Sei big dello Skeet in raduno a Formia con Partigiani

Tre giorni di lavoro intenso al Centro di Preparazione Olimpica per Simona Scocchetti, Martina Bartolomei, Niccolò Sodi, Luigi Agostino Lodde, Tammaro Cassandro e Giancarlo Tazza

Da oggi, domenica 29 ottobre, fino al prossimo martedì 31, sei atlete e atleti del comparto PO dello Skeet – Simona Scocchetti, Martina Bartolomei, Niccolò Sodi, Luigi Agostino Lodde, Tammaro Cassandro e Giancarlo Tazza – saranno al lavoro al Centro di Preparazione Olimpica di Formia con Fabio Partigiani.

“È il primo raduno dell’autunno in cui ho convocato alcune e alcuni PO dello Skeet – spiega il Preparatore atletico delle Nazionali delle discipline olimpiche – e rappresenterà un momento di verifica della condizione fisica di queste atlete e di questi atleti che in realtà hanno concluso la stagione da poche settimane. Nelle tre sedute di allenamento svilupperò le capacità coordinative e condizionali. Quasi inutile sottolineare che conosco bene le ragazze e i ragazzi che ho convocato al raduno e soprattutto sono perfettamente al corrente del lavoro che hanno condotto nell’arco dell’anno perché tutte e tutti seguono un programma personalizzato che io stesso ho prodotto. Ma resta inteso che momenti di verifica diretta come questo raduno sono indispensabili. Alcune atlete e alcuni atleti operano con un personal trainer nelle loro rispettive sedi di residenza e questo per molti aspetti facilita anche il mio lavoro perché è proprio attraverso i personal trainer che io posso monitorare con cadenza quasi quotidiana i progressi compiuti. Nel corso del raduno di Formia le atlete e gli atleti dello Skeet affronteranno dei test motori com’è già avvenuto nei giorni scorsi a Tirrenia per il raduno che ha interessato Giovanni Pellielo, Massimo Fabbrizi e Daniele Resca. Abbiamo inaugurato questa collaborazione con l’Istituto di Medicina dello Sport di Roma per ottimizzare al meglio la condizione fisica di ogni atleta in vista della prossima stagione agonistica. Atlete e atleti effettueranno dei test di mobilità articolare, core stability ed elasticità muscolare.”

Giancarlo Tazza

Martina Bartolomei

Luigi Agostino Lodde

“La valutazione dell’accuratezza del lavoro che oggi conducono le atlete e gli atleti di maggior successo del nostro panorama agonistico – dichiara ancora Fabio Partigiani – mi obbliga quasi e evocare e ripercorrere idealmente quanto ho compiuto nel 1987 e negli anni successivi: quando, cioè, ho iniziato a lavorare come Preparatore atletico delle Nazionali di tiro a volo. Non esito a dire che allora, osservando le modalità di allenamento dei grandi campioni dell’epoca, mi sono messo più volte le mani nei capelli. Non c’era alcun criterio di scientificità e non c’era né pianificazione né periodizzazione. Tutto era praticamente affidato al caso. Con tanta gradualità abbiamo poi raggiunto una programmazione mirata, spalmata nel tempo e personalizzata. Oggi è tutto molto diverso: le atlete e gli atleti hanno preso coscienza dell’importanza della preparazione fisica. È vero che il tiro a volo è uno sport atipico. Assegna almeno un momento di gloria a tutti: non soltanto i normopeso di sessanta o settanta chili, ma anche gli atleti extra large di centoventi chili possono infatti conseguire risultati importanti. E allora, proprio in questa ottica, dopo trent’anni di appartenenza a questa grandissima e bellissima famiglia sono arrivato alla consapevolezza che ogni tiratrice e ogni tiratore deve raggiungere il proprio equilibrio psico-fisico. Quando lo raggiunge, ha ottenuto il suo scopo. Poi ovviamente con il fucile deve essere un talento e colpire i piattelli, s’intende!”

Tammaro Cassandro

Niccolò Sodi

Simona Scocchetti

“Sono contento di quello che ho realizzato in questi anni. – Conclude Fabio Partigiani – È altrettanto vero che è servito del tempo per persuadere del valore del mio lavoro. In questi anni tante volte mi è stato chiesto perché sottoponevo atlete e atleti ai pesi o costringevo agli esercizi di equilibrio in uno sport statico in cui si sta fermi in pedana, si imbraccia e si spara. La risposta l’ho fornita tante volte, ma non è superfluo ripeterla: per il semplice motivo che tutta la preparazione fornisce ad atlete ed atleti un contributo per raggiungere quella condizione fisica ottimale che è indispensabile poi per conseguire in pedana il risultato sperato. Ma la preparazione fisica per il tiro a volo è molto personalizzata: poiché siamo in vista dell’inverno, dirò che è un cappotto su misura. Quindi veste bene un tiratore o una tiratrice, ma non un altro o un’altra. E questo ci permette di comprendere quanto siano preziosi i raduni come quello che iniziamo oggi a Formia per calibrare esattamente su ogni individuo il lavoro da svolgere.”

Giovanni Pellielo, Massimo Fabbrizi e Daniele Resca impegnati nei test motori del raduno di Tirrenia dei giorni scorsi