Giovanissimevolmente: Maria Teresa Maccioni, Martina Montani e Luca Gerri
La parola alla squadra di Fossa Olimpica del Ct Daniele Di Spigno che alla World Cup di Suhl ha popolato molti podi
(di Massimiliano Naldoni)
La squadra del coach Daniele Di Spigno ha vendemmiato vittorie e piazzamenti importanti alla Junior World Cup di Suhl e, come ha già sottolineato proprio il Commissario tecnico azzurro, è stata spesso la grande coesione del gruppo a favorire il conseguimento di prestigiosi risultati. Maria Teresa Maccioni – una delle colonne della formazione azzurra under 21 – ha conquistato la medaglia d’argento nell’individuale e con Luca Gerri, un altro veterano del gruppo, ha dominato la gara del Mixed Team, ma anche Martina Montani che a Suhl era al suo debutto in maglia azzurra, ha saputo conquistare la medaglia di bronzo sia nell’individuale che nel Mixed Team insieme all’altro esordiente d’oro Fabrizio Fisichella. A Maria Teresa Maccioni, a Martina Montani e a Luca Gerri abbiamo chiesto di raccontarci queste esaltanti imprese.
Maria Teresa, qual è il bilancio ideale di questa trasferta?
La riassumo nel fatto che ho faticato un po’ con il freddo e la nebbia: è stata dura ma ce l’abbiamo fatta. Ero convinta che un risultato buono dovesse venir fuori perché sono approdata a quella gara dopo che mi ero allenata con molto impegno sul campo di Mores.
In questa prima parte della stagione hai fatto un allenamento di quantità o di qualità?
Più di qualità: perché abbiamo fatto degli allenamenti specifici: in prova ad esempio ho sempre guardato più al tempo, al movimento e alla concentrazione piuttosto che al risultato vero e proprio.
Maria Teresa Maccioni
Il momento più bello e il momento più difficile della World Cup di Suhl?
Uno dei momenti più belli è sempre quando ricevi la conferma che sei in finale. E poi se riesci ad essere sul podio, quando ti accorgi che una medaglia c’è ed è tua. Soprattutto il momento bello è quando capisci che hai centrato l’obbiettivo che ti eri data quando eri a casa. I momenti più difficili invece sono stati quelli in cui sono scesa in campo con il freddo e la nebbia: sarà che a Mores, dove mi alleno, la nebbia vera e propria non c’è mai…
Quando si parla di un secondo posto si cita sempre la “tagline” coniata da un celebre brand sportivo una trentina di anni fa: si perde l’oro o si vince l’argento? Qual è il tuo punto di vista?
Sono abbastanza contenta perché salire sul secondo gradino del podio in una competizione internazionale è sempre una soddisfazione grandissima. Mettiamola così: la prossima volta arriveremo all’oro. Per adesso: sono soddisfatta di aver vinto l’argento.
Maria Teresa Maccioni
Nella finale della gara individuale c’è stato un pesante passaggio a vuoto con tre zeri consecutivi: che cosa li ha determinati?
Sono stati pesantissimi, ma ho detto: ci metto tutto l’impegno che ho, tutta la concentrazione che posso mettere in campo e anche tutta la forza fisica per reagire e vedo di venirne fuori. Se esamino tecnicamente quel momento, vedo chiaramente che quegli zeri non sono stati l’uno la conseguenza dell’altro come invece a volte accade. Non sono un’atleta che si arrabbia al primo zero: cerco sempre di capire il motivo dell’errore. E in questo caso so che sono stati tre zeri in sequenza ma ciascuno indipendente dall’altro. Sono effettivamente tre zeri in fila, ma senza un legame.
Nel Mixed Team con Luca Gerri avete dato prova di grande coesione agonistica.
Sì, siamo entrati in gara con una grinta spaziale. Volevamo vincere e ci siamo riusciti. Abbiamo recuperato lo svantaggio sui nostri avversari che a un certo punto avevano quattro piattelli in più e in quel caso, sì, davvero siamo andati a conquistarci l’oro.
