Le nuove leve della Calabria

Al Tav Valle del Savuto nell'ambito del progetto La Fitav adotta la scuola si è misurato un gruppo di alunni e alunne delle scuole secondarie di Cosenza e di Acri

(di Massimiliano Naldoni)

La Calabria del tiro a volo guarda al domani portando in pedana, con il progetto La Fitav adotta la scuola, un gruppo di alunni e di alunne dell’Iti Antonio Monaco di Cosenza e dell’Ipsia – Iti di Acri. La sede di quello che possiamo considerare il saggio finale dei futuri atleti e delle future atlete è stato il Tav Valle del Savuto in cui i tecnici federali Antonio Gregorini e Giancarlo Capalbo hanno operato di concerto con i docenti di Scienze motorie degli istituti, i professori Luciano Bove, Pietro Caferro e Loris Manente, per offrire agli alunni e alle alunne che hanno aderito all’iniziativa l’opportunità di sperimentare il loro primo vero cimento agonistico in pedana nella specialità della Fossa Olimpica. Se l’iniziativa assunta con le due scuole del Cosentino dal professor Massimo Tafuri per conto della Fitav si è tradotta in un altro visibile successo, si deve anche all’entusiastica adesione della Dirigente Scolastica dell’Antonio Monaco di Cosenza, la professoressa Fiorangela D’Ippolito, che ha intuito le interessanti potenzialità del progetto e, a sua volta, ha trovato nei docenti di Scienze motorie dell’istituto di Cosenza dei collaboratori determinati e instancabili.

“Il nostro Istituto – spiega la professoressa D’Ippolito – ha stabilito il primo contatto con il tiro a volo proprio nell’anno scolastico che si è concluso, ma l’intento è quello di continuare ad aderire all’iniziativa perché il progetto ha certamente avuto un bel successo. L’Iti Antonio Monaco di Cosenza è un istituto tecnico che non ha uno specifico indirizzo verso lo sport, però da sempre curiamo molto le attività sportive perché crediamo con convinzione nella capacità di quelle discipline di veicolare valori e princìpi. In passato abbiamo condotto esperimenti con la boxe e con il rugby e adesso abbiamo deciso di introdurre la novità del tiro a volo. La proposta si rivelava decisamente interessante perché sottoponeva alla nostra attenzione una disciplina sportiva non proprio popolare in cui occorre confrontarsi con la responsabilizzazione dell’utilizzo di un’arma. Proprio per questo potevamo incorrere perfino in qualche atteggiamento pregiudiziale, magari da parte delle famiglie, e invece in generale è stata compresa perfettamente questa nostra volontà di coinvolgere alunni e alunne nella conoscenza delle capacità che si possono sviluppare con uno sport che richiede destrezza, prontezza di riflessi, concentrazione e precisione oltre al rigoroso rispetto delle regole: anzitutto appunto quelle relative alla sicurezza.”

“In parallelo abbiamo attivato anche un’iniziativa per la formazione dei docenti in modo da poter affiancare in un domani proprio ai nostri insegnanti, che avevano già competenze in materia, anche altri operatori del settore che potranno intervenire nei futuri progetti. C’è stata una fase teorica e successivamente anche una fase pratica alle quali confesso di aver partecipato attivamente anche io in prima persona e questa esperienza diretta in pedana si è rivelata per me molto coinvolgente.”

“Abbiamo molti alunni che frequentano il nostro Istituto – dichiara la professoressa Fiorangela D’Ippolito – che vivono però in altre località del comune e della provincia: pertanto convogliare gli alunni e le alunne di un’ampia porzione di territorio in questa esperienza sul campo ha rappresentato anche un significativo sforzo organizzativo, ripagato però dall’interesse profondo che le ragazze e i ragazzi hanno dimostrato. Si è trattato innanzitutto di un momento di socializzazione che ha coinvolto le famiglie che sono un elemento importante qualora alcuni nostri alunni e alcune nostre alunne volessero avere l’opportunità di continuare l’attività. Sarà effettivamente interessante vedere se alcuni alunni e alcune alunne del nostro istituto vorranno intraprendere l’attività sportiva del tiro in forma regolare e sistematica e magari perfino professionale. Ma in ogni caso per tutti gli altri e per tutte le altre avrà rappresentato e rappresenterà un’esperienza molto positiva a livello di cultura sportiva.”

L’episodio conclusivo del progetto La Fitav adotta la scuola al Tav Valle del Savuto ha convogliato sulle pedane di Marzi anche le famiglie degli alunni e delle alunne che hanno aderito all’iniziativa

Fautore convinto dell’iniziativa è stato anche il professor Luciano Bove: docente di Scienze motorie dell’Antonio Monaco di Cosenza.

