Giovanissimevolmente: Lisa Taccola

La sedicenne pisana ha svettato al Gran Premio di Umbriaverde tra le Giovani Speranze del Trap bissando il successo del primo appuntamento stagionale a Gioia del Colle

(di Massimiliano Naldoni)

La firma è ancora quella di Lisa Taccola: nella qualifica Giovani Speranze della Fossa Olimpica è infatti di nuovo l’atleta toscana di Uliveto Terme a sottoscrivere la vittoria al secondo Gran Premio del Settore Giovanile dopo aver già posto il proprio sigillo sulla gara di esordio al Tav Gioiese appena un mese prima. A Massa Martana con 106/125 Lisa Taccola (ritratta al vertice del podio nella foto di copertina) ha conquistato il dorsale numero uno in finale con un larghissimo vantaggio su tutte le avversarie della sua qualifica e poi ha dominato anche la finale imponendosi con 22 centri sulla campionessa d’inverno Giorgia Carducci e su Francesca Iorianni. L’exploit della portacolori del Tav Pisa sul terreno di Todi può anche non sorprendere perché, magari apparentemente dissimulata tra le pieghe di un atteggiamento razionale e misurato, in realtà la vis agonistica in Lisa Taccola è potente. Appena pochi anni fa, infatti, la sedicenne toscana sembrava avviata ad una carriera nel nuoto: l’atleta pisana, che aveva ovviamente per mito e per modello Federica Pellegrini, ha praticato per molte stagioni il nuoto agonistico e ha conseguito ottimi risultati a livello regionale. Lo stile libero era il mio preferito, – spiega oggi Lisa Taccolama mi piaceva anche il dorso e la rana: invece ho sempre detestato la farfalla. Poi uno stop imprevisto a quella carriera ha fatto sbocciare l’interesse per il tiro a volo in cui si muoveva già con disinvoltura la sorella Irene. L’incontro con un Istruttore di chiara fama come il fiorentino Lorenzo Godi ha permesso in questi anni a Lisa Taccola di crescere con una progressione regolare e di collocarsi oggi tra le più promettenti atlete del panorama nazionale under 21 del Trap.

Lisa, con quale sensazione guardi adesso, a freddo, alla tua gara al Gran Premio di Umbriaverde?

Poteva venir fuori anche qualche piattello in più, ma nel complesso, sì: sono soddisfatta. Sto andando in crescendo rispetto all’inizio dell’anno e questo mi fa ben sperare.

Una soddisfazione moderata era un po’ il pensiero che avevi già formulato anche dopo il primo Gran Premio alla Gioiese.

In quel caso non era un problema tecnico a lasciarmi perplessa, ma una questione di testa: cioè non ero riuscita a concentrarmi nella maniera opportuna. Al primo Gran Premio non sono riuscita a entrare nella mia bolla: a chiudermi nel mio spazio e a pensare soltanto a sparare. Con il mio allenatore Lorenzo Godi abbiamo fatto un bel lavoro subito dopo quella gara in sede di allenamento e abbiamo trovato delle soluzioni. Infatti a Umbriaverde sono riuscita a controllare la pressione psicologica della gara e a ritrovare la tranquillità. Specialmente in finale.

Quindi tra i due Gran Premi hai modificato il tuo modo di approcciare ogni nuova serie?

Non sto facendo qualcosa di diverso, però riesco ad adottare più serietà. Cerco di concentrarmi sugli aspetti materiali del momento che precede la serie e soprattutto cerco di compiere un’azione alla volta, con più calma, senza concentrare tutte le azioni in un breve spazio di tempo. Ad esempio, effettuo il riscaldamento, poi successivamente preparo le cartucce per la serie e così via. E tutto questo mentre ascolto la musica che mi permette di estraniarmi completamente dal mondo esterno. In realtà è un metodo che adottavo anche in precedenza, ma forse serviva scandire di più ogni momento per farlo funzionare nella maniera giusta.

E c’è un genere musicale particolare che ti aiuta in questo processo di concentrazione?

