Fabrizio Cormons: il mio 2022 tutto internazionale
Con l’argento conquistato in PT2 nel Campionato europeo di Para Trap di Lonato il quarantasettenne di San Felice Circeo si è definitivamente consacrato atleta di punta della formazione del Ct Barberini (di Massimiliano Naldoni)
Alla rassegna continentale di Para Trap del Concaverde, nella qualifica PT2, Fabrizio Cormons ha conteso fino all’ultimo il titolo allo slovacco Filip Marinov che si è poi laureato meritatamente campione continentale con due soli piattelli di vantaggio sull’azzurro del coach Benedetto Barberini. Ma di quella brillante esperienza, che ha seguito a distanza di pochi mesi un altro argento prestigioso alla Coppa del Mondo in Francia, il quarantasettenne di San Felice Circeo (che a diciotto anni si era avvicinato al tiro a volo praticando il Compak e nei primi anni di attività agonistica vanta qualche bel duello perfino con un super maestro come Veniero Spada) parla con grande entusiasmo perché quell’evento – quell’oro sfiorato, possiamo dire – ha rappresentato di fatto la sua consacrazione ad atleta di punta del team azzurro.
Fabrizio, dalla grinta con cui hai gareggiato a Lonato appare chiaro che il tuo obbiettivo per l’Europeo fosse il titolo?
“Tutte le carte per l’oro effettivamente le avevo in mano. Il titolo europeo lo puntavo perché era certamente il desiderio coltivato in tutta la lunga preparazione che ho condotto, però io sono dell’idea che quando arrivi secondo non hai perso l’oro, hai vinto l’argento. Si tratta di una lettura sempre positiva del risultato. E quindi anche questa volta interpreto il secondo posto del Campionato europeo come il miglior risultato possibile.”
Il 2022 è stato peraltro il primo anno della tua carriera in cui hai potuto misurarti appunto sul terreno internazionale.
“Sì, perché sia la partecipazione alla Coppa del Mondo in Francia che quella all’Europeo di Lonato sono state realmente le mie prime esperienze internazionali importanti e quindi quei due argenti conquistati in occasione di quelle due partecipazioni sono appunto un successo pieno. È vero che c’era stata una mia partecipazione ad una Coppa del Mondo, ancora in Francia, nel 2018, ma allora non mi ero qualificato per la finale e quindi si era trattato di un episodio marginale in quella fase della carriera.”
Per alcuni tuoi colleghi l’Europeo sulle pedane italiane è stato caratterizzato da momenti di forte tensione emotiva: come hai gestito la pressione psicologica dei momenti più importanti della gara?
“Ho vissuto sensazioni molto strane: in finale in tutta la prima parte mi sono trovato a sparare come se si trattasse di una gara normale. Già nello shoot-off per il dorsale qualche ora prima avevo sparato con convinzione ma soprattutto con una insolita serenità e sentivo che se avessi fatto bene già in quello shoot-off, una buona parte del lavoro sarebbe stata già eseguita. Ma in finale sono riuscito a costruirmi una bolla tutta mia e non guardavo il tabellone e neppure gettavo uno sguardo al Ct Benedetto Barberini o a Riccardo Rossi: andavo avanti senza pensare ad altro che a rompere il maggior numero possibile di piattelli. Qualche mese prima alla Coppa del Mondo in Francia avevo avuto certamente qualche timore in più dettato dall’inesperienza. All’Europeo al Concaverde invece guardavo solo i piattelli che dovevo rompere: punto e basta. E anche nel duello finale con Marinov ho preferito non fare i conti, ma procedere piattello per piattello.”
Che cosa c’è nel futuro immediato e in quello più distante di Fabrizio Cormons?
“In queste settimane mi sono concentrato sull’analisi della gara di Lonato e l’ho valutata in tutti i suoi aspetti. Certamente nelle serie di qualificazione e in finale qualche mio errore tecnico c’è stato: mi sono accorto che qualche volta ho anticipato il colpo, altre volte invece mi sono trovato in ritardo nell’inseguimento del bersaglio. Sono alcuni piccoli errori su cui lavorerò nei prossimi mesi in vista della nuova stagione. Questa che si sta concludendo è stata certamente un’annata straordinaria che era subito iniziata bene con la vittoria nel Campionato regionale invernale del Lazio ed era proseguita con alcune belle vittorie in primavera e soprattutto con il terzo posto al Campionato italiano. Se nell’arco di una stagione ci sono dei risultati di qualità, è sicuramente perché hai condotto una buona preparazione a monte delle gare. So di aver lavorato bene al Tav Macallè, che è il mio impianto di riferimento per la preparazione, con Erminio Frasca che mi ha fornito suggerimenti importanti, indicazioni tecniche preziose e sicuramente ha contribuito a infondermi quella salda sicurezza che si è rivelata determinante nei momenti di maggior tensione. L’esperienza che Erminio può vantare in campo internazionale è davvero un capitale insostituibile ed è un valore aggiunto per ogni atleta che possa beneficiarne. Ma molta gratitudine la devo anche a Riccardo Rossi che in questi mesi mi ha seguito pazientemente e a sua volta ha contribuito in modo decisivo a darmi gli elementi per gareggiare alla pari dei grandi talenti del circuito internazionale del Para Trap. È su questa linea che intendo lavorare nei prossimi mesi perché in realtà voglio che il 2023 sia ancora più spettacolare!”