Fabio Sollami: il guerriero del Trap
Tra gli Eccellenza al Gran Premio di Fossa Olimpica ad Acquaviva il più brillante è l’esperto atleta di Caltanissetta
(di Massimiliano Naldoni)
Se la strada è in salita, sei destinato ad arrivare in alto. È un motto che Fabio Sollami (al centro del gruppo dei finalisti, tra Marongiu e Sforzi, nell’immagine di copertina) ha eletto da tempo a sua espressione programmatica e infatti l’attitudine più spiccata dello specialista di Caltanissetta è proprio quella di affrontare con disinvoltura salite e discese per raggiungere la vetta. Al primo Gran Premio Fitav stagionale il successo per l’atleta siciliano si è concretizzato attraverso il 120/125 di qualificazione e un 45/50 autenticamente impervio in finale.
Fabio, quali sono le tue sensazioni dopo la convincente prova al Gran Premio di Acquaviva?
Solo una parola: felice. È stata una vittoria inaspettata anche se stavo sparando bene già dall’inizio dell’anno. Però un conto è essere consapevoli di attraversare un buon momento di forma e un altro invece è vincere un Gran Premio. Un’affermazione in condizioni meteo difficili, misurandosi con altri atleti molto forti, rappresenta una conferma che soddisfa sempre. Fra l’altro il mister Conti mi ha già comunicato che sarò convocato per la World Cup di maggio a Cipro che sarà una bella occasione per tornare sul palcoscenico internazionale.
Splendida prima giornata, ma poi un passo falso all’inizio della seconda che poteva pregiudicare la gara.
Nella prima giornata avevo addirittura sbagliato il primo piattello della gara: un sinistro in terza pedana. Poi, malgrado le condizioni meteo poco favorevoli, sono riuscito a chiudere molto bene con 74/75. Però nella seconda giornata, nella prima serie, è capitato di tutto: pioggia e vento senza limiti. Ho fatto miracoli, con molte seconde canne, per riuscire a chiudere con 22 quella quarta serie di gara. Ho reagito bene nell’ultima serie e sono riuscito a conquistare la finale.
Fabio Sollami al vertice del podio dell’Eccellenza con Alessio Sforzi e Johnny Pellielo
Ma le peripezie di questo Gran Premio non erano finite in realtà…
Per niente, perché in finale avevo iniziato malissimo con quattro zeri nei primi otto piattelli. È un insieme di motivi che ha prodotto quella brutta partenza. C’era una visibilità strana con alternanza continua di nuvole e sole, ma ha giocato un ruolo anche la tensione della finale che è sempre una gara diversa dalla qualificazione: e in più la mia volontà di concludere con un buon risultato in una gara con tanti bei nomi del panorama nazionale. In ogni caso, dopo il disastro della partenza, sono arrivato in fondo commettendo soltanto un altro errore e sono riuscito a ricostruire il mio punteggio e a superare Alessio Sforzi che è stato autore davvero di una bella gara con un ottimo 24 nella prima metà della finale. Nel duello conclusivo ho messo in campo la mia esperienza e certamente questo ha fatto la differenza nei confronti di un atleta giovanissimo come Alessio che in questo Gran Premio è stato comunque un avversario di grande valore.