Al Tav Falco si guarda al domani
Un gruppo di alunni e alunne del Liceo Manzoni di Caserta ha sperimentato la pratica di pedana in uno dei sodalizi storici della geografia impiantistica nazionale
(di Massimiliano Naldoni)
Il Tav Falco è stato ed è un’autentica fucina di campioni, ma recentemente la struttura di Capua ha svolto anche il ruolo di fulcro di una iniziativa – suggerita da Franco Cassandro e realizzata grazie alla proficua collaborazione del sodalizio campano con Sergio Carella – che ha permesso a ragazzi e ragazze del Liceo Manzoni di Caserta di sperimentare direttamente le prerogative della pratica tiravolistica. L’esperimento ha ricevuto il plauso del Delegato regionale Fitav della Campania Francesco Cembalo. “Questa bella iniziativa – ha spiegato il massimo dirigente di Fitav Campania – si è concretizzata grazie alla felice sinergia di tutte le forze in campo: la dirigenza e i docenti dell’istituto interessato insieme ai vari livelli della nostra Federazione. Naturalmente non possiamo poi trascurare che un ruolo di primo piano lo ha svolto anche la notorietà e il forte radicamento sul territorio che il Tav Falco ha acquisito negli anni: Tammaro Cassandro, ad esempio, è una vera celebrità sportiva del comprensorio casertano e la popolarità delle sue imprese agonistiche, valorizzate dai media dell’area, ha fortemente contribuito alla concretizzazione del progetto.”
La realizzazione dell’iniziativa si deve certamente alla volontà della dirigenza e dei docenti del Liceo Manzoni di Caserta che hanno sapientemente individuato nel tiro a volo uno degli sport in grado di innescare un vivace interesse nei ragazzi e nelle ragazze dell’istituto, tant’è che alcuni alunni e alcune alunne, nel veloce confronto agonistico che ha concluso l’esperimento, hanno palesato requisiti tecnici di valore. Alla professoressa Adele Vairo, dirigente scolastica del Liceo Manzoni, e al professor Antimo Nero, docente di scienze motorie nello stesso istituto casertano, abbiamo rivolto alcune domande per evidenziare gli elementi che hanno decretato il pieno successo del progetto.
Professoressa Vairo, possiamo dire che il Liceo Manzoni, che lei dirige, guarda da tempo e con grande cura alla pratica sportiva nell’attività curricolare?
Mi permetta una premessa importante. Il Liceo Manzoni è un enorme istituto multi-indirizzo di Caserta: è una struttura di novantuno classi con una salda tradizione di partenariato con le istituzioni e con associazioni di vario genere e con un’attenzione spiccata a tutto quanto avviene nel territorio della provincia di Caserta. Nei confronti dello sport personalmente ho sempre nutrito un’attenzione particolare, oggi istituzionalizzata dall’essere stati riconosciuti quale Liceo Sportivo di ordinamento, unico riferimento del territorio. Al di là della istituzionalizzazione dell’indirizzo, comunque, siamo stati sempre molto attenti alla pratica sportiva ed alla cultura dello sport come codice disciplinare e transdisciplinare. Questo potenziamento della presenza sportiva nell’istituto, favorito da contatti intrattenuti direttamente con il Coni, si è consolidato con una serie di proficui rapporti e concrete sinergie tra lo stesso Liceo Manzoni e le Federazioni sportive ed Enti ed Associazioni di settore con le quali l’istituto stesso ha stretto accordi e ha stilato protocolli ufficiali. In questo modo abbiamo spesso invitato le Federazioni a venire nel nostro istituto proprio per coinvolgere la popolazione studentesca nella scoperta diretta delle discipline.
Qual è il suo giudizio dell’esperimento con il tiro a volo?
