Giovanissimevolmente: Francesco Simoni
In una stagione già contrassegnata da buoni risultati il quindicenne di Patrica ha saputo addirittura conquistare il ruolo di primo della classe tra le Giovani Speranze del Trap al Gran Premio di Umbriaverde
(di Massimiliano Naldoni)
Al Campionato italiano invernale di Roma dello scorso febbraio tra le Giovani Speranze del Trap Francesco Simoni si era già assicurato un secondo posto che indicava con chiarezza il quindicenne di Patrica tra i più vivaci rappresentanti della sua qualifica. Al Gran Premio alla Gioiese si era poi inserito tra i finalisti con 104/125. Al Gran Premio di Umbriaverde però la personalità agonistica di Francesco Simoni si è delineata in maniera certamente più precisa e la vittoria che l’atleta frusinate della scuderia del Tav Oca Selvaggia ha centrato – con 112/125 in qualificazione e un solido 22 di finale – davanti a Leonardo Mallia ed Edoardo Arnetoli colloca l’allievo di Giuliano Callara tra gli elementi più interessanti del Settore Giovanile della Fossa Olimpica in questo scorcio primaverile dell’attività. Tra i dati biografici rilevanti di Francesco Simoni (al vertice del podio di Umbriaverde nell’immagine di copertina) riveste un ruolo sicuramente significativo il fatto che questo giovanissimo atleta laziale pratichi il karate fino dalla quarta elementare (attualmente il quindicenne di Patrica frequenta il secondo anno del Liceo Scientifico a Ceccano) e in quella disciplina sportiva abbia conseguito la cintura marrone.
Francesco Simoni
Francesco, con quali sensazioni e con quali aspettative eri approdato al Gran Premio di Umbriaverde?
In una gara non parto mai con l’idea di vincere: punto a fare una buona sequenza di serie e un buon punteggio con la volontà precisa di divertirmi.
In questo primo scorcio di stagione sei comunque sempre riuscito ad essere nelle prime posizioni.
Sì, all’italiano invernale di Roma sono arrivato secondo e a Gioia del Colle sono entrato in finale anche se non sono poi riuscito a centrare il podio e ho concluso al quarto posto.
A Umbriaverde ha certamente contribuito ad attribuirti il dorsale numero uno in finale una brillante prima giornata.
Certamente. Fra l’altro un 25 e un 24 in sequenza come ho fatto nel primo giorno del Gran Premio di Umbriaverde da un bel po’ non riuscivo a farli in allenamento. Anzi, in allenamento alla vigilia della gara ero, sì, regolare, ma intorno al 20-21 di media.
Quindi forse è l’atmosfera di gara che ti esalta e ti dà una carica particolare?
È ovvio che nelle sedute di allenamento non sono in competizione con nessuno e quindi sono perfino troppo tranquillo. In gara invece mi rendo conto che mi sto misurando con altri atleti bravi e che devo concentrarmi di più: la maggiore concentrazione produce sempre un risultato migliore.
A Todi nella seconda giornata il tuo rendimento è un po’ calato e hai concluso con un 19: che cos’è successo?
Il secondo giorno è subentrata anche un po’ la stanchezza perché sinceramente in allenamento non rispetto mai quei ritmi che invece devo affrontare in gara. Nell’ultima serie effettivamente sono entrato in pedana già stanco e ho ceduto un po’ e infatti la maggior parte degli zeri in quella serie li ho fatti nei primi quindici piattelli, però grazie al bel punteggio della prima giornata sono riuscito a conservare il primo posto in finale.
Ma in finale hai ritrovato l’energia giusta.
Sì, perché in gara, se anche mi capita di fare un punteggio basso, non mi abbatto. Poi, comunque l’obbiettivo della finale era centrato e a quel punto ho recuperato in pieno.
In finale hai anche prodotto davvero un buon punteggio: avevi fatto una preparazione mirata alla finale in queste settimane?
Fino a qualche tempo fa riuscivo a fare un allenamento regolare: anche due volte alla settimana con il mio Istruttore Giuliano Callara. Allora in quel caso capitava che riuscissi a fare anche l’allenamento a un colpo. Adesso, invece, per l’impegno della scuola, riesco a fare una sola seduta di allenamento alla settimana. Però, pur sparando la serie normale a due colpi, in realtà uso molto la prima canna e quindi quello tradizionale risulta un allenamento utile anche per la finale.
La parola all’allenatore Giuliano Callara
Francesco Simoni è nato tiravolisticamente con me: ho assistito davvero alle sue prime fucilate in pedana. È un giovane atleta che dispone davvero di un grande talento e infatti tra le Giovani Speranze sta ottenendo dei risultati incoraggianti come questa recente vittoria a Umbriaverde. Posso anche affermare, e sono convinto che lo stesso Francesco concorda con me, che si tratta di un ragazzo che ancora non riesce ad utilizzare neppure tutte le sue prerogative di atleta di qualità. D’altronde ogni coach sa bene che l’attività sportiva non si limita soltanto all’esercizio fisico e tecnico, ma è anche una palestra per le proprie prerogative caratteriali e quindi in quel senso Francesco sta compiendo anche un lavoro di progressiva acquisizione delle proprie doti e delle proprie capacità agonistiche per arrivare ad esprimere le sue tante potenzialità.
Per una Giovane Speranza l’obbiettivo naturale è il passaggio alla qualifica Junior che in certo modo costringe l’atleta ad adottare una mentalità diversa: a fare appunto quel salto di qualità in termini tecnici e caratteriali che nel caso specifico di Francesco Simoni possono davvero far sbocciare e far dispiegare in tutta la sua ampiezza quel talento. Quello che sto dicendo vale del resto in forma generica per tutti gli atleti molto giovani: approdare alla categoria Junior già intorno ai sedici anni offre il vantaggio di avere ancora davanti molte stagioni di militanza nel Settore Giovanile nel corso delle quali è possibile appunto lavorare con gradualità sulla tecnica e sui tanti dettagli che poi compongono una carriera agonistica. Perché l’attività sportiva deve essere, sì, divertimento, ma sappiamo che il conseguimento di determinati traguardi per ogni atleta significa anche sacrificio e costante dedizione alla propria disciplina sportiva.
Foto: Clikkami e Stefano Terrosi