Cristian Giudici: il dado è tratto
L’atleta di Rieti, detentore del titolo tricolore degli Juniores di Skeet e dell’alloro mondiale di Skeet Mixed Team under 21, affronta il 2025 tra i Seniores della disciplina del Pull e del Mark
(di Massimiliano Naldoni)
C’è un Rubicone in ogni carriera sportiva. Anzi: in realtà forse ben più di uno. Cristian Giudici il suo primo grande Rubicone, ovvero il primo transito epocale della carriera, lo ha compiuto in queste prime settimane dell’anno quando, da brillante e anche titolato esponente del Settore Giovanile, si è visto tradotto nel ruolo di Senior di Eccellenza. Il dado era tratto: niente poteva essere più come prima. Ogni Rubicone in realtà non è mai una sorpresa e anche quello dell’atleta di Rieti ovviamente era un transito inevitabilmente annunciato. Ma certamente una situazione di questo genere è sempre un momento misto di solennità e di emozione, in special modo se accade che un atleta del comparto under 21 si trasforma in Senior proprio in concomitanza con il momento più brillante della propria carriera di Junior. Negli ultimi mesi della sua militanza nel Settore Giovanile Cristian Giudici ha infatti inanellato una spettacolare vittoria nel Campionato del Mondo Juniores di Skeet Mixed Team a Lima in squadra con Eleonora Ruta immediatamente dopo la conquista del titolo tricolore di categoria sul terreno di Laterina.
“Approdare da Senior all’Eccellenza mi entusiasma – precisa l’atleta di Rieti – e mi rende felice l’idea di affrontare le gare con i big della mia disciplina. Ma so anche che la storia di molti atleti di Eccellenza che affronterò in gara da quest’anno parla da sola.”
Cristian Giudici nel corso del Mondiale di Lima
Certamente la conquista del titolo italiano degli Juniores nello scorso settembre ha procurato un’iniezione di fiducia nell’atleta reatino e ha posto anche le premesse per l’impresa peruviana e poi per l’energico passaggio alla qualifica superiore che Giudici sta vivendo.
“Sì, l’esito del Campionato italiano ha rappresentato una svolta. È vero che percepivo sensazioni buone già nell’avvicinamento a quella gara, ma non volevo neppure sovraccaricare eccessivamente la mia preparazione e le mie aspettative perché sapevo di dover affrontare poi a breve il Campionato del Mondo. Sicuramente i bei punteggi che stavo realizzando in quel momento mi hanno permesso di avere più fiducia in me stesso. Non voglio peccare di vanità e di presunzione, ma oggi posso dire che la finale del Campionato italiano è stata bellissima: concludere con 59/60 è stato esaltante. Devo anche dire che essere riuscito a superare Matteo Bragalli in quella finale è stato per me un successo grandissimo perché Matteo è davvero uno degli atleti più forti in assoluto del panorama giovanile. Siamo arrivati in parità agli ultimi dieci piattelli quando entrambi avevamo già un solo zero e poi in quello spazio ristretto è maturata la mia vittoria. Io ho sempre detto che in finale non guardo mai ossessivamente il risultato e la situazione della classifica, però è chiaro che, quando sai di non aver sbagliato quasi mai, ti rendi facilmente anche conto che stai vincendo. In quel caso un po’ di emozione si è affacciata, dopo l’ultima pedana 4, quando è apparso evidente che concludendo bene le ultime due doppie avrei vinto il titolo. Laterina, poi, è un campo bellissimo con lanci perfetti e quindi quella vittoria è stata anche sottolineata da un contesto tecnico impeccabile.”
Nella preparazione di Cristian Giudici d’altronde c’è anche la mano di una vera e propria leggenda dello Skeet italiano e mondiale.
“Devo a Celso Giardini quello che sono in pedana. Celso è un’icona: il simbolo dello Skeet antico e moderno che mi ha guidato e continua a guidarmi in questa straordinaria disciplina. La mia preparazione vera e propria è iniziata a gennaio dopo che nelle settimane precedenti in realtà non avevo mai interrotto l’allenamento, ma lo avevo portato avanti semmai in maniera un po’ più blanda. Dall’inizio dell’anno vado in pedana tre volte alla settimana affiancando all’allenamento tecnico anche quello fisico in palestra. Al campo di tiro faccio sei o sette serie per volta che rappresenta uno standard medio perché quando la stagione arriva al suo fulcro magari arrivo anche a otto o nove serie per seduta di allenamento. Adesso due o tre serie sono intere, poi mi dedico a qualche ripetizione. Nei mesi del Campionato italiano e del Mondiale qualcuno ricorderà che ad esempio c’era il 3 Pull che mi creava grandi problemi, ma posso dire che nel frattempo quello è un problema superato.”
Cristian Giudici in pedana in una seduta di allenamento di queste settimane invernali
Ma qual è il programma di lavoro per il 2025 di Cristian Giudici?
“È inutile girarci intorno: un atleta affronta sempre ogni gara con il proposito di vincere perché nello sport è il risultato quello che conta. Sarebbe assurdo quindi che dicessi che i miei traguardi sono altri semplicemente perché quest’anno sarò un Eccellenza e non più uno Junior del Settore Giovanile. Ma, come dicevo prima, ho molto rispetto della qualifica in cui mi trovo a militare da quest’anno e sono consapevole che mi misurerò con degli atleti che hanno fatto e stanno facendo la storia mondiale dello Skeet. Lavoro con molta umiltà e nello stesso modo affronterò le gare, ma mi piacerebbe davvero riuscire a giocarmela bene fino dalle prime prove per far capire che in realtà non sono la matricola del gruppo.”