Giovanissimevolmente: Sofia Gori

La ventunenne di Forlì ha conquistato il titolo tricolore delle Juniores di Fossa Olimpica a coronamento di una stagione densa di interessanti risultati

(di Massimiliano Naldoni)

Nell’intervista che state per leggere, a Sofia Gori abbiamo chiesto di esprimere un voto numerico che sintetizzasse la sua stagione 2025. Non vogliamo certo spoilerare e quindi non anticipiamo adesso la risposta dell’interessata. Sarete voi lettori a giudicare se il coefficiente prescelto descrive realisticamente la stagione dell’atleta forlivese. Il cronista si limita semmai a dire che il 2025 di Sofia Gori risulta oggettivamente una stagione di ottima fattura. A settembre la ventunenne romagnola della Marina Militare si è laureata campionessa italiana delle Juniores di Fossa Olimpica al Tav Belvedere con 115/125 e 41/50 davanti a Martina Montani ed Elisa Castellana, ma poche settimane dopo Sofia Gori ha brillantemente artigliato anche lo scudetto al Campionato italiano di Mixed Team in collaborazione con Diego Valeri (141/150 in qualificazione e 42/50 in finale).  L’estate aveva già donato a Sofia Gori l’alloro europeo a squadre in collaborazione con Maria Teresa Giorgia Maccioni e Martina Montani e un quarto posto individuale che sicuramente risultava un responso un po’ severo dopo la bella qualificazione: 117/125 e provvisorio secondo posto immediatamente alle spalle del 119 di Maccioni. Pregevole anche la prova individuale alla Junior World Cup dell’India alla fine di settembre: a Delhi Sofia Gori conquistava il dorsale numero uno con 117/125. In finale un cono d’ombra costringeva però l’azzurrina di Forlì a un grappolo di zeri che spianava la strada per la vittoria alla ceca Lea Kucerova. L’argento dell’India brillava in ogni caso di luce riflessa grazie ad un’altra brillante prova offerta da Sofia Gori nel giro di pochi giorni alla Coppa dei Campioni di Fossa Olimpica. Sulle pedane del Concaverde, in staffetta con Alfredo Caloro, l’atleta romagnola contribuiva a produrre il risultato che spediva la squadra della Marina Militare alla finale e nell’ultima serie il 24 di Gori era tra i punteggi determinanti per la conquista del trofeo. Ma ecco quello che la stessa Sofia Gori ha detto ripercorrendo tutta la sua stagione.

Sofia, a mente fredda come valuti la gara di Uboldo che ti ha consegnato lo scudetto delle Juniores di Trap?

Intanto devo dire che a Uboldo i piattelli erano più che difficili. Infatti alla vigilia mi dicevo: non so proprio cosa aspettarmi da questa gara qui. Vedevo però che anche gli Eccellenza stavano facendo punteggi un po’ al di sotto dei loro standard. Poi invece ho fatto una bella qualificazione: è vero che eravamo tutte lì, con Stella Avagliano a 114 e Martina Montani a 112, ma ero comunque riuscita a fare il miglior punteggio di qualificazione: 115. Di certo durante la qualificazione si è conservata questa idea della difficoltà della gara e infatti non mi sfiorava neppure l’ipotesi di poter vincere. Quella è una sensazione che si è affacciata invece al momento di affrontare la finale, proprio sulla scorta di una qualificazione di buon livello. In finale è stato come se sentissi che dovevo riscattarmi da qualche episodio negativo della stagione e da qualche traguardo che non ero riuscita a centrare nelle trasferte. Mi sono detta: so fare quello che sto facendo e quindi adesso metto tutta me stessa per raggiungere questo obiettivo. E infatti posso dire senz’altro che del 41 della finale sono molto contenta.

Sofia Gori con lo scudetto delle Juniores di Trap conquistato al Tav Belvedere

Passiamo ad un altro momento importante della stagione: la Coppa dei Campioni. Possiamo azzardare che il punteggio che ha dato la vittoria alla squadra della Marina Militare sia proprio il tuo 24 della serie finale?

