Martina Bartolomei: un laboratorio chiamato gara

In una fase tutta sperimentale della carriera la skeettista toscana brilla al Gran Premio Fitav del Concaverde

(di Massimiliano Naldoni)

Niente fotocopie delle gare, prego! Così parlò Martina Bartolomei. Anche se per l’atleta toscana il Gran Premio Fitav del Concaverde nelle prime battute in qualche modo aveva davvero assunto l’aspetto del “sosia” tecnico dell’appuntamento di Conselice di un mese fa: una partenza difficile e una finale centrata con 117/125. Ma in mezzo ai due confronti per Martina Bartolomei ci sono state alcune settimane di lavoro di grande intensità che hanno trasformato completamente lo scenario. Infatti, dal quinto posto di Conselice la specialista aretina è approdata alla vittoria sul terreno del Concaverde con 53/60 davanti a Simona Scocchetti e Chiara Di Marziantonio.

Martina, la tua gara al Gran Premio del Concaverde è per molti aspetti simile a quella di Conselice di un mese fa, ma c’è un dettaglio non indifferente: nel caso più recente hai vinto.

Tra le due gare c’è stata una fase di lavoro molto importante. Diciamo che dopo il Gran Premio di Conselice ho cambiato il mio allenamento in pedana. Quella gara e soprattutto quel risultato mi hanno fatto pensare e ho deciso di trasformare alcuni aspetti del mio modo di sparare. La conferma positiva di oggi ovviamente mi conforta e mi permette di immaginare che sono sulla strada giusta.

In questo momento, quindi, per te non conta tanto il risultato immediato della gara, quanto invece il livello di crescita del percorso che stai compiendo?

Sì, proprio così. Certamente sono contenta di aver concretizzato oggi il lavoro di questo Gran Premio in una vittoria, ma posso dire che sto scendendo in pedana senza aver paura di sbagliare: nel senso che sento di potermi permettere di sperimentare. In questi ultimi tempi sono intervenuti anche alcuni problemi fisici che hanno contribuito a rendere più difficile tutta questa operazione, ma il cantiere lavora comunque a pieno ritmo. Il traguardo di oggi era entrare in finale e sono riuscita a centrare quel traguardo anche se con un punteggio di qualificazione di cui ancora non sono del tutto soddisfatta. Poi in finale ho fatto appello a tutta la mia concentrazione con un risultato che conferma i progressi del lavoro che sto conducendo.

Andava meglio il 25 maggio di un anno fa, nella fase cruciale ma anche nell’euforia della preparazione per le Olimpiadi, o va meglio oggi?

Diciamo intanto che dopo Parigi mi sono messa fortemente in discussione e quindi sono due momenti della mia carriera agonistica veramente molto diversi. Per il mio modo di pensare, però, serve sempre guardare avanti, quindi ho l’impressione che possa andare meglio adesso e ancora di più nel prossimo futuro. Il mio impegno nei confronti del mio sport è sempre più intenso ogni giorno che passa e sempre più forte di anno in anno. Ma quello che conta davvero è che oggi affronto ogni gara come se fosse un allenamento, perché questa fase del nuovo quadriennio è in certo modo un nuovo inizio.

Foto: Alessia Tonizzo