Giorgia Lenticchia: imparare a volare
Giornata di gloria a Gioia del Colle tra le Ladies del Trap per l’atleta ternana che vive in Romagna
(di Massimiliano Naldoni)
La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare. Lo ha scritto Jovanotti, ma siamo certi che Giorgia Lenticchia sottoscriverebbe in pieno: specialmente dopo la vittoria che la ventiduenne atleta di Terni tesserata a Conselice ha conseguito tra le Ladies al quarto Gran Premio Fitav di Fossa Olimpica a Gioia del Colle.
Giorgia, appena un attimo fa eri una stella del Settore Giovanile, ma stai già brillando di luce intensa anche tra le Ladies.
Sì, è il primo risultato veramente positivo della stagione. Forse ancora è meglio andare prudenti sulle definizioni, però è davvero una bella vittoria.
Nei primi mesi dell’anno c’è stata una comprensibile difficoltà nel tuo transito dalla condizione di Junior alla qualifica superiore?
C’era stata una vera e propria paura del salto: lo dico chiaramente. E la difficoltà nei primi Gran Premi di questa stagione non avevano fatto che amplificare quell’impressione. Certamente questa volta la sensazione che ho ricevuto nel primo impatto con il campo era che ci fossero le premesse per una buona prova. Anche in allenamento la situazione era molto migliorata nelle ultime settimane e i segnali erano davvero positivi. Il 118/125 della qualificazione, poi, è in assoluto anche il mio miglior punteggio dell’anno.
La sequenza della qualificazione nel Gran Premio di Gioia del Colle parla di una bella regolarità, tranne forse una lieve flessione nella terza serie della prima giornata. Che cosa è successo?
Ho sparato in ultima batteria con un vento molto forte: ne è venuto fuori un 22 che però non ha lasciato tracce e nella seconda giornata sono tornata perfettamente in partita.
E anche in finale hai avuto la capacità di tenerti sempre in partita e di sferrare l’assalto al momento opportuno.
Ho inseguito per buona parte della finale perché Federica Caporuscio e Valentina Panza hanno fatto veramente una bella gara, ma ci ho creduto fino alla fine. Forse quello è proprio il modo giusto per imparare a volare.