In quel caso è una situazione di squadra e si fa fatica a considerare il singolo individuo e il suo punteggio. Io penso che dipenda molto dal fatto che siamo davvero una bellissima squadra: c’è grande connessione e intesa tra tutti i componenti ed è quello che ha fatto la differenza anche proprio nelle serie di qualificazione. Fra l’altro io ero tornata dall’India due giorni prima, avevo poi gareggiato nel Mixed Team con Diego Valeri e lì avevamo messo le basi per quella forte coesione del gruppo. Però è come se a Lonato, per la Coppa dei Campioni, avessi messo le mani avanti dicendo: ragazzi, io sono tornata da due giorni dopo una settimana in India e sono, non distrutta, ma di più… Non vi prometto niente. E il gruppo ha compreso perfettamente e quando la squadra ti permette di partire senza pretese e senza particolari aspettative, è chiaro che la situazione ti risulta molto alleggerita. Quindi, a prescindere dalla prova individuale, secondo me è proprio quella bella situazione specifica che si verifica in quel gruppo che ci ha portato alla vittoria.

Sofia Gori sul gradino più alto della Coppa dei Campioni con la squadra della Marina Militare

Va detto che nella Coppa dei Campioni sei stata anche abile a subentrare in staffetta ad Alfredo Caloro a metà gara e hai saputo adattarti subito al ritmo della squadra.

Ma di nuovo insisto sul fatto che la mia possibilità di raggiungere lo stato mentale giusto per fornire il risultato è determinato dal bel rapporto che si è creato nella squadra. Tra i membri della squadra non ci frequentiamo neppure tantissimo perché viviamo in zone anche molto diverse, però ogni volta che ci incontriamo per una gara si crea subito una bell’atmosfera. Anche nelle semplici chiacchiere e nelle due risate che si sviluppano a volte tra una serie e l’altra c’è tutta la spiegazione di questa bella armonia che aiuta moltissimo nel rendimento in pedana. Anche il risultato del Mixed Team con Diego Valeri è stato originato da quell’atmosfera. Diego mi aveva subito detto: tranquilla, Sofia, fai quello che sai fare. È stato un modo per farmi entrare in uno stato mentale di grande rilassatezza che ha favorito il mio risultato.

Servirebbe assumere quell’atteggiamento anche quando non è esplicitamente manifestato: in questo senso riesci ad essere mental coach di te stessa?

Alcune volte, sì. Ma in realtà direi: più no che sì. Perché se fossi stata davvero in grado di svolgere quel ruolo, sarei riuscita magari a centrare qualche risultato migliore, come ad esempio all’Europeo della scorsa estate. Sicuramente gli ultimi due anni sono stati i migliori della mia carriera, quindi è chiaro che un certo tipo di lavoro di quel genere l’ho fatto, lo sto facendo tuttora e lo farò ancora di più l’anno prossimo in cui andrò a gareggiare tra i Senior. Diciamo che gradualmente mi sono resa consapevole che ogni anno non devi fare lo stesso percorso, ma devi sempre introdurre dei cambiamenti.

Sofia Gori con l’argento conquistato alla Junior World Cup di New Delhi

Tecnicamente sei certamente già nella condizione di competere nella qualifica superiore.

Se guardiamo oggettivamente i miei risultati, effettivamente nell’arco di quest’anno i punteggi sono più o meno sempre stati nella fascia delle Ladies, quindi devo lavorare soprattutto sull’atteggiamento mentale per non essere condizionata dall’idea di essere in una qualifica diversa e di essere tra le “grandi”.

Considerando tutta la stagione, sia con quei bei vertici che abbiamo evidenziato che con qualche cono d’ombra, in quale voto sintetizzeresti il tuo 2025?

Io sono sempre molto critica con me stessa: un voto alto non me lo darei nemmeno se vincessi le Olimpiadi! Diciamo 7. Ma dai, questa volta voglio essere generosa con me stessa: forse anche 7 e ½…

Foto: Issf, Alessia Tonizzo, Tav Belvedere