Luca, a Suhl una gara a due facce: l’individuale che non ti ha gratificato e il Mixed Team che invece è stato trionfale.
Ho iniziato la gara individuale che avevo ancora la febbre alta e proprio per quel motivo non ho avuto la possibilità di fare l’allenamento giusto nei giorni che hanno preceduto la gara. Ma in realtà anche nella gara individuale adesso sento di aver fatto bene come cerco di fare ogni volta. Semmai posso recriminare su quel 22 del primo giorno in cui non ero al 100% e che ha pesato poi quando il punteggio non mi ha permesso di essere ammesso subito alla finale senza il passaggio di uno shoot-off in cui ci siamo trovati in sei in corsa per due posti.
Luca Gerri
Nel Mixed Team invece sei stato in grado di dispiegare tutta la qualità di cui disponi.
Sì, nella giornata del Mixed Team ero frattanto tornato al massimo delle mie possibilità. In quel caso è intervenuto un piccolo problema tecnico nell’ultima serie di qualifica che abbiamo risolto prontamente grazie alla grande collaborazione che hanno dimostrato i miei compagni di squadra. E infatti ringrazio Andrea Diana per essere stato davvero tempestivo in quel caso nel prestarmi soccorso. Era davvero un momento delicato perché un errore in più ci avrebbe probabilmente esclusi dalla finale per l’oro. Mi ero ripromesso di portare a casa almeno una medaglia e quindi, dopo la delusione dell’individuale, ci voleva senz’altro quella vittoria. E l’oro del Mixed Team è una bellissima medaglia che premia anche la grande armonia che c’è stata in squadra in questa trasferta. In questo senso posso dire che la World Cup di Suhl è stata una delle gare più belle che ho vissuto.
Martina, possiamo dire che è stata un successone questa trasferta del tuo debutto in azzurro?
Sì, direi proprio di sì. C’è stato anche un risultato stato abbastanza inaspettato: è vero che in allenamento e anche al raduno stavo sparando bene, però non sarei mai andata a pensare di portare a casa due medaglie.
Anche Daniele Di Spigno ha insistito molto sul valore del lavoro che avete condotto nel raduno pre-gara a Lonato.
È stato molto utile ad esempio per preparare la possibile partecipazione alla finale: abbiamo fatto molti allenamenti specifici in vista appunto di quella fase della gara.
Martina Montani
Nelle giornate di Suhl sei riuscita a fronteggiare bene l’atmosfera inevitabilmente un po’ pesante di un esordio in azzurro?
In realtà non realizzavo neppure tanto di essere lì ad una gara internazionale importante con la maglia azzurra, quindi questa non-consapevolezza dell’evento mi ha tranquillizzato o quantomeno mi ha caricata nei momenti giusti senza trasmettermi agitazione. Pensavo che sarebbe stato più difficile e invece mi sono ritrovata abbastanza serena in ogni momento della gara e infatti i risultati appunto in gara sono stati mediamente più alti di quelli dell’allenamento. In effetti un momento un po’ critico c’è stato perché ho sbagliato il primo piattello della prima serie e in quel momento mi sono detta: iniziamo bene! Poi però ho chiuso quella serie con 24. In quella situazione la presenza di Daniele Di Spigno è stata fondamentale per ristabilire l’equilibrio.
Individuale e Mixed Team: le hai vissute come gare molto diverse?
Diciamo che il Mixed Team è un’esperienza un po’ particolare, innanzitutto perché abbiamo pochissime opportunità di gareggiare durante la stagione, e poi perché non hai solo la responsabilità della tua gara ma anche quella della gara dell’altra persona che è in squadra con te. Sì, nel Mixed Team ho avvertito un po’ più di pressione perché appunto nell’individuale la gara è tutta tua, mentre in coppia condividi appunto il tuo risultato. Ma forse serviva proprio anche sperimentare questo ventaglio di emozioni diverse!
Foto: Issf