Giovanissimevolmente: Lorenzo Rutigliano e Luca Baldo Annaloro
Il veneziano di Mestre e il palermitano sono tra i più promettenti atleti della giovane generazione della Fossa Universale
(di Massimiliano Naldoni)
La Fossa Universale è il loro comune denominatore. Ma neppure l’unico, come vedremo. Lorenzo Rutigliano (nella foto di copertina) e Luca Baldo Annaloro sono i due diciottenni che nel recente Gran Premio della cinque macchine hanno conquistato la posizione di preminenza del Settore Giovanile rispettivamente sulle pedane veronesi di Zevio e su quelle foggiane della Cicogna. Tecnicamente è stata più sofferta l’affermazione di Rutigliano con 77/100 e invece indiscutibilmente più agevole quella di Annaloro con un solido 92/100: ma in entrambi i casi i due giovani atleti hanno dato prova di una vivacità agonistica che non può senz’altro sfuggire agli osservatori attenti.
Palermitano che ha ereditato la passione per la pedana dal padre Maurizio che è un quotatissimo portacolori della Polisportiva La Contea, Luca Baldo Annaloro frequenta il Liceo Scientifico nel capoluogo siciliano e la sua vita sportiva in giovanissima età si era prima indirizzata al rugby. Poi, l’approccio al tiro a volo e la militanza sotto le insegne della Contea hanno cambiato le carte in tavola.
Luca, la tua gara al recente Gran Premio è fondata sulla regolarità del punteggio: è l’indizio di una buona preparazione a monte?
Sì, con il 22 della prima serie ho capito che con la testa in gara c’ero e fra l’altro mi sentivo molto tranquillo fino dalla fase dell’allenamento, quindi le condizioni per fare un bel risultato e magari per vincere effettivamente si stavano verificando. La gara però si conduce sempre piattello per piattello ed è quello il criterio che ti permette di comporre un punteggio regolare.
Luca Baldo Annaloro con il padre Maurizio
Domanda di rito: è l’Universale la disciplina del cuore?
Mettiamola sul piano tecnico: nell’Olimpica e nell’Universale rispetto ormai stabilmente sempre la stessa media e, se capita, a dire il vero sparo molto volentieri anche all’Elica. Certamente la Fossa Universale mi ha sempre affascinato e infatti posso rivelare che in questi anni non ho mai affrontato la stagione agonistica con ambizioni precise, però adesso che sto facendo dei punteggi buoni e regolari, un pensiero alla possibilità di accedere alla maglia azzurra lo sto coltivando.
Si diceva dei tanti punti di contatto tra questi due promettenti atleti, ed ecco che il rugby è davvero uno dei più significativi denominatori comuni. Lorenzo Rutigliano, che frequenta il quinto anno del Liceo Stefanini di Mestre ed è orientato ad iscriversi all’Università veneziana di Ca’ Foscari in un corso di laurea nell’area dell’Economia, ha praticato per ben otto anni lo sport della palla ovale nel ruolo di mediano di mischia nel Mogliano Rugby. Quando il Covid ha costretto il team a sospendere momentaneamente l’attività, è stato il tiro a volo ad entrare prepotentemente nella vita di Lorenzo Rutigliano che oggi è allievo di Orazio e Carolina Paganin nella scuderia della Fattoria di Mira del Presidente Andrea Zanta.
Lorenzo, è ormai definitiva questa scelta della Fossa Universale?
Posso dire che sparo all’Universale da un paio di anni: per la cronaca ho partecipato alla mia prima gara al Vecio Piave. La disciplina mi ha appassionato subito: fra l’altro all’epoca dei miei esordi ho avuto l’opportunità di ricevere dei consigli importanti da Giuliano Callara che mi hanno permesso di progredire subito. Nel 2024 in realtà ho sparato in maniera intensa e con qualche risultato anche migliore rispetto agli attuali, perché da due mesi combatto con una tendinite al polso destro che limita un po’ la mia attività. In questa stagione ho partecipato al primo Gran Premio di Universale ad Agna, poi però anche al Gran Premio di Fossa Olimpica del Settore Giovanile alla Gioiese e nello scorso weekend, appunto, al Gran Premio di Zevio. Sto cercando di percorrere il doppio binario delle due specialità e anche quest’anno cercherò di coltivarle in parallelo. La volontà di percorrere le due strade c’è: naturalmente in questa stagione gli impegni dello studio e questo recente problema al polso potrebbero un po’ condizionare i piani.
Lorenzo Rutigliano
Ti avventuri in una percentuale di preferenza tra Olimpica e Universale?
Direi certamente: 70/30 in favore dell’Universale. Sì: una preferenza netta. Mi sento molto più a mio agio nell’Universale in considerazione del mio modo di sparare e poi ritengo che quella disciplina metta anche un po’ di più alla prova. Ha degli aspetti molto interessanti: i piattelli sono, sì, quelli dell’Olimpica ma le prerogative della specialità ti costringono a vederli sempre in maniera diversa. Anche proprio in base al mio giudizio di preferenza, diciamo che se, appunto, per gli impegni dovessi essere costretto a fare una scelta in favore dell’una o dell’altra, sceglierei l’Universale.
Luca, guardando al punteggio del Gran Premio alla Cicogna hai concluso la gara con la tua serie migliore: un 24. Pur avendo un largo vantaggio sugli avversari, hai forse immaginato perfino l’en-plein in quella serie?
Si è messo di traverso un sinistro in seconda pedana al sesto lancio ad impedirmi di chiudere con un 25. Mi ha infastidito, certamente, ma ho fatto come deve fare un buon tiratore: fai lo zero e vai avanti. Devi pensare a chiudere bene, non tanto al risultato che avresti potuto fare. Non mi sono guardato intorno e del resto non guardo mai i punteggi degli altri atleti che sono in gara con me, quindi non sapevo che in realtà effettivamente avevo accumulato un discreto vantaggio nei confronti di tutti. Io devo fare soltanto la mia gara: questa è la mia filosofia.
Maurizio e Luca Baldo Annaloro
Lorenzo, in che modo hai gestito il passaggio da uno sport potentemente di squadra come il rugby ad un altro fortemente individuale come il tiro a volo?
Magari in passato è stato diverso, ma oggi apprezzo molto anche una disciplina individuale. Nello sport individuale non ci sono scuse: quando sbagli, sei tu che hai sbagliato. E in questo modo puoi migliorare molto sia nell’aspetto tecnico che nello sviluppo della tua personalità.
A Zevio ci sono stati dei lanci che ti hanno creato maggiori difficoltà e ti hanno impedito di comporre un punteggio più adeguato ai tuoi standard?
Per abitudine non guardo mai molto a questo aspetto. Nel campo in cui spari, sparano anche tutti gli altri atleti in gara: quindi la stessa situazione è negativa o positiva per tutti. I lanci e le traiettorie non possono mai essere una scusante per lo zero. Il punteggio di Zevio è, sì, certamente al di sotto dei miei standard, ma è soprattutto molto al di sotto di quello che voglio ottenere da me stesso, cioè da quello che richiedo e che continuerò a richiedere a me stesso in ogni gara.
Luca, nell’ambiente del tiro è nota la tua passione per la musica pop: c’è stata una colonna sonora specifica di quest’ultima tua vittoria?
Sì, so bene che è nota la mia passione per quelle che io chiamo: le canzoni antiche, il pop italiano e straniero degli anni Sessanta e Settanta. Questa volta ho pensato a un classicone degli Abba, The winner takes it all, cioè: Chi vince prende tutto. Mi sembrava davvero un bel modo di dare solidità alla mia prova.