Enrico De Tomasi o Samuele Sacripanti e perfino lo stesso Veniero Spada siano tutti atleti che sono stabilmente ai vertici. Se riesci a metterli dietro in classifica una volta, non puoi illuderti di aver fatto l’impresa, perché questi nomi che ho citato, e non soltanto loro, rappresentano l’élite dello Sporting e del Compak in Italia e sono certamente dotati di più esperienza e sono più blasonati.”
Per Filippo Boldrini tuttavia il successo rotondo nel primo Gran Premio di Sporting della stagione è l’indizio chiaro di una vitalità agonistica che l’atleta di Staffoli non sperimentava da tempo.
“Vetralla è un campo in cui mi trovo bene. Al Campionato d’inverno di Sporting di due anni fa in quella struttura ho fatto 98/100. Io non sono un tiratore d’impatto, ma un tiratore che mira al bersaglio. Con quei piattelli che noi in gergo chiamiamo “dondoloni”: quei piattelli che puoi mirare un po’ di più, ottengo i risultati migliori. Questa forse è la spiegazione del fatto che Vetralla sia una delle mie sedi preferite. Ma anche Laterina e Il Botto sono strutture che mi piacciono. I lanci del primo Gran Premio questa volta non erano super impegnativi, ma qualche difficoltà evidentemente la presentavano. Io in realtà avevo fatto la previsione che un 190 potesse anche venir fuori. E mi sono anche stupito di aver vinto per tre piattelli perché di solito in Eccellenza quello è un vantaggio che non si verifica. Certamente sono stati quei tre 25 che sono riuscito a collezionare che hanno fatto la differenza. Come ha notato giustamente un mio amico di pedana: se ad esempio in quelle tre serie avessi fatto tre 24, e sarebbero stati quindi ovviamente comunque tre punteggi di tutto rispetto, sarei stato subito riagganciato da Davide Gasparini e la gara avrebbe potuto prendere tutta un’altra piega. E stiamo parlando appunto di tre 24 su cui un atleta come me, alla vigilia di una gara, metterebbe subito la firma. Lo Sporting, con le sue prerogative di imprevedibilità, ha un profilo agonistico sempre sorprendente.”
“Il 21 nell’ultima serie del Gran Premio – commenta Filippo Boldrini che taglierà il traguardo dei suoi primi cinquant’anni il prossimo 13 novembre – spiega l’effetto della stanchezza prodotta da una gara lunga e impegnativa, ma anche la tensione di quella competizione. Nel senso che a quel punto ho fatto due conti, anche senza confrontarmi con i punteggi degli altri. Nei tre campi della seconda giornata avevo messo insieme un 73 e con il 93 del giorno precedente in quel momento ho avuto la percezione precisa che potesse essere la giornata giusta. In quell’ultima serie si è prodotto uno zero un po’ regalato e allora appunto ho sentito subito la pressione: e infatti sono stato contento di chiudere con 21 perché per quella tensione che ho avvertito in quel momento c’era il rischio di scivolare anche su un punteggio ancora più pesante. A conti fatti, poi, mi sarebbe bastato anche un 20 e perfino un 19, ma questi sono i calcoli che ci divertiamo a fare dopo la gara con la classifica in mano. In quel momento, a gara aperta, è un calcolo impossibile da fare.”
“Che possa essere la stagione del ritorno sulla scena, naturalmente lo spero. – Dichiara Filippo Boldrini che è approdato al tiro a volo a trentuno anni dopo alcuni trascorsi agonistici nel rally e nel calcio – Il gilet azzurro per noi è il vero premio: andare in Nazionale è certamente il traguardo più alto. Adesso occorre far bene le altre gare per rispettare questo ritmo. Il problema, per chi fa sport a livello dilettantistico, è proprio il tempo. Negli ultimi due anni ho trasformato il mio profilo lavorativo: in precedenza avevo un’azienda mia, mentre adesso sono in un gruppo. Sparo il più possibile il sabato e la domenica, ma durante la settimana il tempo per allenarsi non c’è. E invece l’allenamento è fondamentale a certi livelli. Come si dice banalmente: sparare di più non fa mai male. Possiamo anche fare qualche distinzione tra lo Sporting e il Compak, nel senso che nell’itinerante bisogna avere qualcosa in più a livello di tecnica, mentre invece al Compak il 70% è determinato dalla tua testa: diventa un po’ come nelle discipline olimpiche. Se appena cala un po’ la concentrazione, al Compak sei fuori. Allo Sporting invece c’è un margine di recupero se ti affidi alla tecnica e all’esperienza. Tutto questo, sì, va bene in linea teorica, ma poi, appunto, come dicevo, se non hai alle spalle un allenamento adeguato, il risultato non arriva. Senza contare che fra l’altro lo Sporting anche a livello amatoriale viaggia ormai ad alti livelli di agonismo: basta guardare i punteggi dei Seconda e dei Terza categoria.”
Nel 2023 Filippo Boldrini ha conquistato la qualifica di Atleta dell’anno nel Compak
“Quello che mi sento di esprimere in questo momento – conclude Filippo Boldrini che sabato 5 aprile sarà di nuovo in pista al secondo Gran Premio di Sporting di Laterina – è un plauso convinto alla Federazione e al Ct Spada per quello che hanno fatto in questi anni: l’Italia dello Sporting e del Compak, pur con un gruppo non esteso di atleti, compete ormai alla pari con le grandi scuole del mondo. E questo è un prestigio di cui, come comunità nazionale di appassionati, non possiamo che andare molto fieri.”