“L’aspetto molto interessante, e aggiungerei: anche stimolante per noi docenti, consiste nel fatto che con l’attuale configurazione del progetto La Fitav adotta la scuola ci stiamo rivolgendo a ragazzi e a ragazze del primo e del secondo anno, con qualche eccezione con alunne e alunni di terza che avevano già partecipato. Questa opportunità di lavorare con coloro che hanno avuto appena accesso alla scuola superiore è già un’indicazione operativa di grande significato. Avvicinare le nuove leve e trasmettere subito a queste nuove generazioni la conoscenza dello sport è infatti l’intuizione molto felice di Massimo Tafuri e personalmente mi sento di esprimere il mio sincero e pieno plauso per questa decisione.”

“Uno dei nostri ragazzi, ad esempio, si è già lanciato con grande coinvolgimento nell’attività tiravolistica, tant’è che ha già programmato di partecipare ad alcune gare del calendario del Settore Giovanile della Fitav. Possiamo dire, insomma, che in alcuni casi abbiamo già fatto scattare veramente la molla dell’interesse per questo sport. D’altronde in senso generale il compito della scuola pubblica è proprio questo: assicurare agli alunni e alle alunne un ventaglio di esperienze abbastanza largo per poter poi individuare le singole aspirazioni di ciascuno e di ciascuna. La scuola svolge dunque questa funzione sul piano dell’offerta culturale e allora perché non replicare efficacemente questo ruolo anche in ambito sportivo?”

“Credo che con questo debutto calabrese del progetto La Fitav adotta la scuola – spiega ancora il professor Luciano Bove – abbiamo svolto un buon servizio per promuovere la conoscenza del tiro a volo. Certamente dobbiamo maneggiare i risultati di questa iniziativa anche con obbiettività e con quella che comunemente si definisce: onestà intellettuale. Siamo una scuola di mille alunni e alunne, ma naturalmente al termine del percorso ci siamo trovati a operare con una percentuale di persone coinvolte che non è grandissima. Sta di fatto, però, che anche in un ambito relativamente circoscritto abbiamo saputo innescare grande entusiasmo: lo dimostra il fatto che molti genitori hanno accompagnato i loro figli e le loro figlie nel test in pedana e hanno espresso piena soddisfazione per quello che è stato fatto in questa iniziativa. E nell’occasione vorrei elogiare il mio giovane collega Pietro Caferro che ha collaborato con me con grande energia e dedizione.”

“D’altronde, – conclude il professor Luciano Bove – come ha sottolineato la nostra Direttrice Scolastica, abbiamo voluto attribuire a questa iniziativa innanzitutto un obbiettivo di approfondimento culturale sulla pratica sportiva del tiro a volo e su questo piano ad esempio la presenza e il coinvolgimento di operatori della Polizia di Stato nella giornata del test in pedana ha fornito elementi di grande importanza e ha consolidato il profilo di attendibilità tecnica del progetto. Il personale della Polizia che ci ha accompagnato nel percorso didattico ha informato i nostri alunni e le nostre alunne con dovizia di particolari sul tema della sicurezza nella gestione dello strumento da tiro. Oltre a dare l’opportunità a questi nostri allievi di considerare lo sbocco professionale nelle forze dell’ordine, gli operatori della Polizia di Stato hanno collaborato con noi per fornire ulteriore consistenza ad un’operazione culturale che mira anche e soprattutto al consolidamento del senso civico dei nostri alunni e delle nostre alunne che saranno poi i cittadini e le cittadine di domani.”

Per Vincenzo Cirino, Giuseppe Macchione, Giulia Capalbo e e Francesco D’Orrico la giornata al Tav Valle del Savuto ha rappresentato anche il brillante debutto in un vero contesto agonistico

La giornata conclusiva di questo primo segmento del progetto La Fitav adotta la scuola dedicato agli istituti superiori dell’area di Cosenza ha permesso ad alcuni ragazzi e ad alcune ragazze di manifestare tangibilmente la propria predisposizione per l’attività tiravolistica in un vero confronto agonistico. Il saggio finale sulle pedane del Tav Valle del Savuto ha premiato con il primo gradino del podio Vincenzo Cirino dell’Ipsia-Iti. Secondo classificato è stato Giuseppe Macchione dell’Antonio Monaco, mentre il terzo gradino del podio è stato condiviso da Giulia Capalbo dell’Ipsia-Iti e da Francesco D’Orrico dell’Antonio Monaco. Al confronto hanno partecipato anche Remo Cosenza, Antonio Cartini, Simone Volpentesta, Francesco Ritacco, Matteo Pancaro e Giustino Dervisci.