Eleonora Ruta e Marco Coco: sotto i riflettori della celebrità

La scuola latina del comparto Juniores dello Skeet domina al Gran Premio del Settore Giovanile al Tav Gioiese

(di Massimiliano Naldoni)

Eleonora Ruta (nella foto di copertina) e Marco Coco hanno conquistato lo spazio più illuminato del palcoscenico del primo Gran Premio del Settore Giovanile. Sono infatti la titolata azzurrina di Cisterna di Latina e il nazionale romano di Ardea ad aver conseguito il miglior risultato nei rispettivi comparti dell’area Juniores dello Skeet al primo appuntamento primaverile del Settore Giovanile.

Eleonora, hai letteralmente dominato la gara pugliese: che valutazione dai della tua prova e quanto pesa essere riconosciuta la prima della classe del gruppo?

Devo dire che il mio giudizio complessivo di questa gara non è molto alto: mi aspettavo di fare di più, perché so certamente dare di più e sicuramente questi non sono i miei risultati consueti. Quanto al fatto di essere una delle Juniores migliori in Italia, quello può essere un vantaggio come uno svantaggio: ovviamente c’è la soddisfazione personale, sia per i sacrifici che sostengo, sia per il tempo che dedico agli allenamenti e alle gare, ma delle volte essere coscienti di poter dare tanto può risultare appunto un’arma a doppio taglio.

Marco, sei stato autore di una gara impeccabile in tutte le sezioni: niente da recriminare, dunque?

Mi riconosco di essere in grado di gestire sia la qualificazione che la finale nello stesso modo: un atteggiamento sempre sereno. Ma non posso evitare di guardare con atteggiamento un po’ critico a quel 22 della seconda giornata. In quella serie mi posso descrivere con un mio modo di dire abituale: ero troppo “scattoso”. Intendo dire che ho fatto troppe false partenze che sono state poi all’origine degli errori. E in quella serie gli errori sono maturati tutti alla pedana 4: sul singolo pull e sui secondi lanci delle doppie.

Eleonora, questa vaga insoddisfazione del tuo rendimento che si legge tra le righe da cosa deriva?

Ritengo in generale di essere partita quest’anno psicologicamente con il piede sbagliato: non sto affrontando le gare come al mio solito e c’è un qualcosa che a livello inconscio mi dà difficoltà a resettare gli zeri e ad andare avanti. In realtà l’unica cosa che chiedo a me stessa è semplicemente dare sempre il massimo senza mollare mai: è mia mia opinione che in gara l’importante non è vincere, quanto piuttosto divertirsi e appunto riuscire ad esprimersi al meglio, qualsiasi cosa accada.

E nel tuo caso, Marco, qual è il rapporto con l’attività agonistica e soprattutto con la vittoria?

Sinceramente cerco di fare sempre di più giorno dopo giorno sia in allenamento che in gara per crescere e ottenere un livello sempre maggiore nella mia attività. Nella qualifica Juniores dello Skeet attualmente milita un bel gruppo di atleti che hanno davvero grandi doti tecniche e agonistiche e misurarmi con loro per me è il modo migliore per  costringermi ad impegnarmi sempre di più. Nello sport occorre essere soddisfatti ogni volta della propria prova, ma quello che conta è vincere.