Giovanissimevolmente: Michelle Lisca
La sedicenne milanese ha svettato tra le Allieve della Fossa Olimpica al secondo Gran Premio del Settore Giovanile
(di Massimiliano Naldoni)
Il secondo Gran Premio del Settore Giovanile di Umbriaverde ha eletto Michelle Lisca vincitrice nella qualifica Allieve della Fossa Olimpica. Il punteggio di 103/125 nella qualificazione ha attribuito all’atleta milanese di Albairate il primo posto in finale: con il successivo punteggio di 18 nel round conclusivo Michelle Lisca ha poi conseguito la vittoria precedendo sul podio umbro Valentina Frus e Giulia Zanardini. Da Giovane Speranza l’atleta lombarda aveva già conquistato la dignità del gradino più alto del podio nel 2024 al Gran Premio di Cieli Aperti, ma certamente la recente affermazione sulle pedane di Massa Martana conferma un solido trend di crescita per la sedicenne della scuderia del Tav Milano Trap. Christian Lisca, il papà di Michelle, è l’artefice del talento in ascesa dell’Allieva lombarda che attualmente frequenta il terzo anno del Liceo delle Scienze Umane, ma nell’ottica professionale guarda con interesse ad un futuro nella mediazione linguistica.
Michelle Lisca al vertice del podio delle Allieve di Fossa Olimpica con Valentina Frus e Giulia Zanardini
Michelle, quali impressioni ti ha ispirato la tua vittoria al Gran Premio di Umbriaverde?
L’aspetto più importante è che mi sono divertita dal primo all’ultimo piattello e che ho trascorso due giornate di grande felicità in cui ho fatto il possibile per controllare la mia ansia: il problema che purtroppo da sempre condiziona i miei risultati in pedana. In questo periodo stavo sparando senz’altro bene in allenamento, ma per me la gara è veramente una storia a parte perché appunto devo fare i conti con una tensione fortissima. È il fenomeno che ha condizionato fortemente ad esempio il mio risultato al Campionato italiano dello scorso anno a Montecatini: è stata la mia ultima gara da Giovane Speranza prima di passare alla qualifica Allieve, ma è stata anche una gara in cui non sono proprio riuscita ad esprimermi nel modo giusto. Anche se probabilmente, devo ammettere, non avevo preparato quell’appuntamento nella maniera corretta.
Lo stato di ansia è una situazione che si verifica principalmente nei momenti cruciali della gara?
No, anzi: è un fenomeno che si manifesta spesso all’inizio della gara: la prima giornata e l’avvio di ogni competizione sono sempre il momento più critico ed è quello in cui anche a Umbriaverde mi sono impegnata per controllare l’assalto della tensione. Ogni volta, cercando di attribuire regolarità alla mia respirazione, riesco poi a gestire bene quella tensione, ma è un processo che richiede tempo e che sicuramente si perfezionerà con l’esperienza.
Quindi potremmo avventurarci a considerare il risultato della tua prima serie un falso 19: nel senso che in condizioni di maggiore tranquillità sarebbe stato un punteggio ben più alto?
Curiosamente, se andiamo a vedere il dettaglio di quella serie, gli zeri sono concentrati nella parte finale perché è a quel punto, dopo una partenza su buoni livelli con un paio di errori soltanto nella prima metà della serie, che è subentrata l’aggressione dell’ansia.
Ed è una situazione che in realtà ti ha poi creato problemi appunto anche nella prima parte della finale.
Sì, l’avvio della finale è stato veramente difficile con uno zero al primo piattello e complessivamente con quattro errori nei primi dieci. Anche in quel caso ho messo naturalmente in campo tutti i miei meccanismi per arginare l’assalto dell’ansia: come sempre mi ha confortato molto la presenza del mio papà che spesso, anche soltanto con uno sguardo, riesce a farmi ritrovare la tranquillità giusta per tornare a controllare la gara.
In che modo stai lavorando in allenamento per contrastare questo problema?
In realtà è un problema che non si contrasta con l’allenamento ordinario, ma invece anzi partecipando a molte gare come infatti sto facendo dietro il suggerimento del mio papà che è da sempre il mio istruttore. Confesso però che non è comunque facile arginare il problema: pur cercando di vivere con grande frequenza l’atmosfera della gara anche nella fase di preparazione ad una competizione importante come un Gran Premio, poi, quando si presenta appunto il momento di andare in pedana nella gara che conta, l’ansia torna ad aggredirmi. Il mio papà è un aiuto grandissimo in questa operazione perché, sia in presenza, oppure magari anche telefonicamente se non può assistere alla mia gara, nel momento di entrare in pedana riesce a suggerirmi sempre una buona dose di tranquillità.
In passato ti sei dedicata alla danza, ma adesso il tuo sport è definitivamente il tiro a volo?
Rispondo sì senza esitazione. Seguo il mio papà sui campi di tiro da quando avevo cinque o sei anni e devo dire che all’inizio il tiro a volo mi spaventava anche un po’ come sport, ma quando proprio il mio papà mi ha proposto di provare, non me lo sono fatta dire due volte. E nonostante che qualche volta mi faccia anche arrabbiare, questo sport ogni giorno mi piace davvero sempre di più.
Foto: Clikkami