No, non ho una playlist particolare per il momento pre-gara. Ho capito che non ha davvero importanza quello che ascolto: può essere anche soltanto una sequenza di canzoni. Quello che conta è che la musica mi permetta di isolarmi dal mondo che ho intorno. Quando sei con la tua squadra, ad esempio nello spazio del gazebo in cui tutti sostano prima e dopo le serie di gara, c’è un contesto indistinto di conversazioni e di voci che non mi agevolano la concentrazione. Isolandomi con la musica riesco ad attenuare l’effetto del mondo esterno.

Oltre alla fase di qualificazione, anche la finale di Umbriaverde ha segnato un progresso notevole rispetto al primo Gran Premio.

Sì, è andata davvero molto meglio. Alla Gioiese ci sono state anche difficoltà meteo che ho proprio sofferto e infatti in allenamento in queste settimane avevo provato a sparare un po’ con tutte le situazioni meteo diverse e soprattutto a un colpo per abituarmi alla finale. E in allenamento sono riuscita a trasferire quella tranquillità che mi serviva anche nella fase a un colpo. Ed è per quello che della finale di Umbriaverde posso dirmi davvero soddisfatta.

Il podio delle Giovani Speranze del Trap al Gran Premio di Umbriaverde con Lisa Taccola, Giorgia Carducci e Francesca Iorianni

Tua sorella Irene ha militato a suo tempo nel Settore Giovanile ed è ormai un’agonista avviata: quanto ti ha aiutato nel tuo percorso tiravolistico?

Mia sorella ha otto anni più di me e quindi ero davvero piccola quando lei ha iniziato a praticare il tiro a volo. A quell’epoca mi piaceva frequentare l’ambiente del tiro, ma non mi piaceva l’idea di sparare: non lo sentivo per niente il mio sport. Poi in realtà a un certo punto è cambiato tutto e ho iniziato molto volentieri a praticare il tiro a volo. Sicuramente seguire mia sorella nell’attività, appunto anche quando ancora io non avevo intenzione di seguire i suoi passi, mi ha dato l’opportunità di ascoltare alcuni suoi pensieri e poi di mettere in pratica alcune soluzioni. Insomma ho avuto la possibilità di partire da una base teorica importante. Attualmente ci alleniamo spesso insieme e certamente, subito dopo il mio allenatore, è proprio Irene la persona che in molte occasioni è in grado di trasmettermi un senso di sicurezza o di darmi dei suggerimenti nei momenti di difficoltà.

La parola all’allenatore Lorenzo Godi

Lisa Taccola sta facendo un gran lavoro. È mia abitudine dire sempre che occorre stare con i piedi per terra, ma quello che è importante, e che sottolineo volentieri, è che Lisa si diverte quando pratica il tiro a volo: è felice perché ha abbracciato questo sport con grande impegno e con grandissima passione e un’autentica dedizione. E poi sta maturando e sta assumendo una piena convinzione di quello che sta facendo in pedana. È un’atleta che spara con un’ottima qualità e posso dire che certamente ancora i risultati non rispecchiano neppure interamente quello che può esprimere.

Lisa è una ragazza che cura molto i dettagli. Svolge regolarmente la preparazione atletica in palestra durante la settimana e anche nell’allenamento in pedana è molto accurata. È disposta a mettersi in gioco e non si accontenta mai: ha il desiderio di migliorarsi e di imparare. Può contare su di una forte personalità che sta emergendo anche nell’attività agonistica. E, davvero non un dettaglio, la sua famiglia supporta con grande favore questa attività sportiva e anche a me ha attribuito piena fiducia in questo processo di crescita sportiva: e di quella fiducia io naturalmente sono molto grato.

Lisa Taccola e Lorenzo Godi

Da parte mia posso soltanto dire che è un percorso bellissimo quello che abbiamo compiuto e stiamo compiendo: qualche anno fa ho visto Lisa rompere il suo primo piattello e abbiamo poi progredito uno step alla volta. Che è un po’ il principio che ha regolato tutto il nostro lavoro perché Lisa stessa è un’atleta che non vuole mai troppo in tempi rapidi, ma che invece cerca il progresso graduale. Anche per lei, come per me, la volontà di migliorare, di curare i dettagli e di approfondire deve marciare di pari passo con la gradualità della crescita della qualità. E soprattutto deve valere quella regola che io ho l’abitudine di ripetere a tutti i miei allievi e a tutte le mie allieve: più le sfide sono difficili e più è necessario che l’atleta si diverta a praticare il suo sport.

Foto: Clikkami