Andrea Miscera: uno scudetto per guardare lontano
Il trentaquattrenne di Budoni si è laureato campione italiano di Skeet di Terza categoria ad un anno esatto dal suo debutto nella disciplina
(di Massimiliano Naldoni)
Se avesse perseverato nell’idea che lo Skeet era troppo difficile, Andrea Miscera, che fino all’estate del 2024 frequentava solo saltuariamente i campi di Compak al Tav Orosei, non avrebbe mai scoperto di possedere invece un talento singolare per quella disciplina. Il talento del trentaquattrenne di Budoni lo ha individuato invece subito quell’atleta e tecnico di grande esperienza che risponde al nome di Efisio Loi. Nello Skeet vedevo i piattelli sfrecciare a tremila all’ora e mi ero fatto l’idea che non sarei mai riuscito a colpirli! Così Andrea Miscera racconta il suo primo contatto con la specialità del pull e del mark: poi però Miscera si è affidato proprio a Efisio Loi – ma anche a Nicola Irene per lo schema della finale – e nel giro di pochi mesi si è impossessato del titolo regionale della Sardegna nella sua categoria e si è visto proiettare immediatamente sulla scena nazionale. Al Campionato italiano di Laterina Andrea Miscera ha guadagnato la finale con 109/125 in qualificazione e poi con 49/60 ha costretto al secondo e al terzo posto Luigi Sardo e Michele Ascione. E adesso, da neo-promosso in Seconda categoria, questo skeettista, che quando non si dedica al tiro a volo è supertifoso dell’Inter, guarda alla nuova stagione con grandi e legittime aspirazioni.
Andrea, con quali sensazioni hai vissuto il tuo Campionato italiano ?
Con Efisio Loi avevamo lavorato molto e avevamo preparato bene la gara, quindi in termini di punteggio le aspettative erano perfino più alte di quel 109/125 che ho realizzato in qualificazione. Ma sono arrivato al Campionato italiano e dopo il 22 e il 19 delle prime due serie mi sono detto: qua non entro di certo in finale. Invece poi i due 24 mi hanno riportato in alto in classifica.

Per quale motivo nelle prime due serie non sei riuscito a ingranare?
Probabilmente perché volevo fortemente fare il punteggio: volevo davvero rompere tutti quei piattelli che mi si presentavano. E sapevo di essere nelle condizioni di romperli tutti, ma invece mi sono scontrato con le prime difficoltà e sono venuti fuori gli zeri: davvero troppi zeri! È anche vero che l’atteggiamento mentale un po’ acerbo nella mia situazione ci sta tutto… In allenamento viaggiavo sulla media del 23-24 e quindi immaginavo di poter rispettare quella media anche subito in gara. Mi sono ritrovato a pensare più al piattello che al movimento che avrei dovuto fare. Nella serie del 19 ho fatto degli zeri anche alla pedana 1 che di solito si dà un po’ per scontata. Mi sono accorto allora che non dovevo pensare troppo ai piattelli, perché serviva soltanto fare quello che sapevo fare: ed ecco che appunto è arrivato il 24 nella terza serie e poi ancora nella prima serie del secondo giorno e allora ho capito che potevo ancora sperare di andare in finale.
Sul tuo punteggio di finale invece che giudizio dai?
Posso dire la verità..? In allenamento sullo schema della finale riuscivo a chiudere anche con 57 o 58. È un punteggio da Eccellenza, mi rendo conto. Ma ovviamente in allenamento non ho mai subito la pressione che invece mi ha aggredito nella finale del Campionato italiano. Allo stato attuale la differenza tra un Eccellenza e me è proprio questo: che un Eccellenza quel punteggio riesce a farlo nella finale di una gara. Mi sono allenato molto sulla finale anche con Nicola Irene che mi ha fatto notare che aggredivo troppo velocemente il secondo piattello specialmente nelle doppie inverse. Ho seguito il suggerimento di Nicola: ho rallentato i tempi ed è andata subito meglio. A Laterina in realtà in finale sono sempre stato in testa, con qualche piattello di vantaggio su tutti gli altri. A tratti incrociavo lo sguardo di Efisio che sembrava chiedermi: ma come mai fai tutti questi zeri..? Comunque la vittoria è arrivata, ma posso dire che in realtà soltanto il giorno dopo ho realizzato che avevo vinto e avevo conquistato il titolo italiano di Terza categoria.

Andrea Miscera al vertice del podio della Terza categoria di Skeet al Campionato italiano di Laterina con Luigi Sardo e Michele Ascione
Nella tua esperienza al Trofeo delle Regioni c’è stata nuovamente una partenza difficile.
Non difficile: addirittura difficilissima. Forse c’è stata un po’ di ingenuità da parte mia. Avevo appena fatto un calcio nuovo per il fucile ma in un primo momento avevo previsto di utilizzare il vecchio calcio per la gara. Ho fatto qualche serie in allenamento con il nuovo calcio e tutto filava liscio: allora ho pensato che il nuovo calcio, che è il lavoro di un grande artigiano, potesse aiutarmi e invece ho pagato lo scotto nella prima serie perché naturalmente occorreva adattarsi un po’ alla novità. D’altronde era anche la mia prima gara a squadre in un campo tradizionalmente difficile: quindi si sono sommati tanti motivi di pressione e non è davvero facile gareggiare con tutta quella responsabilità. Ma nelle serie successive ho ritrovato la fiducia ed è stato bellissimo conquistare la medaglia d’argento con tutti gli altri ragazzi. Adesso mi piace pensare che affronterò le gare di Seconda categoria nella nuova stagione che sta per iniziare, ma più devo competere e più mi impegno. Insomma, io per il 2026 mi sento già pronto!
Foto: Tav Orosei, Tav Laterina