In base appunto al programma a cui ho fatto riferimento, in accordo con il responsabile dell’iniziative, il professor Antimo Nero, abbiamo potuto condurre ragazze e ragazzi a sperimentare il tiro a volo in orario curricolare. I nostri allievi si sono appassionati al punto di poter poi anche brillare letteralmente in alcune competizioni. Certamente il rapporto con la Federazione italiana tiro a volo per il nostro istituto è risultato particolarmente gratificante proprio per il successo che ha fatto registrare tra la nostra popolazione studentesca. Dal nostro punto di vista è davvero un bell’esperimento sul campo che abbina la conoscenza teorica della disciplina sportiva con la pratica e questo aspetto ha giovato agli alunni sia dal punto di vista concettuale e teorico che appunto sotto il profilo dell’esperienza diretta, tant’è che appunto, come sottolineavo, nei ragazzi e nelle ragazze c’è stato un immediato riscontro agonistico di ottimo livello che lascia intravedere importanti sviluppi.
Professor Nero, che bilancio traccia dell’iniziativa che ha condotto anche quest’anno un gruppo di alunni e alunne del Liceo Manzoni di Caserta sulle pedane del Tav Falco?
Quest’anno il numero dei ragazzi e delle ragazze che abbiamo coinvolto nel progetto è stato un po’ inferiore rispetto al recente passato, ma è un dato di fatto che quello relativo al tiro a volo è risultato indiscutibilmente uno dei progetti più apprezzati sia dagli alunni del nostro istituto che dai ragazzi della scuola media che hanno fatto l’orientamento in vista appunto dell’iscrizione al Liceo Manzoni e che l’anno prossimo potrebbero quindi già seguire con noi il programma di avviamento al tiro a volo. L’esperimento che abbiamo condotto quest’anno ha coinvolto una ventina di alunni e alunne del Liceo Sportivo che si collocano tra i 15 e i 17 anni di età: questi ragazzi e queste ragazze quindi sarebbero nella situazione ideale per compiere il loro percorso agonistico nel Settore Giovanile nei prossimi anni.
Il professor Antimo Nero con le alunne Aurora Pipola, Serena Mauro e Eliana Fandi
È vero che ci sono stati risultati tecnici anche davvero interessanti in quello che possiamo chiamare: saggio di fine anno?
Con gli istruttori del Tav Falco, che hanno seguito con scrupolosa accuratezza le prove in pedana, abbiamo fatto una serie di valutazioni soprattutto tecniche e abbiamo constatato che in alcuni ragazzi e in alcune ragazze c’è davvero una predisposizione naturale per il tiro a volo. Questa positiva attitudine qualche volta si scontra però con situazioni di ordine pratico: l’attività tiravolistica a un certo livello comporta dei costi che non tutte le famiglie sono in grado di sostenere. È certo però che tutti i partecipanti hanno vissuto questa esperienza con grande piacere, tant’è che il gruppo coinvolto non vedeva l’ora di tornare sul campo di tiro per ogni nuova lezione. Fra l’altro al Tav Falco gli alunni e le alunne hanno visto all’opera anche Tammaro Cassandro e altri atleti di spicco del panorama nazionale e anche questo aspetto ha rappresentato uno stimolo potente a continuare l’attività. L’esperimento che abbiamo condotto riguarda soltanto la Fossa Olimpica perché le caratteristiche di quella specialità si prestano di più ad un’operazione di questo genere. Con una classe di venti alunni, infatti, lo Skeet, per le sue prerogative specifiche, avrebbe comportato un lavoro più impegnativo a livello organizzativo. Diciamo che per lo Skeet potrà essere condotto magari un esperimento più avanti con un numero più circoscritto di alunni.
Il professor Antimo Nero con gli alunni Daniele Argenziano, Leonardo Riccobene e Matteo Palma
Il proposito di trasmissione anzitutto culturale del messaggio sportivo del tiro è dunque realizzato?
Certamente. Come già in passato, l’iniziativa ha permesso di trasmettere un’accurata informazione sulle specifiche discipline sportive. Va anche detto che nel primo anno dell’iniziativa rivolta alle scuole la Federazione aveva organizzato una gara a livello nazionale a Roma che rappresentò un momento di aggregazione molto apprezzato dagli alunni e dalle alunne di tutti gli istituti. In quell’occasione per i ragazzi e le ragazze è stato davvero molto bello mettersi in gioco con altre scuole di altre realtà italiane: mi auguro quindi che la Federazione possa tornare a prendere in considerazione l’organizzazione di quell’evento che permetterebbe di moltiplicare le potenzialità dell’esperimento.